Alla scoperta di pregi e difetti dei «panzer» tedeschi

Alla scoperta dì pregi e difetti dei «panzer» tedeschi Alla scoperta dì pregi e difetti dei «panzer» tedeschi Jakobs e Hieronymus, coppia centrale sono i più discussi della loro difesa Attenti a Magath è il direttore d'orchestra con lui Kaltz e Hrubesch la vecchia guardia AMBURGO — Ditmar Jakobs e Holger Hieronymus, ovvero la coppia centrale di difesa dell'Amburgo. Biondi, prestanti, stessa altezza (180 centimetri) e stesso peso (73 chili). Ci sono discordanze fra i critici. Per alcuni (noi compresi) Jakobs e Hieronymus costituiscono il punto debole dell'Amburgo. Sono ' molto forti sui palloni alti, d'accordo, ma soffrono le manovre strette palla al piede. Nel movimenti non sono mostri di agilità, non dovrebbe essere un grosso problema per Rossi e compagni prenderli sul tempo. ,P,er altri (fra 1 quali Trapattoni) i due difensori centrali costituiscono' invece." se non un punto di forza, almeno un motivo di sicurezza per la formazione tedesca. Trapattoni li ha visti all'opera a Berlino contro l'Hcrtha e ad Amburgo contro il Colonia. 'Sembrar :no lenti — ha spiegato l'allenatore della Juventus — ma in realtà si muovono in campo con estrema intelligenea. Inoltre sono affiatati, è difficile trovarli fuori sona. Sanno applicare molto bene la tattica del fuorigioco, sono quasi Holger Hieron insuperabili sui cross. Mi hanno dato l'impressione,: come tutta la squadra, del resto, di solidità e duttilità». Jakobs ha 30 anni, è sposa- ymus e Ditmar Jakobs: le loro qualità suscitano p to.e ha due figli, proviene dalr Arminia Lirlch. Da 4 anni all'Amburgo, ha giocato uria sola volta in Nazionale, nel 1980 contro la Polonia. Hieron¬ areri contrastanti ad Amburgo ymus ha 24 anni ed è nato ad Amburgo. Proviene dal vivaio e finora ha disputato 2 partite con la maglia bianca della Germania. AMBURGO — Manfred Kalte, Horst Hrubesch e Felix Magath sono gli uomini della vecchia guardia. Kalts ha 30 anni, Hrubesch 32 e Magath 29: hanno giocato rispettivamente 67,31 e 24 partite con la maglia della nazionale tedesca. Dopo i mondiali sono stati -silurati» dal et.,Derwall, però nell'Amburgo costituiscono tuttora il punto di riferimento nei tre reparti. Kalts, grande tersino di spinta, ha avuto un ai-vio di stagione, mediocre ma,attualmenìépare tornato alla forma del bei tempi. «Contro il Colonia mi è molto piaciuto »- ha detto Trapattoni — le sue proiezioni. offensive , sono sempre pericolose, cosi come i suoi cross a rientrare. Sa trovare con estrema facilità la testa di Hrubesch, uno schema del resto molto collaudato». Hrubesch, a sua volta, ha già cambiato maglia (l'anno prossimo giocherà nello Standard Liegi) ma proprio per questo promette fuoco e fiamme ad Atene: vuole lasciare un buon ricordo ad Amburgo, anche per dispetto a Netser che ha deciso la sua cessione. Hrubesch soffre di sciatalgia, ma il malanno (assicura) non gli negherà la finale di Atene. E' un gigante d'area, allessa 188 centimetri per 88 chili, un uomo pressoché indispensabile alla manovra d'attacco dell'Amburgo. Il suo ditello con Brio sarà uno dei motivi determinanti della partita. E poi r r r Felix Magath, al centro affiancato da Bastrup, fa parte dei Hrubesch è un lottatore, un trascinatore, un punto di riferimento, non solo tecnico, per l'intero complesso. La funzione che ha a cen- ei fedelissimi dell'Amburgo trocampo Wolfgang-Felix Magata, il direttore d'orchestra. Magath è mancino, preciso, intelligente. Non possiede grande dinamismo, data la lunga carriera, la struttura fisica e la serie incredibile di infortuni subiti. Nel gioco corto di Happel, tuttavia, diventa utilissimo: altri corrono anche per lui, come Rolff e Groh. Magath un paio di settimane fa era dato per spacciato: strappo, avevano detto i medici, addio alla finale di Coppa. Ed invece il centrocampista, è tornato in campo a tempo di record, smentendo i sanitari e ridando ad Happel una parvenza di sorriso. Magath possiede in abbaondanea una dote rara: sa far viaggiare il pallone in verticale, con precisi tocchi alle punte. E sa addormentare il gioco quando occorre, per permettere alla squadra di trovare il giusto assetto. Ha cervello, e va aggredito perché non abbia il tempo di usarlo. E'un giocatore molto esperto, al quale in passato si erano interessate alcune società italiane. Era il pallino» di Giacomini, che lo ■ avrebbe voluto volentieri sia nel Milan che nel Torino.