Perché vuoi ancora fare il deputato?

Perché vuoi ancora fare il deputato? Perché vuoi ancora fare il deputato? Il politologo Taniburrano: «Un mondo affascinante, ma dalle leggi feroci» Vincitori e vinti valu D'AOSTA STA o fanno la campagna elettorale con poche speranze: sono artefici del loro destino, nessuno li aiuta, tranne le mogli, I figli, j parenti». In pratica, la massa del meno' uguali è utilizzata dal partiti come portatori d'acqua? «Non sempre. CI sono anche i giovani che tanno la trafila, e la prima volta, di norma, sono candidati all'Insuccesso. Più in generale ci sono quelli che smaniano per entrare In lista, e il loro obiettivo non è l'elezione, ma un buon piazzamento utile per la carriera elettorale, politica e amministrativa. Essere candidato, vuol dire poter fare comizi, andare nelle sezioni, parlare a un microfono. Anche il candidato meno uguale, per un mese svolge un'attività privilegiata rispetto al semplice Iscritto. E quanti scontano 'l'Insuccesso, la cosiddetta trombatura, intanto fanno la prova delle armi». Queste sono condizioni genera¬ li, che al applicano a tutti I candidati di tutti I partiti? «Naturale! Per il 26 giugno, ci saranno decine di migliala di candidati: la stragrande maggioranza ò destinata a non riuscire e lo sa. E' come la schedina del Totocalcio, tutti la giocano, ma soltanto pochi vincono». Ne risulta una torma di vessazione dal candidato medio, non le pare? Chi ci guadagna è solo II partito. «Non direi che è una forma di vessazione, anche perché nessuno li obbliga ad entrare In lista. Ma quando uno è candidato, scatta un particolare meccanismo psicologico che lo spinge alla ricerca almeno del buon piazzamento. Più che vessati, I candidati si autovessaho, fanno le cose più incredibili per non fare brutta figura». C'è Infatti chi spende dire folli. E a nessuno, comunque, viene mei rimborsata una lira, perché II contributo statale per le elezioni, 15 miliardi, va al partiti. •E' vero. I partiti pagano le spese soltanto per I candidati cui tengono particolarmente: capilista, nomi di prestigio. Ma le grandi spese elettorali nascono però dalle lotte terrificanti In. seno alla stessa lista. La guerra più accanita non si svolge tra Uste concorrenti, ma tra I candidati alla Camera della stessa lista, per accaparrarsi il maggior numero di preferenze. I giochi di conente si fanno frenetici per le elezioni, I candidati bloccano le preferenze, prendono Impegni, tradiscono, arrivano al cannibalismo senza risparmi. E la legge è dura: una preferenza In meno a te ed una più a me, a volte vuol dire l'elezione». Le sembra un sistema funzionale per la nostra democrazia? «Questo è un discorso molto più complesso. Anche perché I partiti, più che vessare il candidato, tengono sotto controllo l'eletto, perché alle elezioni seguenti è sempre il partito a decidere chi candidare. E II parlamentare che non è stato disciplinato, può scordarsela un'altra candidatura. E' proprio qui, nel momento elettorale, che nasce la partitocrazia, quell'anomalia non prevista da alcuna legge, per cui I partiti hanno espropriato il Parlamento». Quali rimedi vengono proposti? •Alcuni, per eliminare II cannibalismo e le lotte per le preferenze, propongono l'elezione secondo ordine: se ad un partilo spettano tre deputati, risultano eletti I primi tre della lista. Questo sistema, è vero, farebbe risparmiare la maggior parte delle spese elettorali, ma darebbe al partito un potere ancora più grande, perché deciderebbe in maniera assoluta su tutto». Giuseppe Tambucano, Invece, cosa proporrebbe? «Sostituire il metodo proporzionale col collegi uninominali in due turni, sul modello francese. Nella prima domenica ogni partito presenta Il suo candidato e risulta eletto chi ha la maggioranza assoluta, o il 60 per cento del voti: se ciò non avviene, si torna a votare la domenica successiva; e qui I partiti, essendo sufficiente la maggioranza relativa, sarebbero costretti a stringere alleanze. Con questo sistema, maggioranze e governi escono dalle urne, e soltanto nelle urne muoiono. Cosi I partiti, meno occupati a controllare I loro deputati e I centri decisionali, tornerebbero a sviluppare il rapporto di mediazione con i cittadini, che è poi il compito assegnato loro dalla Costituzione». Interviste raccolte da Gianni Pennacchi uomini può avere la presunzione di saperli affrontare. Al candidato politico è necessaria un'altra dote, squisitamente psicologica, che è quella di essere un paranoico. Solo in questa condizione di assoluta mancanza di critica e dt confronto è possibile fare affermazioni che promettono pace e prosperità. Purtroppo dobbiamo anche riconoscere con Machiavelli che la gente vuole essere Ingannata. Su questo bisogno fanno le-, va la maggior parte degli uomini politici II cui unico scopo è la loro stessa sopravvivenza e non lo sviluppo di ciò che amministrano. Si pensi al caso di tutte le dittature. Ma non è però ovvio che l sistemi democratici non possano mostrare anche loro un fondamentale disprezzo per i cittadini. Afa a tutt'oggi nessuno ha inventato criteri di governo superirrtWgOtemì'parla-' a Montecitorio tempo, e se non l'ho fatto, è soltanto perché la commissione Moro non ha concluso 1 lavori». Lo scrittore non è deluso di questi quattro anni in Parlamento? «No, perché in realtà non mi illudevo quando vi sono entrato». Il nostro sistema politico ha molte pecche? «Forse fa acqua e non sempre sembra farcela Ma fino a quando non se ne inventa uno nuovo, che offra le stesse garanzie per il cittadino, non si può ripudiarlo. Bisogna restargli attaccati». on si ricandida ne sostanzialmente in mano agli apparati, alla burocrazia Ma le potenzialità di rinnovamento ci sono, in quasi tutti i partiti». E il giudizio negativo? «Del tutto negativa, giudico la mia esperienza dal punto di vista del funzionamento della macchina parlamentare. Ci sarebbe bisogno di una iniziativa coraggiosa, proprio di nuova costituzione, o riforma istituzionale, se cosi si preferisce chiamarla Ma occorre cambiare i patti, perché 1 patti vecchi non sono da conservare, specie se ridotti a pezzi. Ogni convivenza civile si regge- sul patti, e quando questi sono a pezzi, bisogna cambiarli. Ma per cambiarli, quelle scintille, quelle forze che già esistono, dovrebbero coordinare e unificare le proprie iniziative». Quindi abbandona Montecitorio senza rimpianti? «Nessun rimpianta Semmai come un. atto di liberazione». (46.101). Spadolini sarà capolista del pri a Milano; Lagorio. pai,'a Firenze. Il presidente della Camera Nilde Jotti, candidalo nel collegio di Parma, ottenne' 52.949 voti di preferenza nelle elezioni del '79 e 55.282 voti in quelle del '76. Il neo presidente del Senato. Vittorino Colombo, candidato nel collegio di Monza, ebbe 99.680 suffragi nel '79 e 100.876 nel '76. Quanti voti sono necessari per essere eletti? Più il partito è grande, più preferenze occorrono. L'ex radicale Pio Baldelli è stato eletto a Bologna con 745 suffragi. Due candidati de In Puglia, Manfredi e Mommi, sono stati esclusi pur avendo ottenuto oltre 53 mila preferenze a testa. Il cento dei resti può giocare brutti scherzi. Nel "79 il de Rosinl, coReglo Bergamo Brescia, restò fuori dalla Camera per una quarantina dlvotl- Mauro Anselmo E' in lista come ecologa

Persone citate: Gianni Pennacchi, Giuseppe Tambucano, Lagorio, Machiavelli, Mauro Anselmo, Mommi, Nilde Jotti, Pio Baldelli, Spadolini, Vittorino Colombo

Luoghi citati: Aosta, Bergamo, Bologna, Brescia, Firenze, Milano, Monza, Puglia