Alla Pergola un «Gabbiano» stile Bolshoj di Sergio Trombetta

Alla Pergola un «Gabbiano» stile Bolshoj Alla Pergola un «Gabbiano» stile Bolshoj L'anno scorso ha mandato in delirio il pubblico del Maggio a Firenze con «La rose malade» e quello del Festival di Nervi con «La morte del cigno». Quest'anno è tornata per presentare il «Gabbiano», una sua coreografia, da Cechov, di cui è anche protagonista. Regina incontrastata del Bolshoj. erede vivente della tradizione sovietica, una delle più grandi ballerine del mondo, Maja Plisetskaja è a Firenze da fine aprile per allestire 11 «Gabbiano», che andrà in scena al teatro alla Pergola il 26 maggio. Infilata in un paio di jeans che mettono in risalto le linee asciutte e scattanti del corpo, i capelli ramati raccolti a coda di cavallo che brillano al sole di maggio, il volto magro divorato dà due enormi òcchi scuri, siede a un bar di piazza della Repubblica e conversa con Zhenja Poljakov, direttore del corpo di ballo del Comunale, e col giovane bulgaro Emil Clakarov, che ha diretto il Tannhàuser inaugurale del Maggio. Scherza con Ciajka (che in russo vuol dire Gabbiano), il barbonclno nero di Poljakov, e parla molto di Ciajka, questo balletto tratto dal dramma di Cechov che rappresenta la sua seconda prova importante come coreografa dopo Anna Karenlna, e che a Firenze viene messo in scena per la prima volta nel mondo occidentale, a tre anni dal debutto al Bolshoj di Mosca. Trionfatrlce nei maggiori teatri del mondo per 40 anni, come impareggiabile interprete dei grandi balletti della tradizione classica russa, dal Lago dei cigni, a Don Chisciotte a Rajmonda, negli anni della maturità Maja Plisetskaja ha affrontato nuove prove e nuovi appuntamenti con la danza. I suol recenti balletti hanno portato sulle tavole del Bolshoj un vento nuovo che mal si accorda con la rigida accademia imposta dal coreografo Jurij Grigorovich. Intanto per lei hanno lavorato coreografi come Roland Petit per «La rose malade» (i costumi 11 ha disegnati Saint Laurent) o Béjart per «Isadora Duncan». La collaborazione conil marito, poi, il musicista Rodion Shedrin, ha portato le partiture per Carmen. Anna Karenina e questo •Gabbiano» che presenta a Firenze. Ci tiene a questo appuntamento: «E' la prima volta che presento il "Gabbiano" all'estero, e l'occasione di Firenze è molto importante. Vorrei davvero che qui lo spettacolo fosse realizzato allo stesso livello cui viene presentato al Bolshoj. Anche se alcune cose per forza non possono essere identiche: le scene, per esempio, che Valerij Levental ha disegnato insieme a! costumi per Mosca e che ora deve ripensare per la Pergola, le cui dimensioni sono ridotte rispetto al Bolshoj. «Questo balletto — continua la Plisetskaja — non ha nessun rapporto con la tradizione classica; ha una sua personalità autonoma, uno spettacolo che deve essere pervaso di spirito cechoviano». Le atmosfere di C'-échov, dunque, che si ricreano nella danza. Ma come? «Non è solo danza; lo si potrebbe definire una soluzione coreografica complessa, un insieme in cui musica, scene, coreografia si devono compenetrare. Di un balletto classico si può mettere in scena un atto soltanto, oppure un pas-de-deux. Qui no. Si deve vedere tutto per intero. Un brano, una parte, non spiegano nulla. Insomma, è un dramma dove quello che conta sono i rapporti fra le persone, la completa incomunicabilità che sussiste fra di loro. Tutti sono profondamente infelici nel "Gabbiano". E non succede mai nulla; ma nel frattempo si compie la tragedia dei destini dei personaggi. Nel dramma di Cechov, se non capita nulla, non c'è azione. Ma il balletto, attraverso 1 movimenti coreografici, la musica, può far vedere che qualche cosa capita, che c'è un'azione comunque». Una dinamica di sentiménti La vecchia Russia vista come una società che va a fondo; con un occhio critico oppure l'approccio è puramente sentimentale? «Né l'uno né l'altro. Semplicemente voglio che quelle persone appaiano come erano. Le metto in scena cosi come le comprendo». Nel futuro della Plisetskaja c'è l'impegno per tre anni come direttrice della compagnia di ballo dell'Opera di Roma. Ma il teatro è chiuso, il sovrintendente ha dato le dimissioni, e tutto è tornato in alto mare. Cosi la ballerina preferisce non affrontare un argomento cui tiene molto, ma che nell'immediato futuro non ha possibilità concrete di sviluppo, quello che conta, per ora. 6 il volo del Gabbi ano. che si realizza sulla scena, quindi? «Certo: stati d'animo, untori, legami fra i personaggi. Ognuno è innamorato di qualcuno che non l'ama. Nina soffre perché ama Trigorin, mentre di lei è innamorato Treplev; Paolina Andreevna è innamorata di Dorn. che però non l'ama. E poi c'è Irina Arcadlna. che è un'attrice insoddisfatta, una donna boriosa che pretende molto e non è mai contenta». «Poi c'è il tema della commedia di Treplev. che viene rappresentata all'inizio del dramma e si risolve in un fiasco e si sovrappone al fiasco del dramma di Cechov e la folla irride l'uno e l'altro. Perché Treplev e Cechov nel balletto vengono ad identificarsi, la situazione è identica»- TELEVISIONE Gioco mortale sulla Rete Uno alle 20,30 sulle ali del Trapezio, film del 1956, firmato da Carol Rced (11 regista de II terzo uomo) e interpretato da Burt Lancaster, Gina Lollobrigida, Tony Curtis. Storia da circo dunque, con una trama che si dipana sotto lo chapiteau e costringe due «diavoli volanti» (Lancaster,I Curtis). alla caccia dell'amore (Lollobrlgida). La privata Canale 5 propone, alle 20,25. Delitto al ristorante cinese, diretto da Bruno Corbuccl, con Tomas Mi-i lian. Un morto trovato su un, tavolo fi 1 un ristorante cinese mette in crisi un cinese appunto, l'autista e un cuoco, che per paura ne combinano di tutti i colori. Sergio Trombetta

Luoghi citati: Firenze, Mosca, Roma, Russia