Otto nuovi misteriosi accusati per i morti di cancro all'Acna

Otto nuovi misteriosi accusati per i morti di cancro all'Acna Al processo di Savona si difendono tre presidenti della Montedison Otto nuovi misteriosi accusati per i morti di cancro all'Acna SAVONA — Nel processo per le morti di cancro dei 19 dipendenti dell'Acna di Cengio (dieci imputati tra presidenti del consiglio di amministrazione della società e direttori dello stabilimento) ora si parla di otto nuovi fantomatici personaggi: sarebbero possibili corresponsabili del fatti. Nessuno ne ricorda i nomi, o non 11 vuole rivelare, ma non dovrebbe essere difficile identificarli. Sono uomini della dirigenza Montedison, soprattutto quelli preposti alla sicurezza e alla tutela della salute dei lavoratori. I tre presidenti del consiglio di amministrazione dell'Acna, Olno Sferza, Cesare Bianconi e Vincenzo Simoncelll, hanno attribuito a queste otto perso' ne molte delle presunte responsabilità che hanno portato loro tre sul banco degli imputati, assieme ai direttori dello stabilimento, con le ac cise di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime. La rappresentante della pubblica accusa, Maria Teresa Camell, se ne ravvisasse la necessità, potrebbe richiamare gli atti processuali e iniziare un nuovo procedimento penale nei confronti degli otto presunti corresponsabili. L'Interrogatorio degli imputati, esauritosi nella mattinata di ieri, non ha riservato sorprese. Hanno cercato di accreditare un'immagine della fabbrica diversa da quella descritta dall'accusa. Ha voluto contribuire anche Aldo Giunta, ex direttore dello stabilimento, contumace sino a due giorni fa, presentandosi in aula per respingere totalmente le accuse. Poi il lungo elenco delle prevenzioni che i dirigenti avrebbero mes > In atto per evitare 1 pericoli . erivantl ai lavoratori dalla manipolazione delle sostanze cancerogene. L'hanno redatto, punti gitosi, ognuno per 11 periodo in cui è stato al vertice dello sta billmento, Francesco Vignati e Raffaele Pucoloni. Alberto Tamburini e Mariano Ortolani hanno continuato a disertare l'aula, cosi come il medico di fabbrica, Luigi Zini. La lettura degli interrogatori resi da quest'ultimo al giudice istruttore, però, è in parte un atto di accusa. Vi si legge: -Nonostante la relazione Barsotti-Vigliani, la pubblicazione scientifica che attesta la cancerositù delle sostanze lavorate all'Acna, non furono mai impartite direttive precise per evitare i pericoli di contagio*. Al di là di relicenze e palleggiamenti di responsabilità, una cosa è certa: la massima dirigenza Acna era al corrente che le sostanze chimiche impiegate in determinati reparti erano cancerogene. L'ha ammesso Cesare Bianconi, presidente del con' sigilo di amministrazione dal 1972 al 1974. Ieri il prof. Vigliali!, ex cattedratico della medicina del lavoro di Milano, chiamato come teste, ha fornito una versione rassicurante sulle condizioni di lavoro nello stabilimento. In contrasto però con quanto scrisse anni prima. Allora affermò che su 86 dipendenti dell'Acna sottoposti ad esami clinici (lavoratori dei reparti «incriminati») quattro furono trovati affetti da cancro, altri 7 da papillosi a (altra forma tumorale); 26 da «alterazioni congestizie delle mucose»: lo stadio immediatamente antecedente la formazione di tumori. Poi le testimonianze degli ex dipendenti. Due In particolare. Ouido Bellini, addetto al reparto «Base» affetto da papllloma e operato al reni e all'uretere: 'Lavoravamo in condizioni impossibili, fra vapori di acido cloridrico, a contatto diretto con le sostanze cancerogene. Quando, come rappresentante della commissione interna, entrai nei reparti di produzione della Betanaftilamina (i più pericolosi) fui redarguito e diffidato dal direttore*. Placido Viglino, anche lui affetto da papllloma: -Svolgevo il mio lavoro in coedizioni incredibili. Ero obbligato a mangiare all'interno del reparto perché non avevo neppure il tempo per recarmi alla mensa esterna*. Bruno Balbo

Luoghi citati: Milano, Savona