Per Mosca, Reagan rilancia la politica della minaccia di Fabio Galvano

Per Mosca, Reagan rilancia la politica della minaccia Pesanti commenti sovietici al vertice dei Sette Per Mosca, Reagan rilancia la politica della minaccia DAL NOSTRO CORRISPONDENTE MOSCA — La dichiarazione dei Sette sugli euromissili non sarebbe che un paravento usato da Reagan per mascherare le difficoltà nel convincere gli alleati sulle sue ricette economiche; confermerebbe anche il «carattere llmttato* dell'autonomia europea in questioni militari, anzi rivelerebbe la stretta connessione »fra i piani militaristici degli Usa e le loro speranze di riconquistare il dominio del mondo occidentale*. Il documento di Willlamsburg, afferma 11 commentatore militare della Tass, «é una ripetizione di quanto gli Stati Uniti e gli alleati Nato dichiarano da tre anni e mez20»; da Willlamsburg non emerge alcun cambiamento 'nella direzione del realismo* e Cloe ncW«accettare il principio della parità e dell'uguale sicurezza*. Per questo il Cremlino ricorda ancora la sua dichiarazione di sabato scorso, che secondo numerosi osservatori occidentali rappresenta la definitiva rinuncia a una -propaganda del compromesso* in favore di una -politica della minaccia l'ipotesi, cioè, di sospendere la ■ moratoria unilaterale (mal riconosciuta dagli Stati Uniti), di Installare altri missili a medio raggio e di dotarne anche i Paesi del Patto di Varsavia (Germania Est e Cecoslovacchia, si dice a Mosca). A Willlamsburg, sostiene la Pravda, gli Usa hanno cercato di costringere l'Europa occidentale a ridurre 1 contatti con il mondo socialista, per ristabilire il loro dominio economico e per sfruttare- la dipendenza energetica dal petrolio del Golfo a fini militaristici, costringendo gli europei ' a sostenere più fermamente la politica di Washington in Medio Oriente. Quell'obiettivo, insinua 11 giornale del pcus, può anche essere raggiunto sfruttando la psicosi missilistica: ecco allora, spiega la Pravda. Stati Uniti, Gran Bretagna e Francia esercitare pressioni sulla Germania per piegare qualsiasi . resistenza tedesca ai Pershtng-2 A irritazione si aggiunge Ir¬ ritazione, Scossa dai successivi voti del Congresso Usa, la settimana scorsa, relativi al finanziamento del missili MX e poi del Pershing-2. la Piazza Rossa non aveva nascosto nel suoi commenti della vigilia la speranza che a Willlamsburg la politica militare degli Usa potesse essere contestata da alcuni degli alleati; non a caso la . «dichiarazione» del Cremlino era stata diramata proprio mentre i leader occidentali si riunivano in Virginia. Le reazioni d'oltreatlantico fanno ora parlare di «ipocrisia» americana: ipocrisia, per esempio, nel sostenere che con la sua dichiarazione di sabato Mosca intenda mantenere il monopolio dei missili in Europa. - Tale monopolio — afferma l'agenzia ufficiale — non esiste dal momento die anclie gli alleati Nato, Gran Bretagna e Francia, ne dispongono*. Ipocrisia, dice Mosca, è anche sostenere che la dichiarazione di sabato sia un tentativo di dividere l'Occidente e influenzare li vertice di Willlamsburg. -Di quali divisioni e di quali rotture si può parlare — domanda la Tass — dal momento che l'Urss, al contrario, ha sempre considerato e continua a considerare i Paesi Nato come un singolo blocco?* E insiste: la prova si è avuta proprio a Willlamsburg, dove l'Europa occidentale -ha giocato la carta dell'alleato fedele nella speranza die lo zio Sam facesse qualche concessione economica*. Fabio Galvano

Persone citate: Reagan