Troppa frutta? La liofilizziamo

Troppa frutta? La liofilizziamo La nuova tecnica di conservazione ci darà forse il cibo del futuro Troppa frutta? La liofilizziamo Si potranno ridurre, se non eliminare, le eccedenze dì prodotti agricoli - Un convegno a Roma ROMA — Le cipolle sono 11 prodotto liofilizzato per eccellenza, seguite dalle patate, dalle carote e dal funghi. Il prodotto liofilizzato (cioè disidratato) è considerato negli Stati Uniti un prodotto di elite, quasi del futuro, in grado di escludere l'eventualità delle cosiddette «pillole alimentari». Infine, la necessità di programmare lo sviluppo di questo nuovo settore produttivo ha favorito un invito a localizzare le industrie di surgelazione nell'Italia settentrionale e di liofilizzazione nel Sud, dove già esistono e dove si verifica periodicamente sovrabbondanza e addirittura eccedenza di prodotti agricoli, destinati alla distruzione se non utilizzati dalle industrie di liofilizzazione. Queste sono alcune delle curiosità emerse al Slmposlum internazionale sul prodotti liofilizzati, che ha visto affluire a Roma sclenzatl, studiosi e operatori provenienti da diversi Paesi interessati al tema trattato. Tra le personalità presenti al simposlum sono segnalate: Eugene McGarrahm, direttore del «Food and drag admlnistratlon» degli Stati Uniti; 11 prof. Gastone Vettorazzl, re¬ sponsabile dei servizi tossicologici della organizzazione mondiale della Sanità di Ginevra; il prof. Cllnt Roberts, primo consigliere del segretario di Stato all'agricoltura degli Usa; Walter Reed Martindale, figlio dell'omonimo generale americano, presidente dell'American International Trade Goup. I lavori del primo simposlum internazionale sui prodotti liofilizzati, organizzato dalla Società Italiana di scienza della alimentazione, nell'aula magna dell'Istituto Superiore di Sanità a Roma, si sono aperti con una relazione del prof. Alberto Monzlnl, dell'istituto per la valorizzazione tecnologica del prodotti agricoli sul tema: «Aspetti tecnici della liofilizzazione nell'industria alimentare». La relazione si è soffermata in prevalenza sul problemi di carattere scientifico posti dalla conservazione del prodotto alimentare, collegandoli alle soluzioni tecnologiche adottate per la liofilizzazione degli alimenti e la loro ricostruzione nel momento dell'assunzione. Ha quindi preso la parola il prof. Ernesto Chiacchierini, preside della facoltà di Economla e Commercio di Roma, 11 quale ha svolto una relazione sull'Incidenza del prodotto alimentare liofilizzato nei consumi. Il prof. Vittorio Barattieri, direttore generale del ministero dell'Industria, ha precisato come il patrocinio del suo ministero a questa iniziativa scientifica voglia rappresentare un incoraggiamento ed uno stimolo agli operatori del settore perché continuino con impegno a sviluppare questo «interessante settore produttivo». Barattieri si è quindi soffermato sul ruolo che il comparto produttivo della liofilizzazione può svolgere a proposito della cooperazione dell'Italia con i Paesi in via di sviluppo. Citando 1 documenti ufficiali del governo italiano, che vincolano la destinazione degli alimentari a questi Paesi al requisito della loro produzione esclusivamente nazionale, Barattieri ha sottolineato come i prodotti liofilizzati aggiungano a questo requisito essenziale 11 peso ridotto, la durata illimitata del prodotto, l'Indipendenza dalla catena del freddo, la sicurezza micro¬ biologica, l'assenza di conservanti e il facile e pronto inter- : vento per l'utilizzazione gastronomica, r. a.

Persone citate: Alberto Monzlnl, Barattieri, Cllnt Roberts, Ernesto Chiacchierini, Eugene Mcgarrahm, Gastone Vettorazzl, Vittorio Barattieri, Walter Reed Martindale