Quei giovani costretti sopra una carrozzella

Quei giovani costretti sopra una carrozzella Convegno a Torino sui paraplegici e i loro problemi Quei giovani costretti sopra una carrozzella Il 44% dei nuovi casi è dovuto a incidenti automobilistici, il 5 allo sport Se ciascuno di noi, politici compresi, ricordasse che — in macchina, sul lavoro, nello sport o per la strada — siamo tutti sempre potenzialmente esposti a quell'istantaneo e tragico dramma che è la lesione traumatica vertetro-spinale — un minuto fa eri normale e attivo e adesso, dopo il crack o il -colpo di frusta- alla colonna, sei a rischio e in choc e non muori più. le gambe — l'annoso problema dei -paraplegici- uscirebbe finalmente dalla sua relativa emarginazione. E, sema dubbio, il sistema di raccolta e di trasporto degli infortunati diverrebbe eccellente e capillare e la rete di pronta affluenza ai -centri spinali- non troverebbe intoppi e là subito si realizzerebbe — al fine immediato della sopravvivenza e a quello futuro del miglior ricupero — la piena collaborazione degli specialisti. Per il massimo dei risultati la regola, oggi — il recentissimo Congresso mondiale di Roma sulla -Medicina dei disastri- insegna — è quella del -bene e subito al lavoro e tutti insieme», con rianimatori, fisiatri, neurochirurghi, urologi, ortopedici-traumatologi, tutti come primi attori nel senso del -pares Inter pares-. Senza questo grado di auspicabile efficienza di uomini (li abbiamo) e di strutture (non altrettanto) si rimarrebbe ancor sempre all'antica schiavitù dei postumi piU invalidanti, e alla maledizione della -vescica neurologica- delle contratture muscolari, delle ulcere da decubito, della calcolosi urinaria, delle infezioni e della pessima qualità della vita di relazione. Ieri, a Torino, al Convegno -Le complicanze precoci e tardive della paraplegia- presieduto da Mario Borgno, gli specialisti torinesi delle varie discipline competenti hanno di¬ scusso, nel giusto modo interdisciplinare — e alla presenza e con la testimonianza di tanti giovani paraplegici dell'Uicep — il problema del paraplegico nella dolente panoramica die va dal cruciale momento dell'accidente al periodo della rianimazione, della cliirurgia, della fisioterapia, del -nursing- e dell'urologia (elevato rischio di infezione e calcolosi in corso di ritenzione vescicale) e poi delle complicazioni a distanza (ritenzione e incontinenza urinaria, spasticità e dolore, iperreflessia del sistema nervoso autonomo, fistole. Chi sono e quanti sono i paraplegici, dolenti testimoni — anche se ammirevoli vincitori in senso psicologico — di un rischio che è in aumento nell'attuale società? Al doloroso ritmo annuo di 25-30 nuovi casi su ogni milione di popolazione (60-70 casi all'anno nella proviìicia di Torino) sono per lo più giovani e giovanissimi, ptù uomini (80 per cento) che donne. Quali le cause? Nel 44 per cento — ha detto B. Frea, dell'Istituto di Nefro-Vrologia dell'Università di Torino — 1 traumi della strada (in aumento); nel 18 per cento (in diminuzione) gli incidenti del lavoro; nel 5 per cento gli sport (subacquei e trampolino). Ezio Muletto

Persone citate: Ezio Muletto, Frea, Mario Borgno

Luoghi citati: Roma, Torino