In Val d'Aosta per risolvere i problemi tutti stretti attorno alla Petite Patrie di Piero Cerati

In Val d'Aosta per risolvere 8 problemi tutti stretti attorno alla Petite Patrie Il 26 e il 27 giugno si vota per le politiche e per il Consiglio regionale In Val d'Aosta per risolvere 8 problemi tutti stretti attorno alla Petite Patrie AOSTA — Il bilancio 1983 della Regione autonoma Valle d'Aosta pareggia sul 445 miliardi: 200 circa provengono dall'Iva riscossa all'autoporto per lo sdoganamento delle merci che giungono dall'estero attraverso 1 due trafori; altri 35 li porta il Casinò de la Vallèe, in continua espansione ; 1130-35 per cento è poi il gettito annuale del turismo la vera e grande Industria della Valle, che lavora soprat tutto d'inverno e sta trovando sbocchi per riempire le quat tro stagioni. Un bilancio sufficiente per i 113.375 abitanti (35 mila pensionati. 9 mila rendite Inali), che dipende soprattutto dai servizi offerti (la villeggiata ra, che sfrutta la «materia prima» delle bellezze naturali e dei campi per sci) poiché il prodotto Interno lordo è dello 0,3 per cento, l'ultimo in Ita lia. I valdostani. In particolare gli abitanti del fondo e della bassa Valle, dove 11 turismo non porta molta ricchezza, vorrebbero una diversa distribuzione delle risorse. L'industria in crisi assorbe miliardi, come l'agricoltura con 11 risanamento del bestiame, come la politica per la casa: tuttavia si sente da più parti la richiesta di una maggior programmazione negli Interventi, un «alt» alla Regione assistenziale. L'autonomia deve essere intesa anche •come autogestione delle risorse, quindi maggior decentramento, impegnando i Comuni e non trascurando, come slnora è stato fatto, il ruolo delle Comunità montane (sono otto), che taluno ha proposto persino di abolire se non saranno messe in condizione di funzionare con proprie disponibilità. Se il problema dell'industria è legato alla congiuntura internazionale negativa e richiede sacrifici, Interventi finanziari a bassi mutui, la crisi della casa è un fatto interno alla regione. Non si trovano alloggi da affittare: tuttavia su 80 mila case soltanto 41 mila risultano occupate; di 264 mila stanze. 155 mila sono abitate; l'Indice di affollamento è dello 0,7. Eppure esistono sfrattati che non trovano riparo e 11 Comune d'Aosta deve ospitarli in albergo. L'alto numero di vani vuoti è dovuto alle seconde case, al condomini dei grandi centri come Cervinia, Courmayeur, Pila. Tuttavia anche ad Aosta e in altre cittadine vi sono alloggi vuoti che 1 proprietari non affittano. I melivi sono motti: figli che devono sposarsi tra qualche anno, locazione periodica a non residenti (specie negli appartamenti ammobiliati), timore di non poter più allontanare l'inquilino, basso reddito dell'equo canone. Chi cerca casa bussa invano alle porte di agenzie e di privati. Il nodo maggiore che gli aostani si aspettano di veder risolto è quello del quartiere Cogne: la società Nuova 81as lo vende alla Regione che lo passerà al Comune perché venga ristrutturato secondo 11 plano (già approvato) di uno studio bolognese. Ma gli abitanti sono divisi tra il riscatto (prima o dopo la ristrutturazione?) dell'alloggio che adesso occupano e l'affitto (a equo canone o a prezzo politico?). Chi vuole comperare si trova di fronte a prezzi che oscillano dal milione al 1.200.000 il metro quadrato: non In zona turistica, né nei centri delle città, né In collina, né di medio lusso. L'edilizia popolare, finanziata dallo Iacp e dalla Oescal, non è sufficiente a far fronte alle richieste. Le cooperative spesso si incagliano sugli scogli burocratici, gli espropri sono contestati attraverso 11 ricorso al Tribunale amministrativo, n Comune di Aosta ha quindi deciso di comperare alloggi per oltre un miliardo: chi vuole vendere faccia le offerte. Industria e casa: due problemi aperti, che devono impegnare le risorse della Regione (la sanità ha un plano capillare per consultori, guardie mediche, ampliamento dell'ospedale regionale). Sul primo sono più sensibili i valdostani (il secondo riguarda soprattutto gli immigrati, chiunque giunga oggi per lavoro In Valle), costretti a vivere in zone turistiche dove 11 caro vita tocca punte altissime (fare la spesa è un problema oculato di scelte per far quadrare il bilancio), dove 1 grandi magazzini alle porte del capoluogo sono in funzione degU stranieri di passaggio. Ma 19 milioni di reddito annuo fanno pensare a una ricchezza' piuttosto diffusa,, quanto 1 depositi in banca: 524 miliardi, e nell'amministrazione postale 108 miliardi; e gli investimenti nelle aziende di credito: 156 miliardi. Mentre vi è un'auto ogni 2,4 abitanti (l'indice più alto d'I¬ talia) e nel 1980 sono state costruite 645 nuove abitazioni, seconde case: 11 vero reddito delle aziende artigiane edili. Per 1 consumi la spesa procapite è di 6.800.000 lire l'anno (anche qui al vertice delle statistiche in Italia). E' difficile quindi pensare, al di là del problemi descritti, che cosa desiderino 1 valdostani. Non c'è il clima di volere un cambiamento piuttosto una maggiore maturità politica. Nelle scorse elezioni regionali le liste erano diciassette, quest'anno si sono ridotte a dodici. SI sente il desiderio di stare più uniti attorno alla •petite patrie», di non disperdersi. Chi saprà Insistere su questo sentimento, battersi per risolvere 1 problemi da soli senza 11 centralismo di Roma pu i Avere la carta vincente in mano. Piero Cerati

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