Prima di via Fani fu sottovalutata la carica eversiva del terrorismo

Prima di via Fani fu sottovalutata la carica eversiva del terrorismo Pronta la relazione della commissione Moro: sarà approvata il 9 giugno Prima di via Fani fu sottovalutata la carica eversiva del terrorismo ROMA — Nei fascicoli della polizia, nel rapporti all'autorità giudiziaria, la denominazione 'Brigate rosse* compare solo nel 1977; 'Sorprendentemente invece* nelle stesse carte sono indicati come estremisti molti del nomi di coloro che successivamente riveleranno il loro volto di brigatisti. Eppure l'organizzazione romana delle Brigate rosse risaliva a molti anni addietro: un primo tentativo venne compiuto nel 1971, anche se solo nel 1974-75 la colonna romana assunse lineamenti organizzativi precisi con la venuta a Roma di Mario Moretti prima e di Prospero Gallinari poi. Questo è uno degli esempichiave che la relazione della commissione Moro (sarà approvata nella prossima seduta del 9 giugno e trasmessa al Parlamento entro la fine del mese), illustra per sottolineare la -mancanza di consapevolezza* del fenomeno terroristico a livello di apparati dello Stato. Oggi, dopo i fatti di via Fani e di via Caetani, con i dati acquisiti successivamente, il disegno destabilizzante del terrorismo appare chiaro ma anche all'epoca del' fatti — si afferma nella relazione — non poteva sfuggire ad un'analisi meno superficiale. I più attenti avvertivano che il Paese si trovava sotto 11 peso di un'emergenza destabilizzatrice; e lo stesso Moro, nel suo ultimo discorso del 28 febbraio 1978 ai gruppi parlamentari de. non esitò a manifestare il suo timore per la crisi dell'ordine democratico, per diffusi atteggiamenti di rifiuto dell'autorità, per la deformazione del senso della libertà. Invece, non solo lo stato di impreparazione che risultò dopo la vicenda Moro, ma anche le dichiarazioni dei responsabili della sicurezza del Paese dimostrano con chiarezza che 'assai scarsa* era la consapevolezza del fenomeno terroristico e spiegano «l'assenna di fondamentali precauzioni e perfino di piani adeguati*. II fatto è che «te azioni ter¬ roristiche non venivano considerate sotto il profilo eversivo*, e le risoluzioni strategiche — ben sette fino ai primi mesi del 1978 —, cioè i comunicati che rivendicavano puntualmente le operazioni terroristiche e le numerose pubblicazioni di periodici e volumi, e 1 continui dibattiti non erano fatti oggetto «di analisi adeguate, né esaminati in modo adeguato*. Nella relazione si sostiene che l'attenzione delle forze di polizia veniva piuttosto attratta dalle manifestazioni e dall'attività di altri gruppi eversivi che agivano in quegli anni nella capitale: dalle assemblee tumultuose all'interno e all'esterno dell'Università di Roma al cosiddetti «sabati di fuoco»; e in queste manifestazioni, particolarmente intense specie negli anni 1976-77. le forze di polizia finivano per esaurire 11 loro impegno *sema rendersi conto che probabilmente anche questa era una delle finalità perseguite dal terroristi*. \ Ma a sottovalutare 11 fenomeno non erano solo gli apparati di polizia: anche la magistratura e la stampa sono accomunate in questo giudizio. 'Il ruolo di garanzia assicurato dalla magistratura, di fron¬ te alle numerose denunce che giungevano sui suoi tavoli, è . altamente apprezzabile*, tuttavia proprio «per la persistenza e la continuità delle denunce, la magistratura avrebbe dovuto trarne occasione per disporre indagini più approfondite, magari sotto la direzione di un apposito nucleo di magistrati*. La relazione riconosce che, ancora a sei mesi dal sequestro Moro, dopo che le forze dell'ordine avevano compiuto lo sforzo massimo possibile per identificare a arrestare 1 brigatisti e i loro fiancheggiatori, 'ancora insoddisfacenti* erano le conoscenze del terrorismo. E anche se «era sufficientemente precisa* l'analisi degli obiettivi e della strategia delle Brigate rosse che lntendevano costituirsi in partito combattente, era però ancora carente la conoscenza dell'area di reclutamento dei gruppi, della loro complessa struttura e attività

Persone citate: Mario Moretti, Prospero Gallinari

Luoghi citati: Roma