La Valle d'Aosta vuole più autonomia ma non c'è intesa su come ottenerla

La Valle d'Aosta vuole più autonomìa ma non c'è intesa su come ottenerla Il 26 e 27 giugno si vota per le politiche e per il Consiglio regionale La Valle d'Aosta vuole più autonomìa ma non c'è intesa su come ottenerla La riforma dello statuto uno dei principali temi della campagna elettorale - Nata una lista per l'applicazione della «zona franca» - Si attenua la polemica sulrinsegnamento in francese nelle scuole AOSTA — Il 26-27 giugno gli elettori valdostani sono chiamati a eleggere un senatore e un deputato, ma soprattutto a rinnovare i 35 seppi del Consiglio regionale, le vere consultazioni «politiche» in questa regione a statuto speciale, che punta sempre più a una spiccata autonomia. Il clima non è quello del grandi capovolgimenti o dei sorpassi. I temi che partiti e movimenti dovranno affrontare sono essenzialmente due: la riforma dello statuto per l'applicazione dell'autonomia e la crisi economica, che ha costretto alla chiusura alcune aziende, creando disoccupazione e cassa integrazione. In Valle d'Aosta il Consiglio può legiferare con spazi maggiori che altrove, il presidente della giunta è anche prefetto, l'assessorato all'Industria svolge 11 ruolo di Camera di Commercio, la scuola ha una legge che la differenzia in parte da quella delle altre regioni, i nove decimi delle tasse e delle Imposte versate in Val¬ le vi ritornano con il riparto fiscale. Tuttavia c'è chi definisce quest'autonomia «una sottomissione all'Italia regolata e definita da altri con una legge costituzionale italiana: Sull'autonomia sono tutti d'accordo, ma sulla riforma e sulla sua applicazione le opinioni divergono. Lo statuto prevede la «zona franca», ma nessuno ne parla, tranne una lista nata per l'applicazione di questo articolo dello statuto volutamente dimenticato. La regione è bilingue, nelle scuole italiano e francese hanno ore d'insegnamento uguali e dal prossimo anno nelle materne «{'opera educativa verrà svolta nelle due lingue», primo passo per applicare anche nelle medie e nelle superiori la spiegazione delle varie materie in francese e non solo in italiano. Si eviterà in questo modo di creare una doppia scuola e ogni rischio di discriminazione (si pensi all'immigrazione in Valle da altre regioni: 4152 arrivi nel 1982 contro 3751 emigrati). Il francese infatti costituisce uno spartiacque in Valle d'Aosta: negli uffici pubblici regionali (dalla scuola all'ospedale) è obbligatorio conoscerlo, negli apparati statali no. Ma anche sul francese tutti sono concordi: è la lingua originarla della Valle, ne garantisce l'autonomia alcuni però vorrebbero un'applicazione più morbida dello statuto su questo punto, e guardano a un'Indipendenza intesa più come difesa della proprietà della terra per .poter essere padroni in casa propria». Anche lo scontro tra i sindacati Cgil, Cisl. UH (11 Savt, Syndlcat autonome, valdòtaln travallleurs, aderente alla Federazione, aveva posizioni più sfumate e diverse) e la Regione sull'esame di francese che i professori devono sostenere per insegnare in Valle d'Aosta è stato lungo, ma senza acredine, come invece alcuni anni or sono. Il francese fa ormai parte più della regione (della petite patrie) che dell'autonomia •purché non si esageri». Forse per questo 1 proposti «Lycées techniques», che dovevano sostituire l'Istituto professionale regionale (vere scuole di tipo francese), sono stati accantonati e non discussi nell'ultima seduta del Consiglio regionale, che ha approvato decine di leggi. La maggioranza non era concorde (union valdòtalne, de, democratici popolari, union valdòtalne progressiste, prl, psi) e uno scontro avrebbe potuto pregiudicare alleanze future, Il nodo sarà risolto nella prossima legislatura Per il Parlamento si è assistito a uno schieramento unito del «regionalisti», mentre 1 partiti-Stato hanno presentato loro candidati (tranne prl, psdi, pii che hanno formato un'intesa laica con candidati comuni); per le regionali ognuno correrà per conto proprio (tranne democrates populalres e union valdòtalne progressiste, che si sono uniti nella Fédératlon). La grande battaglia sarà sull'economia Su 7000 lavoratori del settore metallurgico e tessile 6500 sono di aziende in crisi: la Chàtlllon (Montefibre) ha chiuso, la Fortuna West è ferma da dieci mesi, la Siv è in amministrazione controllata, tagli sono previsti alle acciaierie Nuova Slas (ex Cogne) e Ilssa Viola (gruppo Orlando), alla MorgexCarbo. Nell'industria l'occupazio¬ ne è scesa del 12 per cento nel 1982 rispetto al 1981. La cassa integrazione sostiene oggi chi è senza lavoro, la sua incidenza è alta, segno del malessere latente, ma diffuso (latente perché altri settori, come servizi, hanno registrato un incremento del 7 per cento nell'occupazione). Nel 1982 la media mensile degli iscritti nelle liste dei disoccupati Stata di 2614 unità (l'incremento è dato soprattutto dalla manodopera femminile 1482 unità). La Regione ha stanziato 30 miliardi per costruire il metanodotto e alleggerire i costi energetici dell'industria, cui sono legati anche 1 problemi della grande viabilità: superstrada del Monte Bianco, ferrovia elettrificata fino a Courmayeur, tangenziale di Aosta, opere che potrebbero depenalizzare le aziende dagli attuali alti costi di trasporto. Per questo l'economia sarà il campo su cui si affronteranno partiti e movimenti. Non per nulla sono in lista il segretario (dimissionario) della Cisl pef "la de' é 11 segretario (aneli 'egli dimissionarlo) del Savt per l'union valdòtalne. Piero Cerati Le regionali nel '78 Listc Votl % seggt PCI 14.442 19.51 7 PSDI 1.543 2,08 1 PLI 1.318 1,78 1 Artigiarii e commercianti 1.118 1,51 1 PRI 1.395 1,88 1 UV 18.318 24,75 9 MSI »49 1,28 Nuova sinistra 1454 1,96 1 Federation (DP eUVP) 11.018 14,89 5 DC 15.723 21,24 7 PSI 4.997 6,76 2 Altrl 1-740 2,35 — Non si presentano quest'anno Alternativa radicale (1,32%) e Ecologia valdostana (0,76%), mentre il Raggruppamento operaio socialista (0,53%) e l'Autonomia socialista (2,65%) sono confluiti nel psi. Si è poi sciolta Democrazia nazionale (0,28%). Quest'anno si presenta anche una «Usta per la zona franca».

Persone citate: Piero Cerati

Luoghi citati: Aosta, Cogne, Courmayeur, Italia, Valle D'aosta