La mia Minna, femminista del '700

La mia Minna, femminista del '700 La mia Minna, femminista del '700 «Dobbiamo riuscire a dividere gli spettatori—dice il regista—fra chi la adora e chi la detesta» - Protagonista Andrea Jonasson □AL NOSTRO INVIATO SPECIALE MILANO — C'è una bell'aria di tensione e raccoglimento, nella platea del Piccolo a via Rovello, a sei giorni dalla prima della Minna von Barn-, helm di Le ss Ing. lo spettacolo con cui Giorgio Strehler concluderà la stagione della sua! compagnia. Per un vecchio malanno! riacutizzatosi In questi giorni, 11 regista si presenta alle prove, contro le sue abitudini, con qualche ritardo: ma appena è giù, al centro della sala, a fianco della consolle con i suoi assistenti e tecnici, subl-j to si getta a capofitto nel lavoro, con un impeto e uno; smalto che gli anni non accennano ad appannare. Oli fanno sentire un coro di' soldati ubriachi di primo mattino («£ questi sarebbero dei prussiani, per di più sbronzi?*, tuona sardonico), lo pregano di dare un'occhiata alla parrucca di Ruggero De Daninos, da francese spiantato (.Ecco fai pendere sulle orecchie due cernecchi un poco sfatti, devi essere losco, capisci?'), sussurra qualche suggerimento ad Andrea Jonasson, bellissima con i suol occhi pervinca sotto la parrucca bianca di Minna, l'abito gonfio color grigio perla, ritocca una posizione in proscenio di Pamela Villoresl. nel suo vestitino leggero di giovane dama di compagnia, l'appassionata Franzlska. In un angolo, se ne sta raggomitolato In poltrona il coprotagonista Sergio Fantoni, che è 11 maggiore Tellhelm: •E' incredibile! Non lavoravo con Strehler da 30 anni o quasi, dai Giacobini di Zardi. Non ha perso niente in impegno e concentrazione, è sempre più ricco di umanità e rigore, è sempre piii Goldoni mediato da Brecht*. Ora si prova una lunga sce- na del quarto atto, per mettere a suo agio De Daninos. che solo da una quindicina di giorni si è aggregato al compagni sostituendo José Quaglio nel ruolo di Riccaut de La Marlihière, un aristocratico fallito e giocatore: -Attenti tutti, questa è una scena molto importante, è tra l'ironia e il grottesco, la comicità e la disperazione, come tutto questo capolavoro: E dopo poche battute dell'attore, della Jonasson, della; Villoresl. è già in movimento, sale e scende Infaticabile dalla scaletta di prosr arilo, rifa un'intonazione, abbozza un: movimento, ricalcola puntiglioso la meccanica delle -muse, si preoccupa della •< mtinuità della situazioni .-ammatica*. Lo abbiamo già viste < Itre volte in questi frangenti, ma ogni volta 6 una emozione: nuova: all'istrionismo profuso agli astanti con autoironica consapevolezza si mescolano Intuizioni profonde, 11 rimprovero duro all'interprete si alterna all'incoraggiamento affettuoso: e intanto il regista dipana tutta una trama di rifiniture critiche, che dosa e attenua con debite Istruzioni per l'uso: ./o esagero sempre, non copiatemi mai, io vi offro due o tre soluzioni vistose, voi, ne scegliete una, e naturalmente la affinate, la fate vostra». Per tre ore e mezza va avanti senza sosta, poi decide per un breve intervallo, s'allunga, madido di sudore, su una poltrona, si lascia andare a qualche confessione: -Forse è lo spettacolo più difficile che ho affrontato in tanti anni. Questa grande commedia, scritta all'indomani della 'Guerra dei sette anni" (sia-1 pio tra tt 1765 e il 1767) ha' un'intelaiatura giocosa ed una netta impronta, storico-' realistica. Eppure è altamente' simbolica di condizioni esistenziali nostre contemporanee, e ci sono persino dei tocchi prestrindberghiani sul rapporto uomo-donna. Dobbiamo riuscire a rendere, nel nostro spettacolo, la compresenza di tutti questi strati. Vi rendete conto di che gatta da pelare?*. Poi si alza di scatto e come! ribellandosi a Lessing e a se; stesso prende a scandire: •£' intanto uno stupendo conflitto tra un uomo e una donna, che hanno a disposizione tre round per trovarsi. Lui il maggiore Tellhelm crede all'onore,: al suo re come un grande padre, se ne sente tradito, è sconfitto dalle idee astratte in cui ha creduto. Lei, Minna di Barnhelm, lo riporta alla verità del cuore. Certo è più nuova, più aperta di lui, le spetta il ruolo guida, è come un araldo del tempi nuovi di una società che cambia. E questo lo faremo sentire per dio, agli spettatori!*. Ora è proprio infervorato nel suo saggio critico ad alta voce con tutti gli attori e gli amici attorno: •Credo che il nostro pubblico capirà il testo di Lessing meglio che quello tedesco per il quale il copione è incrostato da una tradizione tra farsa e tragedia. Noi dobbiamo riuscire a farne una tragicommedia, e magari dividere gli spettatori tra maschi listi e femministe, queste che adorano Minna e quelli ce la giudicano antipaticissima: e lasciare intuire che dopo le nozze, fuori scena, tra Minna e Tellhelm continua una dura partita*. Guido Davico Bonino Andrea Jonasson durante le prove della «Minna von Bamhelm»; secondo 11 regista Io spettacolo più diffìcile della sua carriera

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