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Storia di un delfino ucciso dalla plastica E' andato ad arenarsi sul litorale di Sanremo Storia di un delfino ucciso dalla plastica SANREMO — L'inquinamento ha ucciso il grosso cetaceo (uno Ziflo, parente stretto del delfini) che nel giorni scorsi era venuto a morire sul litorale di Sanremo, nei pressi dei «Tre Ponti». Non l'Inquinamento tipico, quello da idrocarburi, provocato dal lavaggio delle cisterne delle petroliere in transito al largo della costa, bensì una nuova forma di avvelenamento del mare: i sacchetti di plastica. Ve ne sono a migliaia, indistruttibili, inaffondabili. Vengono utilizzati come contenitori di rifiuti. I principali responsabili di questa presenza sono i proprietari di yacht che non esitano a sbarazzarsene gettandoli fuori bordo; a volte li appesantiscono per farli inabissare, ma non c'è nulla da fare: dopo qualche giorno tornano a galla e non scompaiono più. Uno di questi sacchetti è stato trovato nell'esofago del cetaceo venuto a morire a Sanremo: ha cercato là fine, venendosi ad arenare sulla spiaggia per ben due volte perché soffriva. Non riusciva a respirare. L'uomo ha tentato di salvarlo, ma non ha capito perché stava morendo. Con un mezzo della capitaneria di porto è stato trascinato al largo; un veterinario gli ha praticato alcune iniezioni nella convinzione che fosse venuto ad arenarsi perché aveva perduto il senso dell'orientamento. Invece il grosso Zifio stava morendo proprio per colpa dell'uomo'. La presenza del sacchetto di plastica nera, bloccato nelle vie respiratorie del mammifero, è stata accertata dal professor Cagnolaro di Milano, uno dei più noti esperti del settore, nel corso dell'autopsia. L'esame dei resti del cetaceo ha permesso anche di stabilire, con una certa approssimazione l'età: 10-15 anni. Un esemplare adulto, quindi, del peso di 1350 chilogrammi. g.p.m. Sanremo. D delfino ucciso dalla nuova forma di inquinamento del mare: nell'esofago dell'animale infatti è stato trovato un sacchetto di plastica, di quelli comunemente usati per fare la spesa