La siccità nel Sud preoccupa anche gli operatori turistici
La siccità nel Sud preoccupa anche gli operatori turistici Temono un massiccio calo delle presenze La siccità nel Sud preoccupa anche gli operatori turistici ROMA — La maggioranza del 4000 esercizi ricettivi, fra alberghi e pensioni che ricadono nelle regioni meridionali del paese interessate dalla siccità, «è pienamente in grado di far fronte alle esigenze del turista, senza privarlo del servizi di primaria importanza, quale l'uso dell'acqua'. In particolare, gli oltre 500 esercizi della Calabria, 1 500 della Puglia ed i più di 700 della Sicilia — cui vanno aggiunti i 1307 della Campania ed i 75 del Molise — sono stati Interessati per lo più, da lavori di ampliamento delle cisterne, che, ove necessario, sono proseguiti anche nello scorso inverno. «Più che la siccità, male endemico per il Mezzogiorno e che produce danni enormi all'agricoltura — ha dichiarato 11 presidente della Fiavet, raglilo — ciò che preoccupa gli operatori turistici sono le ripercussioni che potrebbero derivare all'andamento dei i viaggi e delle vacanze nel' Mezzogiorno dall'errato quadro della situazione alber-: ghiera che potrebbe derivarne: Tale preoccupazione «non ha ragione di essere». La grande maggioranza degli esercizi alberghieri di' fronte alle ricorrenti difficoltà del genere hanno preso, non da ora, le loro misure. «Una errata informazione in materia — ha aggiunto 11 presidente della Fiavet — rischia di vanificare i programmi per il Mezzogiorno, compresi gli itinerari per il Sud, in quanto ulteriore deterrente dal punto di vista dell'immagine». Le preoccupazioni traggo- no origine anche dai primi segnali (negativi) sull'andamento del turismo. «In base a segnalazioni ricevute — ha dichiarato il direttore generale della Falat, Vaccarella — sarà ben difficile ripetere i risultati del 1982. A Roma, nonostante l'Anno Santo, è stato registrato, nel primo quadrimestre, un calo del 15% delle presenze complessive. La corrente tedesca, che Incide sul totale di quelle estere per il 40%, mostra evidenti segni di recessione, di cui il Mezzogiorno rischia, causa la distanza ed i prezzi di traposto, di farne le spese».
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