Professione: ex ministro di Dio di Vincenzo Tessandori

Professione: ex ministro di Dio Che cosa è rimasto dei preti operai a 25 anni dalla loro comparsa Professione: ex ministro di Dio Aldo Ferrarino, 56 anni, sacerdote da 32, nel 1969 fondò una comunità a Rosignano Monferrato: ora fa il pittore - «La mia strada, dice, si è a poco a poco allontanata dalla linea ufficiale. Non mi considero più prete ma non metterò mai una firma per questa decisione» - Mario Ciiminetti, 49 anni, ridotto allo stato laicale si è sposato e ha un figlio - Fa il libraio a Milano: «Non mi sento in crisi per la mia posizione, ma più libero» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ' MONTEMAONO D'ASTI — Il mondo sussurra, può anche essere poche cose: la tranquillità, alcune amicizie, bei ricordi, buone letture, muJ sica, godere della cultura. Fa' parte della diaspora che, nel corso di anni tormentati, ha condotto tanti sacerdoti lontani da quelli che chiamano i «meccanismi politici» della Chiesa, alcuni anche dalla fede. Ha parlato un mese fa al vescovo, che lo aveva chiamato, e gli ha confermato 11 distacco. *Non mi considero plU prete, ma non metterò mai una firma per questa decisione*. Nessun trauma improvviso, gesto di rinuncia, di ribellione, e nessun provvedimento preso dalla curia. «La mia strada si è a poco a poco allontanata dalla linea ufficiale; dice Aldo Ferrarino, 56 anni, sacerdote da 32. ora pittore giudicato di talento. Famiglia contadina, studi a Casale e alla Gregoriana, a Roma; laurea in teologia con una tesi sulla messa anglicana, baccellierato in filosofia. Sono gli Anni Cinquanta. Tornato a Casale trova la città percorsa da mille fermenti.. Riceve l'incarico di occuparsi del Movimento studentesco. •Facemmo tante belle cose, anche un settimanale, "Tuttocasale", avevamo idee che non', sempre collimavano con quelle dell'establishment: Viene nominato canonico e ha solo 33 anni. Al liceo classico, dove insegna religione, si batte per un'apertura maggiore, -una certa democratizzazione*. Si parla già di consigli di classe, d'istituto, nel 1965-66. Molti, del suo gruppo, quell'anno vengono ri' mandati alla maturità e Ferrarino, ceno del valore degli studenti, copre di manifesti i muri di Casale: «Gii esami, che buffonata.'». Contesta 'la sostanza prima del metodo*, dice. \ Tre anni più tardi fonda una comunità a Rosignano Monferrato: sette o otto ragazzi, alcuni laureati, altri laureandi. 'Avevamo intenzione di praticare il cristianesimo a oltranza, senza freni: niente proprietà, tutto doveva essere diviso. Ci eravamo convinti che denaro e titoli di studio determinavano le caste*. Con parte di un'eredità arrivata a Ferrarino dall'America, si coprono le spese. Il •bel gioco», come lo chiama ora, durò fino al '74. C'erano stati momenti di tensione, ma non per la comunità. Ferrarino aveva preso posizione con altri sacerdoti sul problema del celibato e per la Chiesa questo appariva come nodo essenziale. 'Sostenevamo la libertà di scelta, nel nostro gruppo c'erano Germano Re, che insegnava dogmatica al seminario interdioeesano di Vercelli e se n'è poi andato in Germania, e Pier Cesare Bori. Il Sessantotto aveva lasciato un segno profondo. Adesso c'è la tendenza a scordarsene, da parte nostra perché in qualche modo rimanemmo scottati, dagli altri perché non avendolo vissuto o visto dalla parte opposta è considerato come qualcosa da eliminare*. 1969: processo teologico per il canonico. «Se credo? E' una questione che ha a che fare col potere. Dio, per me, è qualcosa di ineffabilmente nascosto. indicibile. La mia vita è anco-' rata lì. Considero, invece, la Chiesa come un gruppo dt gente che lotta per il potere e io questo potere non glielo riconosco. Non è possibile cambiare gli altri, tutti gli altri, dice, e allora occorre andarsene. Si è ritirato a Montemagno, mille abitanti, 11 bar per la partita la sera, poche Iniziative. 'L'arte rimane la fuga ideale*, dice. Da trent'annl usa pennello e colori, e questo lavoro gli permette di vivere Era il 1962 e il '78 avviene «l'eclisse del prete», molti abbandonano la tonaca e la tendenza, anche in Italia, ha da-> to, a lungo, l'impressione di essere irreversibile. Erano 30.592 1 sacerdoti nel nostro Paese, ridotti di circa 1 due terzi, a 9853 nel "78. -La diminuzione è dovuta alla mancanza di ricambio ai preti che, muoiono (l nuovi ordinati diminuiscono pure di due terzi) e all'abbandono del ministero da parte di molti altri*, scrive Mario Cumlnettl nel suo ultimo lavoro, n dissenso cattolico in Italia. Quarantanove armi, bergamasco di Albino, laureato in teologia, libralo a Milano e animatore del centro culturale Nuova Corsia, fra il 1957 e il '73 Cumlnettl è stato un ministro di Dio. Ridotto allo stato laicale si è sposato e ha un figlio di tre anni. Quando gli chiedo se si senta ancora prete, risponde: 'Occorre chiarire che cosa significhi fare il sacerdote. Quando uno lo fa lo è, quando non lo fa non lo è*. Neppure per lui, dunque, si tratta di una questione di termini o etichette. Nel confronti della Chiesa, assicura, si trova un una «posizione di critica. Non mi sento in crisi, per la mia posizione, semmai un po' più libero*. D'altra parte, afferma, «oggi non si può più dare della Chiesa un ritratto univoco perché moia sono gli spazi lasciati ai singoli vescovi*. Rimpianti, nessuno. Alle spalle ha anni di lotte, contestazione, dissenso, benché, come altri, ritenga questo termine improprio. E' stato, nel 1968, assistente spirituale alla Cattolica di Milano, poi un anno alla Gregoriana, alla Propaganda Fide. Lo hanno poi mandato alle diocesi di Firenze e di Arezzo, ma sempre, per il suo modo d'interpretare 11 ruolo, o la missione, è stato «mandato via, con una scusa o l'altra. Cosi ho detto "basta Ho continuato a fare il mio mestiere di teologo, continuo a lavorare all'interno di questi gruppi dove si va avanti. Vincenzo Tessandori

Persone citate: Aldo Ferrarino, Ferrarino, Germano Re, Mario Cumlnettl, Pier Cesare Bori