Begin, a Reagan: ci preoccupano i preparativi siriani in Libano di Giorgio Romano

Begli, a Reagan: ci preoccupano i preparativi siriani in Ubano Inquietudine in Israele dopo lo scontro aereo di ieri Begli, a Reagan: ci preoccupano i preparativi siriani in Ubano Un comunicato dell'esercito di Gerusalemme: «Continueremo a sorvolare il territorio libanese come sempre» - Damasco promette appoggio ai ribelli palestinesi di Al Fatah contro eventuali interventi dei fedeli di Arafat - La Libia invia armi pesanti NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE TEL AVIV — Oravi inquietudini sono sorte nelle ultime ore in Israele per la possibilità che si incendi il fronte con la Siria, dopo lo scontro aereo tra israeliani e siriani. Annunciando l'episodio il comunicato dell'esercito di Israele afferma che i suoi apparecchi .continueranno a sorvolare il Libano come d'abitudine*. Da parte israeliana si dà notizia inoltre che lunedi due razzi terra-aria erano stati lanciati contro un elicottero israeliano nella regione di Amile (zona orientale della Bekaa) e che l'elicottero era uscito inr denne dall'incidente; ma è singolare che due giorni fa il portavoce militare non ne abbia dato notizia. Questi fatti accrescono l'ansia degli ambienti politici di Israele sulle intenzioni siriane, anche a seguito dei movimenti delle truppe di Damasco nella Bekaa e sul Golan. L'Inquietudine è stata espressa dal premier Begin in una lettera al presidente Reagan, In risposta a quella del capo dell'esecutivo americano in occasione della firma dell'accordo israelo-libanese. In questa lettera è detto: «.Non conosciamo le intensioni dei siriani ma siamo preoccupati dalle possibili conseguenze delle misure che sono state prese*. Martedì del resto c'era stato identico suono di campana alla commissione Esteri e Difesa della Keneseth, dove 11 ministro della Difesa Moshe Arens aveva detto: «Siamo allarmati per l'atteggiamento di Damasco in Libano e sul Golan, perché numerosi indisi mostrano che ci sono preparativi bellici da parte della Siria.. Gli osservatori tuttala notano che questo è soltanto uno degli aspetti della situazione; un altro è che la Siria e l'Olp sarebbero disposte a scutere sulle condizioni di uno sgombero dal Libano. I radio delle falangi ha aff<" mato ieri mattina che u: u sforzo di mediazione interarabo è in corso tra il Libano t la Sirla e verte su quattro punti: 1) concessione alla Siria di garanzie per la sua sicurezza; 2) protezione della frontiera comune; 3) opposizione a qualsiasi costituzione di un fronte anti-siriano nel Libano; 4) annullamento del debito della Siria per la sua presenza (in veste di «caschi blu» della forza di dissuasione lnteraraba) nel Libano. I palestinesi non sono da meno: secondo Abu Jihad. capo del braccio militare dell'Olp, la centrale palestinese sarebbe pronta a negoziare con Beirut. Egli lo ha dichiarato al Times di Londra, indicando due condizioni per la partenza dei guerriglieri palestinesi: l'Olp dovrebbe poter svolgere attività politiche nel Libano e mantenere una pre¬ senza militare limitata per assicurare la protezione dei palestinesi che vi si trovano. Un altro aspetto della situazione che tiene desta la vigilanza degli israeliani è l'insurrezione contro Arafat di alcune unità di Al Fatah nella Bekaa libanese; secondo il presidente dell'Olp si tratta di 1500 uomini ai quali avrebbe tagliato i viveri. Lo stesso Arafat (che ha nominato un nuovo comandante dell'artiglieria nella persona di Haled Sultani e Abu Jihad sono tornati nella Bekaa orientale per cercare di circoscrivere la se¬ dizione prima di riunire a Damasco il comitato centrale di Al Fatah. Secondo 11 comandante In seconda dell'Olp 1 ribelli godono dell'appoggio della Sirla e della Libia e, anzi. Damasco avrebbe fatto sapere che ogni tentativo di attaccare 1 ribelli si scontrerebbe contro le truppe siriane, mentre la Libia avrebbe fatto giungere agli Insorti armamento pesante. Arafat, Invece, pur accusando Oheddafi, non ha creduto di rivolgere alcuna accusa al governo siriano. Giorgio Romano