Bettega sogna un addio brindando in Coppa di Bruno Bernardi

Bettega sogna un addio brindando in Coppa Bettega sogna un addio brindando in Coppa Ultima gara in bianconero anche per Zoff? - «Fantasie — replica Roberto — Dino continuerà a giocare con la Juve» DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ATENE — Ultimo atto per Roberto Bettega nella Juventus. Lui chiede un lieto fine, con un brindisi in Coppa dei Campioni per l'addio, come calciatóre, all'Italia. Sara Alene il palcoscenico della recita finale. Bearzot avrebbe voluto convocarlo per Goteborg, ma Bettega ha chiesto di essere esentato. Ha le valigie pronte e il biglietto in tasca per il Canada: partirà sabato e la domenica, mentre gli azzurri giocheranno in Svezia, sarà a Chicago a presenziare all'incontro tra il Bllzzard e gli Stings. Il suo esordio nella nuova squadra avverrà il'31 inaggio a Toronto nell'amichévole con il Nottingham Forest, che verrà probabilmente trasmessa in diretta da Canale S, e il debutto in campionato è fissato, in casa, con il Vancouver che allineerà Watson, l'ex stop/per del Manchester Cittì e della Nazionale inglese, vecchia conoscenza di Hobby-gol. Ma prima c'è l'Amburgo nei pensieri del grande campione. Ieri mattina, al - Comunale, torinese, un tifoso gli ha gridato un perentorio: «Vogliamo l'Europa», fi un altro, chiedendogli di posare accanto ad una giovane e mansueta leonessa di nome Ktra, Incatenata però a un'autogrù, gli ha detto: «La Juventus e tu dovete ruggire». Bettega ha annuito con un sorriso. Il destino ha voluto che il suo congedo avvenga nella partita che potrebbe rappresentare una delle pagine più fulgide della storia della Juventus. Anche per lui, ovviamente. In tribuna ci saranno suo padre e il figlio Luca. La moglie, a differenza di altre consorti dei bianconeri, ha preferito restare a casa per curare i dettagli del trasloco in Canada. La sua partenza per l'America e l'eventualità che' Zoff domani sera, dopo la finale, annunci di avere appeso i guanti al classico chiodo, segneranno la chiusura di un ciclo? •Se vinciamo, piti che chiudersi si apre un ciclo. E quanto a Zoff sono fantasie. Secondo me, Dino continuerà e nella Juventus. Una o due. pedine, comunque, non hanno un gran peso, visto che 11 nucleo base non camblerù. E poiché a livello europeo questo è un periodo di transi¬ zione e non c'è un club che domini come fecero in passato Real Madrid, Inter, AJax, Bayern e Liverpool, la Juventus si mette in corsa per Iniziare una sua era, Amburgo permettendo». Ad Atene, Bettega ha dei precedenti felici: ha sempre segnato un gol, con Aek, Panathinaikos e Olympiakos. Domani sera vuole fare un poker: «Ma soprattutto è importante vincere, anche se ho un conto aperto con Kaltz che a Buenos Aires, di tacco, mi negò clamorosamente un gol fatto al Mundlal 78»; Poi aggiunge che queste sono partite in cui non bisogna avere mai fretta, perché i tedeschi non si arrendono fino alla fine. A parte la doppia finale con il Leeds e quella vittoriosa con l'Athletic di Bilbao, questa è la sua seconda finalissima di Coppa dei Campioni. Qual è l'errore che la Juventus non dovrà ripetere rispetto a Belgrado 13? «Di sentire la gara In modo ossessivo come ci accadde con l'Aiax, quando molti di noi erano giovani e Inesperti», risponde. La Juventus è squadra temprata a tutte le batta¬ glie e Paolo Rossi assicura che la squadra non si lascerà tradire dai nervi per raggiungere un titolo che darebbe ai bianconeri l'etichetta -euromondiale.. •A Madrid c'era meno tempo per prepararsi allo scontro decisivo con la Germania Ovest e la tensione fu maggiore: per Atene, che era l'obiettivo principale da agosto, abbiamo avuto un mese e mezzo. Mi sento in forma e tutta la squadra è viva. All'inizio di stagione c'era stata troppa confusione attorno al mio nome, mentre adesso sono tranquillo e le voci di mercato mi lasciano indifferente». — Cosa si gioca il -re del Mundio!., ad Atene? •Alla classifica cannonieri ci tengo e sarebbe splendido se il mio successo personale coincidesse con la Coppa. Ma, prima di tutto, è fondamentale il risultato. Molti ci danno favoriti poiché in otto gare abbiamo quasi sempre giocato alla grande e il Mundial ci ha dato fiducia e credibilità internazionale, ma sarà il campo l'unico giudice». Bruno Bernardi