Solo il sindacato rimane parte civile contro l'Acna

Solo il sindacato rimane parte civile contro l'Acna Il processo a Savona per la morte di 19 operai Solo il sindacato rimane parte civile contro l'Acna La richiesta di estromissione presentata dai difensori accolta per .. l'Italia Nostra e Pro Natura - Impilatati dieci dirigenti Montedison SAVONA — Escluse dal processo, con un risarcimento di 700 milioni di lire, le costituzioni di parte civile dei familiari dei 19 operai dell'Acna di Cengio morti per cancro e degli altri 33 dipendenti affetti da malattie incurabili (papilloma alla vescica, leucemia e altre forme tumorali), 1 difensori dei 10 imputati, il -gotha» della dirigenza di Foro Bonaparte, accusati di omicidio colposo plurimo e lesioni gravissime, hanno cercato di estromettere dal processo anche 11 sindacato e le associazioni ecologiche Italia Nostra e Pro Natura. E' stato uno scontro aspro che ha coinvolto anche la rappresentante della pubblica accusa. Maria Teresa Cameli, favorevole alla sola presenza del sindacato. n tribunale di Savona, dopo tre ore di camera di consiglio, ha accolto la sua test. Fulc, Cgil, Cisl e Uil faranno, ora, sentire 11 peso della loro presenza. Le organizzazioni sindacali non sembrano neppure disposte ad accettare un estremo tentativo di risarei' mento lanciato dall'avvocato Vittorio Virga, dopo la lettura dell'ordinanza dei giudici che ha legittimato la loro costituzione di parte civile. Sul banco degli imputati Gino Sferza, 71 anni, ex presidente della «Standa», Implicato in una vicenda di bustarelle a Roma; Cesare Bianconi, 54, e Vincenzo Simoncelli, di 51, tutti abitanti a Milano. Si sono succeduti alla guida del consiglio di amministrazione dell'Acna (stabilimenti anche a Cesano Maderno e Piacenza; pacchetto azionario interamente della Montedison) nel periodo «incrimina- lo» dai giudici inquirenti. Poi: Raffaele Puccionl, 59 anni, Franco Menozzi, di 67, e Francesco Vignati, di 51, anche loro abitanti nel capoluogo lombardo. Hanno ricoperto tutti, in tempi diversi, la carica di direttori dell'Acna di Cengio. Hanno disertato il processo, con motivazioni diverse, altri tre loro colleglli: Aldo Giunta, 78 anni, di Milano, Mario Ortolani, di Isnello (Palermo), Alberto Tamburini, anche lui milanese, 75 anni, e il medico di fabbrica, Luigi Zini, 72 anni, di Parma. Il tribunale li ha dichiarati tutti contumaci ad eccezione dell'ultimo. Nessuno degli imputati, secondo l'accusa, avrebbe edotto del pericoli mortali che correvano le 19 vittime della presunta «fabbrica del cancro» e gli altri 33 dipendenti: contadini che hanno lasciato la coltura delle terre della Valle Bormlda e del Basso Piemonte con la prospettiva di un posto sicuro di lavoro. Qualche decina di migliaia di lire ir, più al mese per lavorare nei reparti di produzione dell'alfanaftUamina e della betanaftllamina; tutte sostanze cancerogene, come afferma una relazione redatta da un esperto di fama Internazionale e fatta pervenire alla dirigenza Acna. I sindaci di molti paesi del Basso Piemonte e amministratori della provincia di Asti hanno ricordato queste persone presentandosi in tribù naie con il lutto al braccio. Una protesta civile che voleva ricordare anche la recente assoluzione, in corte di appello, a Genova, di quattro direttori dello stabilimento di Cengio, condannati due anni or sono dal tribunale di Savona per Inquinamento del fiume Bormlda e l'adulterazione dei prodotti agricoli delle campagne vicine al greto. A spingere i magistrati ad indagare sull'Acna furono i documenti stralciati dal prò-, cesso all'Ipca di Ciriè, inviati a Savona dal giudici torinesi. Poi, le lunghe indagini che contengono l'elenco delle sofferenze di un'intera generazione di dipendenti Acna e codificano l'indifferenza con la quale molti operai sono stati lasciati a lavorare con sostanze mortali. Il processo prosegue domani. Il collegio di difesa cercherà di ottenere la nullità della sentenza di rinvio a giudizio, il tempo giocherebbe a suo favore in previsione della prescrizione di alcuni del reati. Sembra, però, un'ini presa ardua BnmoBalbo