Il Sud Africa «libanizzato»? di Alfredo Venturi

Il Sud Africa «libanizzato»? Il Sud Africa «libanizzato»? OSSERVATORIO Il generale Magnus Malan, ministro sudafricano .della Difesa, ha mantenuto la paròla, e nessuno del restò ne dubitavi!. Non esiteremo, l'.nveva detto venerdì scorso, subito dopo il cruento atten'tato. di Pretoria, a colpire i guerriglieri nazionalisti nelle loro basi oltre confine. Non e "Sèrto la prima volta che questo avviene. Pochi mesi fa i commandos del generale Malan erano stati protagonisti di una sanguinosa incursione nel piccolo Lesotho. Stavolta è toccato al. Mozambico, non nuovo del resto allo scomodo ruolo di bersaglio dei fulmini di guerra sudafricani. Con 17 morti e quasi duecento feriti, l'attentato di venerdì è il più grave che mai sia stato organizzato in un'area urbana nel Paese dell'a,panheid. Il capo dell'African National. Congress, Oliver Tambo, ha detto che esso rappresenta il segnale di avvio di un'escalation nella lotta contro il sistema della dominazione bianca in Sud Africa. Perché proprio ora un'escalation"} La risposta risiede nella blanda ricetta riformistica del primo ministro Pieter Botha. Si tratta di un progetto di riforma costituzionale, che il prossimo autunno dovrebbe essere sottoposto a referendum: naturalménte, un refe-, rendum. per soli bianchi. Botha propone un Parlamento tricamerale: una Camera che .rappresenti i cinque milioni ■dì bianchi, una per i due milioni é mezzo di meticci, una .per il milione scarso di indiani. Per i ventun milioni di ne- ri, nient'altro che una conferma: assenza di diritti politici e progressivo assorbimento nei bantustan, man mano che questi ricevono una platonica indipendenza. Il piano ha incontrato la furibonda ostilità dell'opinione tradizionalista boera, per la quale aprire le porte del potere politico agli indiani e ai meticci é già un cedimento intollerabile alla «demagogia comunista». Il progetto ha diviso la comunità indometic- ' eia, che oscilla fra la suggestione del potere e la coscien¬ za del collaborazionismo. Infine, ha esacerbato la maggioranza nera, ancora una volta tagliata fuori; e la bomba di Pretoria appare come una prima risposta. Dovremmo offrire sempre l'altra guancia? ha chiesto polemicamente Tambo. In questo quadro, era logico prevedere che la reazione sudafricana sarebbe stata durissima. I bianchi più liberali avevano invocato moderazione: Philip Myburgh, portavoce del partito- federale progressista, aveva detto che ola violenza non è la risposta giusta alla violenza». Non sarà la risposta giusta, ma è la risposta che era facile aspettarsi, e che purtroppo non si può considerare esaurita con l'operazione militare dell'altro ieri. La prospettiva dell'Africa Australe é cosi nettamente delineata per il prossimo futuro: escalation terroristica all'interno, escalation delle rappresaglie sudafricane oltre frontiera. Uno spettro mediorientale incombe sulla regione. C'è poi un'altra conseguenza da temere: quanto sta accadendo potrà influire negativamente su quel negoziato del Capo Verde che vede seduti attorno a uno stesso tavolo i plenipotenziari sudafricani e angolani. Una trattativa che ha aperto per la prima volta uno spiraglio nel tragico muro d'incomunicabilità che divide i due Paesi, lasciando sperare in una composizione preliminare necessaria per sciogliere il nodo Namibia. Ancora una volta, insomma, un diabolico intreccio di questioni intèrne e internazionali rischia di portare al punto di non ritorno la crisi ormai cronica dell'Africa Australe. Secondo Le Monde, soltanto una pressione occidentale per l'eliminazione progressiva dell'apartheid può durevolmente stabilizzare la regione. Se l'Occidente non riuscirà a svolgere questa azione, osserva il quotidiano parigino, avrà sprecato a tutto vantaggio dei sovietici un'occasione storica. Alfredo Venturi «» ffi l'l i? li leader negro Tambo: dovremmo offrire l'altra guancia?

Persone citate: African, Botha, Magnus Malan, Malan, Oliver Tambo, Philip Myburgh, Pieter Botha, Tambo

Luoghi citati: Africa Australe, Lesotho, Pretoria, Sud Africa