Un «Mercante» d'azzardo a Palermo

Un «Mercante» d'azzardo a Palermo Lucida rilettura shakespeariana di Carriglio al Biondo, con Gianni Santucci© Un «Mercante» d'azzardo a Palermo Al centro della regia il tema del contratto - Uno spettacolo che rivendica diritto di vita al teatro siciliano DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE PALERMO — L'azzardo si addice a Pietro Carriglio. Il direttore artistico della Fondazione Biondo ha allestito un Mercante di Venezia importante per almeno due ragioni. Primo, perché è, una lucida, appassionata e febbrile rilettura dell'opera scespiriana; secondo, perché con questo spettacolo ha affermato una specie di diritto alla vita della Fondazione, ha rivendicato un ruolo non da gregario ma da capofila. Ed ecco allora questo Mercante cosi affollato di bei nomi, da Gianni Santuccio che, per la prima volta, affronta il personaggio di Shylock, a Orso Maria Guerrini, che è Antonio, a Giampiero Fortebraccio, Bassanio, a Paola Bocci, Porsia; ecco la presenza di Vittorio Biagi, che cura i movimenti coreografici delle maschere, carnevalesche. Potrebbe sembrare una narcisata se sotto non ci fosse il desiderio di giungere al cuore di quest'opera che non sa essere tragedia fino in fondo e, insieme, non vuole essere commedia fin dall'Inizio. /{Mercante di Venezia sviluppa e poi intreccia due storie parallele, la vicenda dell'ebreo Shylock che, per un debito non pagato, pretende una libbra di carne «quanto più vicina al cuore» del cristiano Antonio, e l'amore tra Porzia e Bassanio. La tragedia di Shylock corre parallela ai «romance» che si svolge a Beimonte, luogo neoplatonico dell'amore, dell'amicizia, delìa musica. Ma il Mercante non è solo un'opera •strànam e di inconciliabili contrasti. Carriglio, servendosi della bella traduzione di Alessandro Serpierl, è andato alla ricerca di un'armonia tematica e strutturale che ha poi evidenziato con una scena lineare e suggestiva, dove una pedana girevole sezionata in varie parti è sormontata da un ponte ette ricorda in modo inequivocabile il Tower Bridge di Londra. Venezia come Londra, dunque? Certo, per quella smania mercantile, per quella riccliezza e vivacità portuale che, all'epoca, rendevano così simili le due città. Ma anche percìié Shakespeare, attraver¬ so la storia di Porzia e Bassanio, e cioè attraverso l'unione tra feudalesimo e Rinascimento, ci illustra una importante caratteristica dell'età elisabettiana. Carriglio punta poi tutta la propria attenzione sul tema del contratto: quello tra Shylock e Antonio; quello di Porzia che, per un'obbligazione interiore, sposerà colui che riuscirà a individuare lo scri¬ gno che contiene il suo ritratto. Questo tema dà all'azione movimenti circolari, disegna due anelli che contengono al proprio interno i motivi del denaro, della discriminazione razziale, della giustizia, dell'omosessualità, ma che non riescono ad armonizzare. Il cérchio alla fine si deforma, diventa un'ellisse, o una spirale. In questo disegno critico, l'attore assume un peso tutto particolare. Non è solo un veicolo di sentimenti, ma il punto attraverso cui si manifesta la spirale. E bisogna dire che la compagine del Biondo si è adeguata perfettamente a questa linea stesa più sulle zone d'ombra che su quelle in piena luce. Santuccio è uno Shylock gelido, tagliente, ossessionato dalla febbre verdastra dell'oro e della vendetta. All'inizio del primo e del secondo tempo ha offerto momenti di grande intensità e crediamo che, tra qualche replica, darà un personaggio interamente calato nel pozzo sordo del livore, che attutisce anche le ire più prorompenti. Molto bravi sono stati la Bocci, Fortebraccio, Guerrini, che hanno tratto beneficio dalla freschezza di Patrizia Milani (Gessica) e dal sicuro mestiere di Emilio Marchesini (il Doge). Applausi per tutti alla fine, meritati e convinti. Osvaldo Guerrieri Gianni Sanruccio, uno Shylock tagliente, e una scena del «Mercante di Venezia» a Palermo

Luoghi citati: Londra, Palermo, Venezia