L'erba avvizzisce, le bestie muoiono di sete

L'erba avvizzisce, te bestie muoiono di sete Calabria e Basilicata compromesse le produzioni di frumento e di primizie L'erba avvizzisce, te bestie muoiono di sete DAL NOSTRO CORRISPONDENTE COSENZA — La Calabria è ormai terra bruciata, lungo la costa ionica e nelle zone di pianura non si trova più una spiga di grano, la siccità ha cancellato tutte le primizie stagionali di ortaggi e adesso si prepara ad attaccare gli uliveti e i vigneti che sono ormai le uniche oasi di verde in un panorama allucinante. Anche 11 patrimonio zootecnico è In pericolo, i capi di bestiame cominciano a cedere, i danni finora quantificati superano 1 100 miliardi, 54 del quali soltanto nell'Alto Ionio Cosentino, un vasto comprensorio collinare al confine con la Basilicata già provato duramente In passato da altre terrificanti calamità: l'alluvione del marzo 19"73;cheneha devastato 1 centri abitati e alcuni anni prima l'invasione delle cavallette. La grande sete che ha aggredito anche la Basilicata, dove 1 danni sono.altrettanto rilevanti, ha colpito decine di migliaia di piccoli coltivatori, ma ha messo in crisi anche le grandi aziende agricole delle piane di Gioia Tauro e di Sibari, 1 cui impianti di irrigazione sono a secco. La giunta regionale si e riunita d'urgenza e ha chiesto il riconoscimento dello stato di calamità naturale a Cosenza. Un migliaio tra agricoltori e allevatori della plana di Sibarl hanno sollecitato la sospensione delle scadenze, agrarie, l'erogazione delle ■> agevolazioni conseguenti .alle precedenti calamità contributi a fondo perduto per l'acquisto del mangimi per 11 bestiame, che è ai limiti della sopravvivenza. Anche l'acqua potabile per i centri delle zone .più colpite dalla siccità comincia a scarseggiare, s'è abbassato il livel¬ lo delle falde acquifere, alcuni paesini collinari dello Ionio vengono già riforniti con autobotti e nelle zone montane cominciano a svilupparsi 1 primi incendi. La Calabria paga ancora una volta il prezzo di assurdi ritardi. 'Questa è una regione con una elevata solarità d'estate e con un alto tasso di piovosità in inverno — dice Vincenzo Marone, direttore del dipartimento difesa del suolo dell'Università della Calabria —, tuttavia spreca abitualmente l'acqua, gli invasi sono insufficienti e il prezioso liquido o si perde nel sottosuolo o finisce a mare'. Al confine con la Basilicata, nel territorio di Rocca imperiale, l'ultimo Comune ionico della Calabria, sonò state co¬ struite da tempo le grandi vasche che devono ricevere l'acqua dalla diga sul fiume Suini, ma l'Invaso lucano è ancora vuoto perché sono state necessarie alcune verifiche sismiche. Più a Sud, nel terrlto- rio cosentino, non sono state ancora superate tutte le difficoltà burocratiche per un altro grande Invaso nel territorio di Sant'Agata D'Esaro. Nella plana di Gioia Tauro è ancora a livello di finanziamento regionale la grande diga sul Me tramo. La natura non e spesso clemente con la Calabria, dove quest'anno sono scesl appena 50 mm di pioggia contro una media stagionale di 400, ma l'uomo fa anche lui la sua parte, ha le sue precise re-, sponsabllità «£' urta regione suicida — aggiunge Marone — e non soltanto nel settore idrico. Poiché siamo ai limiti della tolleranza, è arrivato il momento di dare una scrollata per superare incertezze, improvvisazioni e inerzie: Elio Rite

Persone citate: Basilicata, Cosentino, Elio Rite, Vincenzo Marone