Le lettere della domenica

Othello Rebus Le lettere della domenica Nei segreti della massoneria Le inchieste sui fatti, che si suppongono criminosi, legati alla loggia massonica P2 hanno suscitalo interpretazioni ambigue sulla massoneria in generale. Da una parte, si è detto tutto il male possibile di essa e ad essa si è attribuita l'origine di lutti i mali; dall'altra, si è sostenuta l'assoluta legittimità delle associazioni massoniche normali e. anzi, si è rivendicato l'onore di appartenervi, come a una casta privilegiata. In mezzo, frastornato, chi ignora quasi lutto della massoneria e la vede un po' come moslro tentacolare, un po' come club misterioso e potente per gente «arrivata». La storia insegna come il mistero sia una componente determinante nei rapporti sociali, un'anca pericolosa ed eflicace. Ora die l'argomento, pur restando di attualità, non è più cosi scottante e passionale come all'esplosione della vicenda Gelli, forse sarebbe opportuno che si affrontasse il discorso sulla massoneria con chiarezza e approfondimento. Se il mistero è svelato, l'arma è spuntata. Se, come sostengono i massoni, le logge non sono società segrete, se ne parli diii usamente (e correttamente, ovvio). Ma, per • favore, «parlarne» non significa limitarsi alla citazione di Cavour e del Risorgimento. Significa spiegare che cos'è, oggi, e che cosa vuole, oggi, la massoneria. Claudio Macrì, Roma Scuola, una riforma non rimpianta Ho molto apprezzato, su La Stampa del 30 aprile, l'articolo di Francesco Barone, il quale ha scritto che «tra le riforme che defungono con la fine anticipata della legislatura campeggia quella della scuola media superiore» e che in questo «non c'è nulla di tragico»; ansi, si evitano le prevedibili rovine che sarebbero state provocate dalla nuova riformadefinita da uomini di studio e di scuòla «assurda», ..impossibile», «inesistente». E' noto l'appello dei 130 scrittori, critici letterari e professori d'università In difesa del latino. Ma non meno Importante ed autorevole mi sembra un documento redatto e sottoscritto da 281 docen ti universitari di materie scientifiche. I quali hanno preso posizione contro la progettata riforma e hanno so- stenuto l'utilità del latino anche per chi voglia intraprendere studi universitari a carattere scientifico. La riforma delle scuole medie superiori sarebbe stata disastrosa, e non solo perché voleva praticamente sopprimere lo studio del latino) Giacomo Qomerro, Vercelli Tra politici e magistrati Non sono affatto sicuro che la cosiddetta polemica tra polìtici e magistrati sia una polemica istituzionale, o solo istituzionale. Lo è quando discutono se sia più o meno opportuno riformare il pubblico ministero; ma, a mio parere, non lo è più quando un partilo (chiunque esso sia) attacca e accusa la magistratura perché questa «tocca» un suo uomo. Confesso che provo un certo disagio nel leggere talune dichiarazioni di «protesta» da parte dei politici. Quando mai un semplice cittadino inquisito può ribellarsi pubblicamente e con tali parole nei confronti del magistrato inquisitore, senza incorrere in reato? Io vorrei che nessun politico offrisse motivo per l'intervento della magistratura e sarei contento che tutti risultassero davvero innocenti; ma vorrei ancor più che i cittadini avessero davvero tutti gli stessi diritti e gli stessi doveri di fronte alle leggi, le quali fra l'altro sono fatte proprio dai politici. Paolo Spada, Jcsolo Se la magistratura «fa politica., attraverso le inchieste giudiziarie, forse è perché non fa politica» chi è preposto a tarla. Ciascuno 'svolga il suo ruolo, completamente e correttamente, e non ci saranno più invasioni di campo. Ludovica Gamba, Torino Anche la Georgia ha i «padrini» Tutto il mondo è paese. E' un'affermazione banale, ma irresistibile mentre leggo che anche la Georgia sovietica è una «terra di padrini» (La Stampa, 17 maggio). Basta con la nostra povera Sicilia! Che qualche altra regione abbia finalménte l'onore di simile appellativo. Andrea Giangusvo, Milano Dalla parte degli animali A Lido di Cantatore nel giro' di breve tempo sono morti cinque delfini, importati da uno svizzero e destinati ad esibirsi in uno spettacolo. Quanto è accaduto mette in luce le carenze del decreto ministeriale 21 maggio 1980, che autorizza l'importazione dei cetacei ma non ne regola in alcun modo la detenzione, e rende evidente la necessità di una. più adeguata normativa in materia. Riccardo Raffi, Viareggio Il 30 aprile scorso La Stampa ha dedicato un importante articolo, a firma di Ippolito Pizzetti, alla campagna in atto contro i cani. Importante, perché n'Ha polemica l'autore si è apertamente schierato dalla parte dei cani, su un prestigioso quotidiano nazionale. Difficilmente, però, le osservazioni dell'autore riusciranno a convincere 1 tanti signor Rossi o Bianchi, tutti prodotti di una cultura, o meglio di una tradizione nazionale, in cui ancora oggi stenta a farsi strada il rispetto degli animali, o addirittura l'amore per essi, se non in forme chiassose e gigionesche, come, insegna anche 11 caso di Armaduk, il cane di Fogar, oggi •tanto amato dagli italiani». Kalman Remeny, Segrete 1 problemi dell'elettronica In riferimento all'articolo sull'incontro tra i «quadri» della Indesit e il ministro delle Finanze Francesco Forte (La Stampa, 15 maggio), desidero precisare il significalo di una frase difficile da interpretare, probabilmente a causa della scarsa chiarezza che si verifica nel corso di un rapido scambio di battute. Dove si parla di «pressioni illecite» della Zanussi, il ministro intendeva riferirsi a pressioni — debite ed indebite — esercitate dalla generalità dei soggetti nei giorni precedenti all'approvazione del decreto tributario che li riguardava, cosi come Forte ita sottolinealo che — correttamente—la Indesit si è astenuta da tali pressioni e campagne. Giuseppe Garesio Capo ufficio stampa ministero Finanze Alle Termopili eroi e vittime Quel che segue vorrebbe essere un timido tentativo di risposta all'articolo di Guido Ccronctti. «Soldati in Libano», comparso su La Stampa del 19 maggio. Il soldato «è un uomo di guerra e di rischio» solò nella letteratura «eroica» esaltante il martirio incondizionato oppure nella mente malata del «signori della guerra»; in realtà da sempre egli è l'Innocente vittima di altrui sogni di grandezza, 11 triste protagonista dell'assurda farsa della guerra. Non è vero che «abitiamo il pianeta polveroso della morte»: ogni manifestazione della natura ci trasmette sempre e quotidianamente un messaggio di vita e in quest'ambi-, lo la morie trova spazio unicamente nella necessaria metamorfosi e nel ricambio generazionale delle spede che popolano questo stupendo pianeta; sto naturalmente parlando della morte biologicamente necessaria ed inevitabile, non di quella per procura, causata da un colpo di fucile a peggio, ancora, da un'esplosione nucleare. L'autore insiste sulla necessita di far comprendere i motivi morali della guerra, basandosi su teorìe manichee del tipo «tutto il bene ad Ovest, lutto 11 male ad Est». Io credo che il futuro non sia di citi avrà più testate nucleari, ma di chi possederà le maggiori derrate alimentari. Ecco perché Invocare le Termopili (dove «il brivido in più sarebbe compensato dall'orgoglio, perché stare là non è roba da poco») risulta del tutto inutile. E le ragioni per vivere, credo, sono profondamente avvertite da ogni uomo, in qualunque parte del mondo egli si trovi. Marco Rossi, Torino Un amore senza formule Mi riferisco ai «Cattivi Pensieri» di Firpo su «Verità, scienza, religione» (La Stampa, 1 maggio). Perché quella sollecitazione (o resa) metafisica delle ultime righe? Lo «spazio etemo» della religione individuato in strutture matematiche e fisiche? Ma qua! è la dimensione geometrica, o la materia fisi-' ca, del bacio a! lebbroso, del perdono all'assassina del dare la vita per l'altro, insomma dell'amore? Riconduciamo la .religione in questo suo alveo. L'amore: di creature e creatore, di redentore e redenti, di fratello e fratelli. Questo è il suo «campo» non occupabile da formule o sistemi o ipotesi quali la scienza ci propone. 1 E allora si vedrà che l'amore può senza contrasti o incompatibilità riverberare sull'opera dello scienziato (non è egli uomo?): il suo «assoluto», senza inficiarla o comprometterla o turbare la sua tensione inesausta alla «verità». Achille Kccheli, Alblsola Italiani in gamba solo negli Usa? Sono italo-americani gli uomini che formano la lobby emergente degli Stati Uniti, come ha riportato recentemente La Stampa. Ma, allora, perché in Italia siamo cosi poveri di uomini significativi? Ho il sospetto che gente in gamba ce ne sia anche in patria, ma che non occupi i posti giusti. Antonio Scaglia. Roma Amare sorprese negli ex manicomi Sono d'accordo con la lettera pubblicata 1115 maggio circa lo sdegno che ha suscitato in Italia la legge 180, che è suonata offesa ai valori del vivere civile. Ma vorrei anche ribadire, e con molto rincrescimento, che questa iniziativa di legge ha avuto, a parer mio, l'effetto di uno schiaffo dato agli stessi psichiatri, per il fatto che si è scoperto che persone normali giacevano negli ospedali psichiatrici, vittime dei giochi di potere. Giuseppe lìutra, Sassari «Desaparecidos» di casa nostra L'opinione pubblica italiana è stata interessata alla tragedia del ' desaparecidos, delle migliala di innocenti assassinati dai militari argentini negli Anni 70. Peccato però che nel nostro Paese, dopo quasi quarantanni e neppure in particolari occasioni di riflessione storica sul nostro passato come le celebrazioni del 25 aprile, non si sia mai fatto cenno, almeno a livello ufficiale, alla sorte del desaparecidos nostrani, degli innumerevoli innocenti comunque sacrificati, in margine a una lotta pur sacrosanta, ingaggiata per restituire all'Italia indipendenza e liberta. La solidarietà verso le vittime dell'ingiusta violenza di ogni colore è di per sé indivisibile e travalica 11 tempo e lo spazia ma, se, come è stato detto, anche nelle migliori famiglie può capitare di avere •uno scheletro nell'armadio» non sarebbe meglio che ognu na si occupasse innanzitutto del proprio? Francesco Marino, Torino Sul vulcano ad alto rischio Non essendo l'Etna un vulcano spento, mi lascia perplesso il fatto che abbiano costruito lungo le sue pendid case, ville, ristoranti. Un vulcano in eruzione è un avvenimento , spettacolare, ma anche tremèndo per le sue. conseguenze. Tuttavia la conoscenza, anzi la certezza, di, questo evento avrebbe dovuto suggerire prudenza. Mi spiace per chi ha subito e ancora subirà danni, ma mi piacerebbe avere una risposta a questa domanda: perché si è costruito in luoghi ad alto rischio? Giuseppe Cerriha, Genova