Una tregua sull'Etna

Una tregua sull'Etna \ L'eruzione sembra destinata a concludersi Una tregua sull'Etna Dal cratere centrale e dalla bocca nuova escono vapori - Secondo i tecnici per confermare l'ottimismo ci vuole qualche giorno DAL NOSTRO CORRISPONDENTE ' CATANIA—Porse l'eruzione dell'Etna si sta avviando verso la conclusione. Dal cratere centrale e dalla «bocca inuova» fuoriescono nuvole di vapori, segno di una fase di degassatone che fa sperare. Oli strumenti degli istituti di scienza della terra, sistemati sul fianchi del vulcano, indicano una diminuzione dei tremori. A quota 1900 due bracci lavici si muovono pigramente sopra distese di magma emesso dal vulcano settimane fa e già pietrificato; si tratta di fronti piuttosto lenti, che avanzano a non più di 10 metti all'ora e che non costituiscono alcuna minaccia né per ile colture né per i centri abitati dai quali distano numeroisl chilometri. ili flusso lavico, alla bocca, ha nuovamente diminuito la Velocita passando dai 3 al 2 metri al secondo. E' un ulteriore segno di stanchezza del vulcano, come se fosse in procinto di concludere il suo lungo e pericoloso «show». Anche 'gli scienziati, sia pure in modo cauto, sono di quest'opinione. Un comunicato del comitato scientifico per l'Etna, emesso tramite la prefettura, appare per la prima volta abbastanza ottimista. Annuncia che la crisi acuta del fenomeno eruttivo sembra superata. Per averne la certezza, spiegano i vulcanologi, occorre aspettare alcuni giorni, per avere a disposizione dati stabili e non fluttuanti. L'unico dato certo, per adesso, è che dalla bocca ài 2400 metri, da 56 giorni la lava continua a sgorgare sia pure con minor violenza. A Nicolosl e negli altri paesi del versante meridionale la gente comincia a respirare di sollievo. I vecchi fronti lavici, quell'i scesi fino a quota 1450 e 1100 che tanti danni hanno provocato ai contadini e che minacciavano da vicino i centri abitati, sono ormai fermi da molti giorni e difficilmente potranno riprendere ad avanzare. Nella malaugurata ipotesi che l'eruzione debba continuare ancora per molto, occorrerebbero diverse settimane prima che altre colate raggiungano quote basse. Piuttosto c'è da dire che l'eruzione dell'Etna, oltre a provocare danni alle colture, agli insediamenti sportivi e alle proprietà del versante meridionale della «montagna», ne ha provocati altri, egualmente gravi, al turismo siciliano, particolarmente a quello di Taormina. Dal 28 marzo i maggiori giornali del mondo hanno dedicato ampi < reportàges» all'attività eruttiva dell'Etna, agli implacabili fiumi di lava che si riversavano di valle in valle, tutto incenerendo, al tentativo, riuscito in, parte, di deviare il corso della colata principale. Le descrizioni, all'estero, devono essere state apocalittiche se molti turisti, che avevano deciso di trascorrere le loro vacanze in Sicilia, preoccupati hanno cambiato idea. La pubblicazione, in molti Paesi d'Europa, di una foto aerea della Sicilia scattata da un satellite meteorologico mentre dall'Etna si levava un gigantesco pennacchio di fumo, ha dato il colpo di grazia alle speranze degli operatori turistici taorrrìinesi. Ritenendo che la «perla dello Ionio» fosse stata raggiunta dalla lava, molti tra coloro che non l'avevano ancora fatto hanno deciso di rinunciare alle sognate vacanze in Sicilia. Dalla Francia, dalla Germania, dall'Inghilterra e da altri Paesi agli alberghi di Taormina e all'Azienda turistica locale sono cominciate a giungere, via telex, disdette delle prenotazioni. ' - "FrancoZampognaro