Abitare la montagna magica

Abitare la montagna magica COSA FA L'AUSTRIA PER I MONTANARI E PER IL LORO FUTURO Abitare la montagna magica Nel Paese più ecologico d'Europa prati, frutteti e boschi sono meticolosamente curati - Legname e allevamento danno buoni guadagni - In Tirolo, Carinzia, Stilla si fa di tutto per favorire le famiglie che vivono nei masi arrampicati sui pendii Prospera l'agriturismo; riserve di caccia esemplari - Ma l'istituzione di un parco naturale incontra complicazioni e difficoltà INNSBRUCK — L'Austria, questa nostra vicina che tanta parte ebbe nella storia d'Italia, come altrettanta parte ebbimo noi nella sua storia, viene considerata nella cerchia delle Alpi esempio di come dovrebbe essere condotta una politica economica montana nei confronti di chi l'abita e ci vive tutto l'anno. Per il suo carattere alpino, le difficoltà delle comunicazioni a causa della sua particolare orografia, per il clima umido d'estate e nevoso d'inverno, per la sua flora e la sua fauna con la Svizzera (l'altitudine media della Svizzera è 1300 m, quella dell'Austria 1000 m), ti Paese più montano d'Europa e, econòmicamente, uno dei più stabili anche se non di ricche risorse. Questo è dovuto in buona parte al carattere dei suol cittadini, parsimoniosi e operosi sin dalle prime luci dell'alba, forse sull'esempio del loro vecchio imperatore Francesco Giuseppe; e poi, leggevo recentemente, assenteismo e scioperi hanno qui una percentuale tra le più basse del mondo. Benché la produzione agricóla sia modesta, l'allevamento del bestiame e la produzione forestale consentono una buona esportazione, e se pensiamo che da noi legname e carne, dopo il petrolio, sono le poste più gravose, ci si può ben rendere conto come queste produzioni tipicamente montane siano seguite, curate e ben regolate da leggi convalidate dal tempo. Per capirlo basterebbe girare con gli occhi aperti per il Tirolo o la Stiria e osservare le vallate così ben lavorate, i prati meticolosamente falciati, i frutteti curati, le case abitate fin sul fianchi dei monti dove prati e boschi consentono lavoro. Gli animali al pascolo, dalla tipica indigena pezzata rossa alla bruna alpina, alla pezzata nera sono tutti in produzione di carne e latte, ossia sono in ciclo di sviluppo e non di regresso, e questo denota una buona selezione genetica e una attenta veterinaria. Anche per i boschi si nota altrettanta attenzione, quasi abbandonato il sistema del taglio a raso mene ora praticato il taglio colturale, o a buca, o a strisce, tenendo sempre presenti le condizioni del terreno: inclinazione, fertilità, rinnovo naturale, valanghe e molti altri fattori che la moderna scienza forestale e la lunga esperienza consigliano. La produzione del legname in boschi cosi curati è molto remunerativa, la qualità del prodotto molto buona e sia abete, larice o pino la riduzione in tavolame o in travatura viene fatta poco lontano dal letto di caduta perché in ogni paese si possono vedere una o due segherie. Il legname che non viene considerato da opera è lavorato per. la cellulosa e la carta. L'agricoltura montana e l'allevamento, con il seppur duro ma necessario istituto del .maso chiuso» che lega la famiglia contadina alinoti (cortile, ala, fattoria) e che tiene invariato il fondo con un sistema di democrazia naturale e primitiva, fanno si che lo spopolamento e l'abbandono, cosi vistosi sul nostro versante alpino, siano qui molto ridotti e rallentati; o magari questo fenomeno è riscontrabile più nelle zone integrate verso i centri che non nell'alta montagna. Nel Tirolo, ma penso anche nelle altre province del Voralberg, Carinzia, Stiria, Salisburgo, la Dieta provinciale, che ha potere legislativo slmile a quello delle nostre Regioni, ha fatto delle leggi molto pratiche per realizzare le condizioni che favoriscono la presenza e la permanenza delle famiglie nelle valli chiuse o nel piccoli paesi arrampicati sui fianchi dei monti. SI è provveduto o si provvede a costruire seggiovie per raggiungere i masi e non solo per gli sport invernali, viene fornita gratuitamente l'elettricità, si concedono premi che vengono stabiliti in rapporto alle difficoltà presentate dal lavoro agricolo in alta quota, ai figli di questi contadini-montanari viene data la preferenza nell'assegnazione di posti nei pubblici collegi. Insomma, giustamente, si fa di tuttoper tenere agganciata la gente alla montagna nell'interesse di tutti. Un discorso a parte merita lagrlturismoche qui in Tiralo si può dire è nato e si è sviluppato, e che ora, dopo forse cinquantanni, presenta degli aspetti che meritano attenzione anche perché da noi in Italia sta nascendo ora. In ogni villaggio alpino dell'Austria l'agriturismo si è rapidamente sviluppato subito dopo la seconda guerra mondiale, tanto che attorno agli Anni Settanta è diventato annuale e non stagionale. Per dodici mesi all'anno, salvo qualche breve parentesi, turisti tedeschi, olandesi, americani, inglesi frequentano le montagne austriache usufruendo dei masi sparsi, delle case dei contadini, dei villaggi in valli remote. Agli sport dell'inverno, che vanno dalle piste prestigiose agli stadi del ghiaccio, alle spettacolari gare di salto, succedono lo sci escursionistico, lo sci alpinismo, lo sci estivo: ■una stagione quindi che può durare otto mesi, e all'escursionismo estivo si antepongono in primavera la raccolta dei funghi, la pesca, le manifestazioni folcloristiche, a cui seguono nell'autunno la caccia e altre manifestazioni musicali e dC folclore paesano. Le mandrie che passanoper i centri turistici anche famosi non danno alcun fastidio, ma anzi creano .colore tirolese»; come altre tradizioni che magari perdendo il loro senso originario acquistano valore turistico. Ma anche questa pacifica invasione turistica sta causando ai montanari un mutamento alta loro maniera di vivere che preoccupa chi si interessa di questi problemi. I cittadini dispendiosi vanno in montagna non cercando di vivere da montanari ma, purtroppo, portando in montagna il loro modo di vivere cittadino, da cittadino in vacanza. Mi raccontavano l'altro giorno a Innsbruck delle donne contadine che sono stanche di rifare l letti e preparare pranzi ai loro ospiti che, come agrituristi, in queste, cose dovrebbero arrangiarsi; come sono sfruttati fanciulle e fanciulli che nei masi servono a tavola «i sipriori», accendono stufe, fanno piccoli servizi trascurando studi e bestiame al pascolo. La cosa curiosa è che quando viene (u sera questi turisti invitano alla loro tavola gli uomini della casa per cantare e brindare e far baldoria assieme sino a notte tarda, cosi molto spesso al mattino di buon'ora quando si alzano per i soliti lavori sono di malavoglia e si trovano con la testa pesante e le gambe legnose mentre gli ospiti se la dormono alla grossa. Chiedevano a me, questi amici tirolesi, se non sarebbe una soluzione separare nettamente le due attività; ossia certi paesi lasciarli solo ed esclusivamente all'agricoltura, altri solo al turismo; magari nella stessa valle o a vo- ca distanza l'uno dall'altro. Ma nemmeno questa mi sembra una soluzione giusta: ne verrebbero dei confronti spiacevoli, con un divario notevole di reddito; per non dire della differenza del vivere sociale tra villaggio e villaggio.' Per me si tratta solo di educazione. Sono ormai molto lontani i tempi quando Tuckett, Ball, Murray e altri alpinisti e turisti giravano le Alpi a piedi; ora le fuoristrada raggiungono ogni remoto angolo, e le funivie le cime più desiderate. Una questione che in Austria si dibatte è anche quella dei parchi naturali: per ora è questo l'unico paese d'Europa dove non esiste nessuna zona naturale protetta. Ed è anche molto strano se pensiamo come l'Austria goda di ambienti invidiabili per bellezze naturali, flora e fauna. Le riserve di caccia austriache sono tra le meglio condotte e caprioli, camosci, stambecchi, lepri, urogalli, orsi (nella Carinzia) sono 'Coltivati» e controllati in maniera esemplare; un austriaco, Konrad Lorenz, è il maggiore etologo vivente e fondatore, si può dire, di questa nuova scienza. Eppure un Parco nazionale in Austria non è ancora nato, e le difficoltà per la sua istituzione si presentano irte e complicate: grossi interessi per lo sfruttamento dei bacini idroelettrici, le proprietà private (non vi sono estese» aree demaniali o comunali), il. turismo, le influenze politiche concorrono a far si che tirolesi, carinziani, stlriani e salisburghesi non trovino l'accordo per fare del massiccio del Grossglockner il Parco naturale alpino forse più bello d'Europa. Non ne hanno bisogno? Ma quando l'intenso turismo avrà stravolto costumi e ambiente certamente ne sentiranno la mancanza, e speriamo non sia air loro troppo tardi. Mario Rigori! Stern

Persone citate: Francesco Giuseppe, Konrad Lorenz, Mario Rigori, Stern, Stilla