Metti Beethoven una sera a cena
i Beethoven una sera a cena IN PRIMA Al TEATRO VAUDEVILLE PI LONDRA LA NUOVA COMMEDIA PI PETER USTINOV i Beethoven una sera a cena L'attore interpreta anche la parte del musicista che capita» ai giorni nostri, in una famiglia borghese sconvolgendone la tranquillità LONDRA — L'ultima commedia di Peter Ustinov che ha debuttato giovedì al teatro Vaudeville, si chiama «La decima di Beethoven». Nel corso del primo atto, ci si. chiede se Ustinov questa volta- non abbia scritto qualche cosa di molto divertente. Il testo trova un buon equilibrio tra l'assurdo, la satira é la commedia quando, in una casa di un critico musicale (Robin Bailey) che abita con la moglie, ex cantante (Dllys Laye), 11 figlio, giovane compositore senza molto talento, e la Au-Pair austriaca, arriva Ludwig vari Beethoven. Il secondo atto, invece, ha inverv ! zioni meno felici. Torniamo all'arrivo di Ludwig: 11 musicista bussa alla porta (il campanello non lo conosce): è vestito come tramanda la sua vita Iconografica, ha i capelli bianchi. Peter Ustinov ne fa un personaggio burbero, Intelligente, adorabile, umano (forse proprio quello che Beethoven non era). Spesso si può accusare Ustinov di strafare, ma questa parte se l'è scritta da solo ed è piena di ammicchi, di risvolti buffi e delicati, di osservazioni realistiche e nulla è pia divertente, Ustinov lo sa, della verità in una situazione surreale. Insomma Ustinov (che ha appena pubblicato un libro sulla Russia, non bene accolto dal critici, ed è l'auto¬ re di ben nove commedie), e bravissimo. Preso d'assalto da Un otorinolaringoiatra, improvvisamente Beethoven viene guarito dalla sua sordità, e sente: 11 critico musicale (un egocentrico, musicista mancato), gli fa ascoltare la sua opera omnia, che Beethoven non ha mal sentito prima, eseguita da grandi orchestre, da grandi Interpreti «Afa questo è rotto; dice Ludwig guardando un disco. «C'é un buco nel mezzo!-. E' una bella trovata questa del genio che per la prima volta ha la conferma, non la rivelazione, del proprio genio. E l'Idea è particolarmente felice. La presenza di Beethoven nella casa borghese-Intellettuale è surreale, ma anche sconvolgente: la moglie del critico, sacrificata per anni dall'ego del marito e dal suol conflitti con il figlio, ritrova la musica, se stessa e persino l'amore del marito. Al figlio Pascal viene dato un minimo di fiducia in se stesso, non tanto per le sue aspirazioni di compositore, ma per la paternità: la Au-Palr aspetta un suo bambino e lo convince a lasciare la casa del genitori. Il critico musicale alla ricerca di notizie, di particolari su quella decima sinfonia che dà il titolo a un'importante serie di articoli, fa la parte del cat- tlvo: gli autori — e certo Ustinov, ma forse anche Beethoven —detestano 1 critici. Il contrasto tra 1 vari registratori, grammofoni modernissimi e l'Immagine di Beethoven è buffo, ed è anche divertente la descrizione che Beethoven fa del mondo moderno. Nella sua unica scorribanda fuori casa. Incontra l'era moderna che non conosceva, e finisce In una chiesa. Il giovane prete (Philip Birci) vorrebbe tanto sapere cosa c'è dall'altra parte, come avviene l'Incontro con U Creatore. «La morte non è che una siesta di vari secoli senea cambiar vestito: Purtroppo 11 livello della pièce si abbassa notevolmente nel secondo atto, con l'apparizione della contessa Giulietta Qulcciardi e suo marito, e della contadlnotta che Beethoven, da vecchio, aveva tanto desiderato. I personaggi sono pochi, le risate molte: questa è una commedia che dovrebbe aver lunga vita con il turismo americano, e potrebbe ben figurare a Broadway (meta agognata di tutte le messe in scena londinesi). Ma alcuni personaggi sono proprio sbagliati. Nel testo ci sono battute cosi buone che è un peccato che Ustinov se ne lasci scappare di pessime, come: «Prima che Ludwig arrivasse, eravamo molto più.sordi di lui ». Gaia Servatilo m! Peter Ustinov: un Beethoven burbero, adorabile ed umano
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