La diossina è in una base militare Si cerca il posto per distruggerla
La diossina è in una base militare Si cerca il posto per distruggerla I bidoni trasportati nella notte da un reparto dell'esercito francese La diossina è in una base militare Si cerca il posto per distruggerla DAL NOSTRO CORRISPONDENTE PARIGI—Come In un film di fantascienza il «carico della morte», i 41 bidoni di diossina provenienti da Seveso e scoperti ieri dopo otto mesi in un mattatoio in disuso d'un pae sino nel Nord della Francia, è stato posto sotto controllo dell'esercito. La notte scorsa é giunto ad Anguilcourt-le Sart un reparto di soldati che ha preso in consegna il pericoloso carico e ha cominciato le operazioni di trasbordo. Trasferiti su sette camion dell'esercito, scortati da un nugolo di gendarmi e fra eccezionali misure di sicurezza, 1 bidoni sono stati depositati .nella base militare di Sissone. a una cinquantina di chilometri dal villaggio. E là restano, sorvegliatissimi, in attesa che le autorità francesi s'accordino con la società Hoffmann-La Roche sul modo migliore per eliminare definitivamente ogni traccia degli ln desiderabili residui tossici In una conferenza stampa svoltasi ieri pomeriggio a Neuiiiy, presso Parigi, il direttore tecnico della multinazionale svizzera, André Putterknecht, ha affermato che la Hoffmann-La Roche si assume direttamente il compito del trasporto e dell'incenerimento del residui di diossina. «Non c'è alcun problema tecnico da risolvere», ha assicurato 11 dirigente della società. Ma probabilmente c'è ancora da reperire il forno dove effettuare questa operazione. E basta sentire 11 binomio dlossina-Seveso perchè scattino immediate manifestazioni di rifiuto. Cosi è avvenuto Ieri, ad esemplo, a Saint-Vulban. presso Bourg-en-Bresse. dove esiste uno del pochissimi impianti in Europa in grado di neutralizzare totalmente il. prodotto tossico: la sola ipotesi di trovarsi con 1 bidoni di diossina vicino alla porta di casa ha indotto 1 sindaci della zona a rifiutare in anticipo questa eventualità. Dove avverrà, dunque, l'incenerimento? Porse in Svizzera, o forse nella Germania dell'Est, dove secondo alcune indiscrezioni il carico di diossina era originariamente destinato, se qualcosa non si fosse inceppato dopo l'arrivo dei misteriosi bidoni lo scorso settembre a Saint-Quentin. Ed è appunto sui responsabili del trasporto, la Manesmann Italiana (dipendente dalla casa madre di Dusseldorf) e in secondo luogo la Spedilec, la ditta subappaltatrice di Bernard Paringaux, che oggi la multinazionale tende a gettare tutte le responsabilità. «Siamo stati ingannati anche noi dalla Mannesmann — ha sostenuto ieri nella conferenza-stampa parigina il dirigente della Hoffmann-La Roche —, ci dispiace di aver fornito informazioni rivelatesi false, ma erano quelle che ci erano state fornite dai responsabili della Man- nesmann. Sono loro che non hanno rispettato i controlli, le norme di sicurezza. E contro di loro apriremo un procedimento giudiziario in Italia». Ma non basta: la multinazionale tira indirettamente in ballo anche le autorità italiane sostenendo che erano state loro a «supfferirci, anzi più che a suggerirci, di firmare con la Mannesmann» l'accordo per sbarazzarsi al più presto delle scorie tossiche. E nella ricerca delle responsabilità, la stampa e la televisione francese hanno accennato ieri, appunto, alla 'negligenza» italiana per non avere informato le autorità di Parigi dell'arrivo del micidiale carico sul territorio nazionale* I 300 abitanti di Anguilcourt-le-Sart, per 24 ore al centro dell'attenzione di mezza Europa, tirano intanto un sospiro di sollievo. 'Abbiamo dormito per mesi, da novembre, con quel veleno accanto e nessuno ha mai sospettata nulla: è un'infamia», ha detta in tv uno degli abitanti de) paese. E la maestra del villaggio ha fatto notare: 'Il mattatoio abbandonato dove quei bidoni sono rimasti all'aperto da novembre è soltanto a cento metri dalla scuola. Che cosa poteva succedere se i ragazzi avessero cominciato a giocare attorno a quei veleni, se qualcuno avesse aperto un bi- (tone?"- Paolo Patrono (Altri servizi a pagina 6) Tragedia a Torino
Persone citate: André Putterknecht, Bernard Paringaux, Hoffmann, Paolo Patrono, Roche
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