Il nuovo volto della droga

Il nuovo volto della droga Indagine del Censis: molti giovani si «bucano» per imitazione Il nuovo volto della droga ROMA — Rapporti familiari in crisi, forti conflitti coi genitori, scarsa comunicazione: più del sessanta per cento del tossicodipendenti che si sono affidati alle strutture pubbliche dice di aver cominciato a drogarsi per questi motivi. Un giovane su due parla dell'insicurezza sul futuro, della mancanza di prospettive e di valori. Ma ci sono anche quelli, ed è questo forse il dato più sconcertante, che sempre più di frequente parlano di un fattore che ormai sembra entrato stabilmente a far parte della nostra società: l'esistenza di veri e propri «modelli di consumo». I primi risultati del più grande studio mai compiuto in Italia sulla diffusione della droga sono questi: 11 Censis sta completando le elaborazioni commissionate dal ministero dell'Interno e ieri il ministro Rognoni ne ha parlato aprendo 1 lavori di un convegno nazionale destinato alla prevenzione delle tossicodi pendenze. ' E' il momento di uh passaggio importante, di una «promozione» che secondo molti giunge con forte ritardo: quello della droga, da problema soprattutto sanitario, si sta trasformando anche nell'ottica di chi lo deve affrontare in gravissimo nodo sociale. E' stato proprio Rognoni a sottolinearlo: la mobilitazione non basta, c'è ormai «la necessità di garantire a questo Paese la possibilità di controllare e innovare la propria qualità interna, i propri processi di socializzazione, i propri valori, la propria capacità di depurarsi degli ^inquinamenti di ogni tipo». Non è solo il continuo aumento delle tossicodipendenze ad allarmare: il consumo di droghe pesanti, ha ricordato Rognoni, si estende «d macchia d'olio» anche in zone che fino a ieri sembravano immuni da questi problemi. E se si tiene conto della distribuzione delle strutture di'recupero (il Piemonte, per esempio, accoglie quasi il venti per cento dei servizi pubblici nazionali, contro l'uno per cento della Basilicata, del Molise, della Sardegna) già questo dato propone complessi problemi di redistribuzione. L'età del giovani che si avvicinano alle droghe pesanti continua progressivamente a calare, fenomeni che fino a ie- ri si definivano di «devianza» si dimostrano sempre più radicati. Nell'analisi di Rognoni, è affiorata a un certo punto una constatazione drammatica: «Se il fenomeno ha potuto avere questa evoluzione repentina e allarmante, ciò significa che lungamente si sono sedimentati nel nostro Paese i presupposti del disorientamento dei giovani. Al punto tale che oggi la stessa appartenenza alla condizione 'giovanile può costituire un ■elemento di predisposizione ai .comportamenti di tossicodipendenza». Ancora una volta, insomma, siamo partiti In grave ritardo. Ma adesso, cosa si sta cercando di fare? Buoni risultati, ha detto il ministro, sono stati raggiunti sul piano internazionale, attraverso 11 collegamento con le polizie di altri Stati, e l'azione comune che mira a spingere, attraverso aiuti economici, la Bolivia, ■ la Colombia; 11 Perù a! dis t r u gI gere le col ti vazioni ■ di « coca

Persone citate: Rognoni

Luoghi citati: Basilicata, Bolivia, Colombia, Italia, Molise, Perù, Piemonte, Roma, Sardegna