Dalì, clown e gloria di Spagna

Pali, clown e gloria di Spagna A MADRID UNA MOSTRA ANTOLOGICA DEL PITTORE QUASI OTTANTENNE Pali, clown e gloria di Spagna Esposte 400 delle mille opere prodotte nell'arco di una lunga vita, dai tempi in cui andava a caccia di «putrefatti» con Garcia Lorca - Gli splendidi ritratti degli Anni Venti - Oggi, nominato dal re marchese di Pubol, vecchio e infermo, vedovo dallo scorso giugno, vive solo nel suo castello catalano - Forse con il rimorso di una fraterna amicizia tradita DAL NOSTRO INVIATO'SPECIALE MADRID — Uno dei grandi giochi di Salvador Bali, studente presso la Real Academia de San Fernando, e di Federico Garcia Lorca, aspirante a dottore In lettere e in filosofia, consisteva nel cercare per le strade madritene l •putrefatti: Era una trovata di Doli che Lorca arricchiva è animava. Un privilegiato testimone di quell'epoca, Rafael Alberti, che fu amico di Lorca e che conobbe Dati, ricorda i due giovani: il pittore allora ventenne (ma Dati era anche poeta) era magro, con una testa fine e bella, di carnagione abbronzata, e con un forte, accento catalano. Dietro una serietà molto catalana, nascondeva un raro humour, non rivelato da alcun tratto del viso. Il poeta (ma anche Garda Lorca disegnava), di gualche anno più vecchio, era di un bruno olivastro e la sua fronte era ampia, e su di essa si agitava un grosso e folto ciuffo di capelli nerofumo. Il poeta Alberti racconta che t -putrefatti: ai quali i due amici davano la caccia, erano qualcosa come la sintesi di tutto ciò che è caduco, morto, anacronistico, ed anche un po' o molto marcio, espresso o rappresentato da varie persone e oggetti. Era ciò che «molestata e impedia el claro avance de nuestra època». Quando scoprivano un «putrefatto., seduto sulla panchina di un parco sulla terranea dt un caffè, infreddolito con una sciarpa al collo, in preda a una tosse catarrosa, con il bastone della decrepitudine o dell'obsoleto, con il fiore della senilità o dell'arretratezza all'occhiello, solitario o in compagnia di una «bestia-, i due giovani lo catturavano disegnandolo. Lo imprigionavano su un foglio, con matita e pennello. Spiega Alberti, in -L'Arboleda perdi da», come il termine venisse poi applicato alla pittura, alla letteratura, alla moda, alla politica, agli oggetti più svariati. Coti quél gioco crudele furono elencati tra l -putrefatti* artisti, scrittori,' prelati, dignitari, compreso re AlfonsoXIII, an cora sul trono. Goliardia Si era nel messo degli Anni Venti, e Garcia Lorca e Dali abitavano nella Residencia de estudlantes, che allora sorgeva negli immediati dintornl di Madrid, sopra un pàggio coperto di verde, sulla «collina dell'alto pioppo». Prima di loro e di Builuel, grande amico di Dali, e di Garcia Lorca, nelle sobrie camere della Residencia avevano studiato Antonio Machado, Miguel de Unamuno, Ortega y Gasset e tanti altri famosi personaggi della cultura spagnola. Quel pensionato era una specie di Oxford-Cambrldge a Madrid. Ai tempi dell'aragonese Builuel, del catalano Dali e dell'andaluso Garcia Lorca vi tenevano conferenze Strawinski, Ravel, Le Corbusler, Valéry, Einstein, Bergson. E si può immaginare che il giovane poeta ed ancor più giovane pittore, insieme al futuro regista, affibbiassero a qualche.celebre o.noto visitatore il marchio di -putrefattom, sema andare troppo per il sottile. Era un gioco cultural-goliardico. Fermiamoli nel tempo, sguinzagliamo quegli amici degli Anni Venti, adesso, nell'imponente mostra antologica dedicata al settantanovenne Salvador Dali. Quei dissacratori sarebbero a volte estasiati, ma troverebbero in alcuni o in molti del 400 quadri (troppi), nelle sculture e nei gioielli esposti, .e soprattutto nell'arcinoto esibizionismo dell'autore, in cui rischiano di annegare opere e visitatori, evidenti sintomi della denunciata e derisa -putrefacción-, fonte di tanto divertimento e indignazione giovanili. Con la loro fervida immaginazione vedrebbero tra i diamanti un brulichio di vermi, magari vermi eleganti ed asettici, nel museo di arte contemporanea che ospita quei reggimenti di Dali. Apparirebbe -putrefatto: ai loro occhi spietati, il genio che il pittore ha impiegato nell'arte di esistere, e in parte anche lo straordinario talento riversato nel fiume delle sue creazioni. In sessant'anni più di mille opere e una decina di libri trasformatisi in un lago di dollari. Giocando con le lettere del suo nome, André Breton fece un anagramma velenoso: Salvador Dali - /Irida Dollar. Un successo in oro sonante e al tempo stesso obiettivo, secondo le leggi dell'offerta e della domanda, e dell'estetica artistica. Un miliardo Nella primavera dell'anno scorso un Dali (-Madre, madre, madre' del 1929) è stato venduto a Londra, da Christie's, per un miliardo di lire. Era appeso dal 1946 sul divano dello psicanalista zurighese Oskar Schlag, ed è passato nelle mani esperte, accorte, del mercante Beyler, pure lui cittadino della sensata Svizzera. Un investimento giusto, insomma, non un capriccio. E nella torrenziale retrospettiva madritena, che a fine mese si trasferirà a Barcellona, nella Catalogna natale di Dali, c che qui nell'asciutta Castiglia è stata inaugurata dal re, dalla regina e dal principe delle Asturie, si parte da un quadro del 1914 (Dati decenne) e si arriva a un incerto quadro del 1983 (Dali quasi ottantenne). Una maratona con sprazzi-di genio e talento uniti, stretti uno all'altro,.e lunghi momenti per l'appunto di -putrefacciane nel senso die lo stesso Dali dava alla parola, ai tempi della Residencia de estudiantes. Il genio si è via via staccato dal talento. A molto prima di quella dicotomia risalgono gli splen-, didi ritratti, di una chiarezza mediterranea, della sorella Ana Maria, cara a Garda Lorca. Dalla -Muchacha en la ventana-, del 1925, bagnata dalla luce azzurra del sogno e del mare, fino al - Gran Masturbador-, vidno agli Anni Trenta, in cui irrompe Freud, dal fortunato, felice periodo del surrealismo indisciplinato, che irritava il se-, vero Breton, al romanticismo onirico del -Caballero de la muerte-, il poeta e il pittore degli Anni Venti percorrerebbero il lungo, estenuante itinerario con illimitata ammirazione. In quell'ampio tratto della visita Dali non scoprirebbe tracce di -putrefaedón- in Dali. Lui e Garda Lorca, giovani, rimetterebbero umilmente in tasca le loro matite irriverenti davanti al -Presagio di guerra civile- che con intuizione profetica annunda con un antidpo di mesi la grande carneficina spagnola del 1936. Poi si accendono lampi di genio sempre più spaziati nel tempo, con il talento inesauribile, però, che imperterrito 'continua a illuminare l'opera, della formica diventata cicala. Peccato che la retrospettiva, nonostante le ambizioni, lasci molti vuoti negli anni surrealisti, e sia invece straripante in quelli più commerciali, in cui Dali si è imparentato perfino con Walt Disney. La cicala Oggi Dali, la cicala, è marchese di Dali y de Pubol per grazia del re, e vecchio e infermo, dopo essere stato nella sua lunga vita un surrealista rinnegato, un operoso pittore di sogni, uri pagliaccio planetario e una gloria di Spagna: E' cosi che lo riassume, con ammirazione e ironica reticenza, il critico di un rotocalco madrileno espressione so-' fisticata del Paese non più franchista. Dali na scritto e detto molto di sé. Ha straparlato come un clown e ha scritto libri da buon e a volte eccellente scrittore. Anche quando dipingeva era uno scrittore. E dipinge ancora, la notte, quando la malattia e gli anni glielo consentono, nel suo castello di Pubol, in Catalogna, dove sua moglie Gala (in gioventù sposata col poeta Eluard) è sepolta dal giugno scorso. Ma è come se Dali avesse sollevato un gran polverone di parole che nascondono, non risolvono, il suo ■enigma. Per gli spagnoli che non amano i misteri e ammirano il successo e il talento, egli è il ' pittore delle Immacolate Concezioni e delle Ultime Cene che nel dopoguerra sono entrate a legioni nelle camere da letto cattoliche, anche in America, sostituendo quelle di Murino e di Leonardo. E' il disegnatore della famosa pubblicità di un discreto brandy. E' l'artista mondano, eccentrico, pazzo, che ha creato i gioielli della viscontessa di Noailles. E' il creatore di un sofà che ha la forma delle labbra di Mae West. E'il marito che ha ritratto centinaia di volte il volto della moglie, le sue braccia, i suoi seni, le sue pian te dei piedi. Per Rafael Alberti, che nella Residencia de estudiantes 10 trot'ò un pittore stupefacente e dotato di un grande talento letterario, Dali è diventato poi uno «dei più scandalosi ed esibizionistici pittori della nostra epoca». 011 antlfranchistt non gli hanno mai perdonato di aver fatto salamelecchi al franchismo, dopo che il suo amico Garda Lorca era stato fucilato a Granada. Nella ode a Salvador Dali, •de piel aceitunada». dalia pèlle olivastra, pubblicata nel 1926 sulla -Rivista de Occidente-, il poeta andaluso assassinato nel '36 aveva detto al compagno della Residencia: «Non è l'arte la luce che ci acceca gli occhi. Prima è l'amore, l'amicizia o la scherma». Ed anche nel Paese riconciliato, che dopo Picasso celebra Doli, l'altro grande pittore nazionale (insieme a Mirò), c'è chi non ha dimenticato quell'amicizia tradita. Sono «una singolarità, massima di Spagna», scrive lo stesso Dali nel catalogo della mostra, presentandosi ancora una volta come un personaggio indedfrabile e al tempo stesso cento, mille volte spiegato. Bernardo Valli Salvador Dalf, nel «Presagio di guerra civile», annuncia con intuizione profetica la grande carneficina spagnola del 1936