«Guerra» per un po' d'acqua di Remo Lugli

«Guerra» per un po' d'acqua Agri igento prigioniera della siccità: erogazione razionata fino a una volta ogni 10 giorni «Guerra» per un po' d'acqua Sui tetti e negli appartamenti installate vasche per approfittare dei rari momenti di distribuzione - In ogni famiglia si fanno i turni per riempire subito i serbatoi - Ire, discordie, liti tra inquilini - Promesse non mantenute: le difficoltà sono le stesse del luglio scorso -1 problemi dell'agricoltura, 1 danni al turismo DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE AGRIGENTO — Città gre ca.ia Vaile dei Templi, decine di chilometri di coste sabbiose e mare pulito? Certo, Agrigento è lutto questo, ma il suo nome sta staccandosi da queste grandi prerogative è diventando sinonimo di siccità, di mancanza d'acqua. Qui si battono tutti i record del razionamento: qualche ora di distribuzione ogni x giorni. L'x, secondo quanto affermano in Municipio, significa, in questo periodo, quattro giorni ; ma in reajta diventano sei, otto, dieci, a seconda delle zone. Caasv.dit>a-S gio a non Unire, esasperazione, rabbia. ' Venimmo anche l'anno scorso, in luglio, a registrare un clima quasi di rivolta: i giorni «no» erano, uificialmente, dieci e in pratica arrivavano a quind.icl..Nella frazione San Leone c'erano stati blocchi stradali, qualche tentativo di barricata. Si parlava, allora, di diversi progetti:.doveva essere l'ultima estate cosi difficile, l'acqua, con i primi caldi dell'83, sarebbe stata sufficiente. Invéce no, siamo daccapo. E, come Vanno scorso, raccogliamo dal sindaco e dà chi si occupa di acqua potabile della sua distribuzione le nuove promesse, i programmi che ••senz'altro, andranno in porto nei prossimi mesi*. -Un malanno che dura da sempredice Francesco Antinoro, dU rettore del locale Eas, Ente Acquedotti Siciliani, e indica tante cose che. in sede regionale, si sarebbero dovute fare e non si sono fatte. Le colpe tutte a Palermo? Porse no. Un collega mi racconta che da qualche anno l'Éas chiede alla Regione un finanziamento di alcune centinaia di milioni per acquistare nuove pompe che devono servire per pompare dai pozzi un maggior quantitativo di acqua: ma poi l'acquisto non si può fare per mancanza di tempo, le pompe vengono affittate, i soldi se ne vanno nel l'affitto e l'anno dopo siamo al punto di partenza. Come si vìve in una città che riceve l'acqua a gocce? Intanto cambia d'aspetto per ima caratteristica edilizia ogni casa ha sul tetto dei ser batoi che servono ad accumulare l'acqua nel momenti di distribuzione per poi resti tuirla nei tempi successivi. E le stanze da bagno sono di verse: altri serbatoi, da 400, 500 litri, sono posati su putrelle da muro a muro. Quando è ora d'acqua, si aprono i rubi¬ netti e si riempiono tutti 1 recipienti possibili, taniche, pentole, bidoncini, mentre si vanno riempiendo, anche i serbatoi. Ma l'ora promessa spesso manca, la distribuzione che, dovrebbe avvenire stamattina, è rimandata a domani, dopodomani, può arrivare di notte. Allora, per sfruttare al massimo l'emissione, si fanno 1 turni, in attesa. Agrigento è in collina, le case più basse sono a quota 160 metri, quelle più alte a 290. In una stessa strada c'è una casa a un piano e una di dieci-tredici piani: quella di un piano, in fase di distribuzione, è certa di essere approvvigionata, gli ultimi piani del palazzo spesso continuano a rimanere a secco. In genere, in queste case al te si è costruito un unico, grande serbatoio, il solo a essere alimentato, perché i piani bassi non siano privilegiati; ma l'altezza dei depositi a volte fa si che tutta la casa non sia servita. Naturalmente sono situazioni che generano discussioni, discordie, liti. Attualmente ai due serbatoi cittadini che servono la città e le sue frazioni, affluiscono, in totale, 77 litri al secondo. Fino all'li maggio ne arrivavano 25 in più, ma da quella data questo quantitativo viene sottratto per essere destinato all'agricoltura, soprattutto frutteti. E" una convenzione e non può essere modificata. E questo fino a metà ottobre. Nel frattempo, le sorgenti si faranno più avare, il.totale per i 52 mila agrigentini (d'estate la popolazione raggiunge 1 100 mila abitanti) diminuirà ulteriormente C'è, naturalmente, chi non può fare a meno di una certa abbondanza d'acqua, come gli esercizi pubblici. Cosi si vedono in giro tante autobotti, che dovrebbero essere tutte autorizzate a circolare e dovrebbero portare acqua potabile, ma pensale mal che sia possibile fare dei controlli, fermar-■ venti, trenta camionisti, analizzare le acque che trasportano? L'anno scorso le autorità ci provarono e scopersero1 che molte di queste acque erano non potabili: il prefetto ordinò la chiusura di un gruppo di bar, gelaterie, ristoranti. Nell'estate '82 un'autobotte da ottomila litri costava 45-50 mila lire, quest'anno 55-60 mila. I camionisti vanno a rifornirsi in provincia, presso proprietari di pozzi che aspettano l'estate come una manna; se non si riforniscono diretta¬ mente in qualche torrente. Il sindaco, Calogero Zambuto, mi parla del futuro. «La Regione Siciliana ha approvato, con un finanziamento di 20 miliardi, la costruzione di una condotta da Licata ad Agri-, genio (35-chilometri) per por-' tare fin qui 115 litri al secondo di acqua dissalata dal dissalatore dell'A lite che, con quattro moduli, riesce a servire la propria industria, gli abitanti di Gela, Licata e Niscemi, Un'acqua che viene a costare circa 1200 lire al metro cubo: l'utente la paga 250 lire, il prezzo politico, mentre la differenza viene integrata dalla Regione». Dice Zambuto: «7 lavori vanno in appalto entro maggio. Dovrebbe proprio essere l "ultimo anno della sete: Antonio Carlini è presidente del Consòrzio del Voltano, uno del due enti fornitori di acqua: •■Serviamo dieci Comuni, 141 mila abitanti, tra cui Agrigento. Distribuiamo 170 litri al secondo, percentualmente in base alla popolazione. D'inverno possiamo disporne anche di. 300, che spesso vanno perduti, mentre a luglio e a agosto non supereremo l HO. Con 10 miliardi della Regione, faremo due vasconlda 500 mila me l'uno per avere, d'inverno, la scorta per l'estate». All'Eas. il secondo ente distributore, si criticano Palermo e Roma: «E' mancata la volontà politica di risolvere il problema. Due dighe per invasi per l'agricoltura, Furore e San Giovanni, sono in costruzione da quindici anni. Se Si decidessero a finirle, all'agricoltura e all'industria non continuerebbero ad andare le acque potabili. E la digaBlufi, sulle Madonit: — si chiede Àntinoro — che fine farà? E' dal 1963 che è a livello di studio, pur essendo inserita nel piano regionale degli acquedotti». Ancora: 'Tra Paterno e Adrano, alle falde dell'Etna, vanno perduti, a mare, 423 litri al secondo, a Caltanissetta 192 litri. Anche qui siamo nella fase dello studio. E a Bivona, quota 700 metri, c'è il lago del Leone, due milioni e mezzo di metri cubi non utilizzati Con un condotto di sei chilometri, queste acque servirebbero per l'irrigazione». E adesso un appello, a favore dell'Agrigento turistica, quella della Valle dei Templi Carmelo Picardi a, presidente degli albergatóri, raccomanda: «feriva che gli alberghi l'acqua ce l'hanno, sempre. Abbiamo già avuto un calo di presenze gravissimo». Remo Lugli

Persone citate: Antonio Carlini, Calogero Zambuto, Carmelo Picardi, Francesco Antinoro, Vaile, Zambuto