E la Elcit si chiede: «Perché noi fuori?»

E la Elcit si chiede: «Perché noi fuori?» E la Elcit si chiede: «Perché noi fuori?» TOKINO — «Se si vuole intervenire per sostenere l'Industria dell'elettronica civile attraverso la Rei questa deve prendere in mano tutte le industrie più significative. Non ha senso lasciare fuori un'azienda come la Elcit perché, si dice, è già nell'ambito pubblico essendo controllata dalla Gepi». Cosi dice ring. Colpani, amministratore delegato della ex Magnadync di Sant'Antonino di Susa, 630 addetti, 33 miliardi di fatturato ncll'82, eon un aumento in termini reali del 25% sull'81. La Elcit vende 25 mila televisori l'anno con i marchi Magnadync e Rad minarci li ; inoltre produce circa 20 mila monitor per computer Olivetti e di altre marche. «Non si vede — dicono i dirigenti — per quali ragioni nei piani Rei la Elcit non sia mai stata presa in considerazione benché sia una delle poche aziende vitali del settore». La Elcit ha proposto, nell'ambito della Rei, di specializzarsi nei piccoli schermi, dai 20 pollici in giù, ma non ha finora avuto risposte. I dirigenti sottolineano che il lasciarla fuori dal piano nazionale per l'elettronica potrebbe avere una serie di conseguenze tutte assurde: 1) la (ìcpi potrebbe continuare ad assisterla per ragioni sociali e occupazionali; 2) potrebbe decidere di ridurre il proprio impegno finanziario condannando cosi l'azienda a un lento decadimento che potrebbe sfociare in una .chiusura; 3) potrebbe infine deciderne il rilancio. «E questa sarebbe la soluzione più assurda di tutte — sottolineano alla direzione dell'azienda — perché a questo punto la Elcit, grazie agli investimenti pubblici, entrerebbe in competizione proprio con quella Rei che dovrebbe, secondo le intenzioni del Parlamento, coalizzare e razionalizzare tutti i più validi produttori italiani per aiutarli a riconquistare una quota del mercato italiano meno mortificante di quel 15-20% che hanno lasciato le Industrie straniere». V. rav.

Persone citate: Rei

Luoghi citati: Sant'antonino Di Susa