Ora la Svizzera dice «E' un dovere morale accogliere la diossina »

Ora la Svizzera dice «E' un dovere morale accogliere la diossina » Ora la Svizzera dice «E' un dovere morale accogliere la diossina » BERNA — La Svizzera sembra ora disposta ad assumere un atteggiamento meno intransigente nella vicenda della diossina di Seveso, e non esclude la possibilità di una sistemazione provvisoria o definitiva dei fusti in una località della Confederazione, significative, a tale riguardo, le dichiarazioni rilasciate dal direttore dell'Ufficio federale per la protezione dell'ambiente, Rodolfo Pedroli, il quale ha precisato come da un punto di vista morale la Svizzera •abbia l'obbligo di accettare nel suo territorio i 41 fusti con la diossina, sempre che un giorno o l'altro si riesca a ritrovarli». E ha aggiunto che la loro sistemazione definitiva rientra comunque nelle competenze della Hoffmann-La Roche. L'altro funzionario elvetico ha poi rivelato che in un sotterraneo degli stabilimenti di Zurigo della Oivaudan sono attualmente custoditi 131 fusti con residui di diossina, non però quelli di Seveso. Proven¬ gono, ha detto, da una serie di esperimenti effettuati nel Cantone di Zurigo con l'aiuto dell'Istituto per le ricerche di microbiologia. «La presenza di tali fusti nel Cantone — si osserva all'Istituto federale per la protezione dell'ambiente — non deve essere in alcun caso motivo di preoccupazione per gli abitanti». Secondo la società farmaceutica Hoffmann-La Roche, se per una o l'altra ragione la Svizzera dovesse accogliere 1 fusti sul suo territorio, la soluzione migliore sarebbe quella di incenerirli a una temperatura di mille gradi. A' Ginevra esisterebbe un impianto adatto all'operazione di distruzione. La Hoffmann-La Roche ha preannunciato un'azione giudiziaria nei confronti della Mannesmann per violazione di contratto, in relazione all'eliminazione del 41 fusti con 1 residui della diossina di Seveso (la Mannesmann era incaricata del trasporto). e. st.

Persone citate: Hoffmann, Roche, Rodolfo Pedroli