Uscito vivo dall'inferno di fiamme un ragazzo è rinato con la pittura

Uscito vivo dall'inferno di fiamme un ragazzo è rinato con la pittura Storia di Valerio. 14 anni, protagonista di un drammatico episodio Uscito vivo dall'inferno di fiamme un ragazzo è rinato con la pittura L'anno scorso andò a fuoco la baita della famiglia a Rubiana, lui rimase ustionato sul 70% del corpo - Dimesso a Natale, porta una maschera sul volto - Dipinge e sogna Attorno, un inferno di fiamme. E lui, ancora assonnato nel suo piglamino acrilico, scendeva le scale nel rogo che gli devastava corpo e volto aprendogli, in pochi secondi di ferocia, un calvario lungo quanto una vita; «Non mi rendevo conto di che cosa stesse succedendo. Mi dicevo: 'Guarda che sogno stupido sto facendo" e aspettavo che finisse, finalmente, e quasi non sentivo male e camminavo come un automa». ' Valerio Stoppa ha 14 anni ed è un ragazzo fin troppo educato: quando l'hanno .soccorso aveva il 70 per cento del corpo piagato da ustioni e, mentre In auto l'accompagnavano all'ospedale e 11 dolore spalancava varchi terribili nelle ferite, ha domandato, prima di cedere: 'Papà, posso gridare?». Era la notte del 2 ottobre dell'anno scorso. La baita che la famiglia Stoppa aveva arredato * strappando davvero lira dopo lira al bilancio» in frazione Bertassi sopra Rubiana non era più nient'altro che un guscio annerito, svuotato dallo scoppio d'una beni boia di gas. Oltre a Valerio il fuoco aveva straziato al volto, seppure in modo meno grave, la madre. Silvana. Illesa l'altra figlia Patrizia, di 11 anni, che il fratello aveva calato dal 1" plano prima di rituffarsi, incredibilmente, nell'incendio; illeso anche 11 padre che, ai momento dell'esplosione, era in cucina al piano terra. Per madre e figlio s'inizia in quella notte l'Incubo d'una odissea interminabile. Valerlo conosce tappe di lenta, angosciante risalita verso la salvezza. Scttantaquattro giorni nella camera sterile del Ciò: 1 primi 40 accanto alla madre il cui viso, a poco a poco, si rimarginava; gli altri collegato con 11 mondo esterno, con la famiglia, con gli affetti, solo tramite il freddo microfono d'un Interfono. Tre successive operazioni per questo ragazzo che non vuole arrendersi e cui 1 genitori, dall'altro capo del filo, inviano messaggi per alleviare una pena sempre sull'orlo della disperazione.-Gli dicevamo di non lasciarsi andare, di non pensare al dopo perché la vita, comunque, vale la pena d'essere vissuta». I chirurghi gli ricostruiscono per quanto possibile le dita amputate e Valerio riesce a guardare oltre le proprie mani quasi inabili; i chirurghi lo sottopongono a lunghi interventi di plastica al viso e Valerio riesce a guardare anche oltre il proprio aspetto. Lo dimettono per Natale e il ragazzino trova nella propria casa 1 due regali cui maggiormente teneva: una tranquillità riconquistata e una cassetta di colori ad olia II primo dono è la base per godere del secondo; Valerlo scopre che la pittura non è soltanto una tecnica per riabilitare le sue povere mani, ma un modo affascinante cui affidare 1 propri sogni inespressi. E, davanti al cavalletto, tra scorre le ore delle sue giornate di convalescenza, il viso chiuso in una sorta di passamontagna di tela bianca che gli lascia scoperti solo gli occhi, le mani inguantato in analoghe bende che servono a comprimere le cicatrici. « Una sorta di casco da marziano* osserva la signora Silvana che è costretta dagli stessi problemi ad indossare un uguale cappuccio. E ricorda l'angoscia »di affrontare la vita con la maschera» in una società cui «un viso brutto fa, forse, meno impressione d'un viso mascherato». Madre e figlio hanno dovuto, e devono, subire l'offesa e l'emarginazione: «Nei negozi, se andiamo con il cappuccio, vediamo gente trepidare come di fronte a potenziali rapinatori. E quanto m'è costato dover spiegare ad un vigile, che m'aveva fermata mentre guidavo con la faccia bendata, che proprio non potevo farne a meno». Valerio aggiunge — ma pacatamente, senza rancori — che lui cerca sempre di non uscire dalle quattro strade attorno a casa: «Qui mi conoscono, ma appena fuori dall'isolato incrocio troppi sguardi strani». E, allora, ancora 1 colori ad olio, ancora i pennelli. Speranza e coraggio disegnano sulle tele paesaggi quasi sereni dove, pero, l'inconscio lascia sempre il tormento d'un albero spezzato o d'un cielo con angoli d'ombra. Ora questo ragazzo che lotta per tornare a sentirsi uguale a tutti gli altri vorrebbe che qualcuno giudicasse 1 suoi lavori: •Non per illudermi, ma per dirmi se dentro di me c'è un po' di stoffa e, magari, per aiutarmi a migliorare». Renato Rizzo Valerio cerca un maestro per perfezionare il proprio stile

Persone citate: Renato Rizzo Valerio

Luoghi citati: Rubiana