I partiti giudicano con cautela

I partiti con cautela I partiti con cautela Nella sede del partiti torinesi il provvedimento del giudice suscita commenti. Il radicale Giovanni Negri parla di «arrogante tentativo di impedire una perquisizione nella sede del psi- fatto dal ministro e denuncia lo -squallido degrado al quale è giunto un gruppo di irresponsabili avventuristi, esperti in fallimenti di assalti a tutte le diligenze-. Gli altri sono molto più cauti, compreso il psi per il quale l'unico a parlare, in questo regime di commissariamento, è Aldo Viglione, presidente incaricato della giunta regionale. Ma parla della perquisizione che ritiene «un atto grave». Aggiunge: «MI hanno detto che ti ministro Forte Ita telefonato, ma se non conosciamo il contenuta di questa telefonata come possiamo giudicarlo? Comunque, mi sento offeso da una perquisizione che criminalizza anche me come membro del psi-. Dietro il contenuto della telefonata si trin¬ cerano tutti gli altri. «Se avesse detto "Io sono il ministro, quello è il mio partito e non potete perquisirlo" sarebbe grave», dice Enrico Morando della segreteria regionale pei. -Della telefonala si sa solo per sentito dire e fino a prova contraria devo ritenere che non contenesse elementi incriminanti-», dice il segretario provinciale della de Sibille. Più o meno dello stesso parere è il segretario socialdemocratico Boienti. Giorgio La Malfa, repubblicano: -Ritengo di cattivo gusto parlare di questa faccenda-. Sergio Marchini, liberale: «E'curioso che il ministro delle Finanze Ignorasse che durante la perquisizione la Guardia di finanza non svolge compiti dlstltutó ma di polizia giudiziaria. La telefonata sarebbe criticabile anche se fatta al solo scopo di ottenere unlnfor* mozione».

Persone citate: Aldo Viglione, Boienti, Enrico Morando, Giorgio La Malfa, Giovanni Negri, Sergio Marchini