I giudici interrogano Rognoni sulla nomina di Dalla Chiesa
/ giudici interrogano Rognoni sulla nomina di Dalla Chiesa Probabili nuovi sviluppi nell'inchiesta sull'assassinio dei prefetto / giudici interrogano Rognoni sulla nomina di Dalla Chiesa Per accertare eventuali pressioni contrarie - Il ministro dell'Interno ha confermato l'unanimità della scelta - Respinta a Palermo la richiesta di scarcerazione per Spilloni, il falso teste ROMA — A nove mesi dall'assassinio del generale Carlo Alberto Dalla Chiesa l'inchiesta esce da un ambito solamente siciliano e tocca Roma. Mercoledì scorso al Viminale il giudice istruttore Giovanni Falcone e il sostituto procuratore Giuseppe A vaia hanno ascoltato come teste il ministro dell'Interno, Virginio Rognoni. A Rognoni i due magistrati hanno chiesto soprattutto se arrivarono pressioni perché fossero negati a Dalla Chiesa quei poteri speciali che aveva chiesto. Con l'audizione del ministro dell'Interno, per la prima volta gli inquirenti hanno cercato di delineare lo scenario politico davanti al quale si consumò la vicenda del prefetto di Palermo. I magistrati si sono rivolti a Rognoni perché il ministro segui con particolare attenzione il lavoro di Dalla Chiesa, dopo averlo nominato prefetto nella primavera 1982. Sempre Rognoni, in passato, aveva voluto il generale dei carabinieri al vertice di una struttura antiterrorismo. Per l'assiduità di questi contatti i magistrati hanno ritenuto che il ministro dell'Interno potesse offrire indicazioni sulle ostilità Incontrate, forse non solo a Palermo, da Dalla Chiesa. Del colloquio tra Rognoni e i magistrati si conosce poco, il ministro ha escluso che la nomina di Dalla Chiesa abbia trovato ostacoli in Parlamento. E ha precisato che. prima di scegliere il prefetto di Pa- lermo. d'accordo con Spadolini volle consultare le segreterie di tutti 1 partiti. La risposta fu unanime: Dalla Chiesa è l'uomo giusto. L'inchiesta sembra comunque prossima a sviluppi, al punto che funzionari di polizia ritengono si sia vicini «a una svolta importante'. Sarebbero stati raccolti nuovi elementi, che confermerebbero la tesi avanzata fin dall'inizio: l'assassinio di Dalla Chiesa, della moglie e dell'agente di scorta, fu compiuto da cosche di Palermo e di Catania. Alla mafia catanese appartengono le quattro persone fino a questo momento accusate del delitto: Benedetto Santapaola, latitante da quasi un anno, l'uomo che avrebbe materialmente organizzato l'attentato, e i tre presunti sicari catturati nella campagna di Siracusa. L'identificazione degli assassini di Dalla Chiesa, dei quali è tuttora incerto il numero (sarebbero stati una dozzina), potrebbe aiutare ad arrivare al mandanti. Un capitolo a parte dell'inchiesta, rimasto ancora oscuro, riguarda 11 falso superteste Giuseppe Spinone Pochi giorni dopo l'assassinio di Dalla Chiesa, Spinoni si presentò ai carabinieri di Bergamo e raccontò di aver visto a Palermo la sera dell'attentato Nicola Alvaro, un bracciante sospettato di appartenere alla 'ndrangheta calabrese. Spinoni aggiunse di aver conosciuto Alvaro in carcere e di essere certo del riconoscimento. Arrestato, Alvaro riuscì a provare la sua innocenza con un alibi di ferro. Cosi fini in carcere Spinoni. Ieri la procura di Palermo ha respinto un'istanza di scarcerazione presentata dal legale di Spinoni, Giovanni Natoli. I magistrati hanno motivato la decisione con la necessità di chiarire 11 ruolo svolto dall'imputato: millantatore o pedina manovrata da chi aveva interesse a dirottare le indagini su dì una falsa pista? K- r.
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