La signora è redenta dai selvaggi

La signora è redenta dai selvaggi La signora è redenta dai selvaggi CANNES — Martin Ritt è una persona perbene, un regista democratico: perché non si dovrebbe perdonargli un film come «Cross Creek», ièri in concorso? Dopotutto ha voluto fare il ritratto di una donna intrepida e cantare il coraggio americano di confrontarsi con le difficoltà, con la frontiera, siano le praterie del West o le paludi delta Florida. Chi ha Ietto nell'infanzia Il cucciolo» o ha visto 11 film che ne trasse Clarence Broun (con Gregory Peck, Jane Wyman e Claude Jarmati jr.) conosce Indirettamente la protagonista di «Cross Creek». E' lei, Mar jorle Kinnan Rawlings, l'autrice del famoso libro, la responsabile di certe ambigue commozioni, la scrittrice che l'uso ha dolcificalo più che non fosse nel suo carattere. Pare anziche Marjorle fosse una specie di dura esploratrlce con un carattere alla Thoreau, amante della natura, stimolata dalla solitudine, poco arrendevole, poco edificante. Poi, si sa, è l'uso che conta. E anche Martin Ritt s'è tenuto piuttosto fedele al modello cinematografico di Brown che alle memorie dell'autrice: lo stile è quello patetico e candido del «Cucciolo», come un racconto naturalistico condensato per «Selezione». La Rawlings nel 1928 abbandonò suo marito (giornalista, ma soprattutto yachtman) e andò a vivere in Florida, a Cross Creek, una proprietà in mezzo ai laghi e ai boschi con una casa caduta In rovina che lei aveva acquistato senza averla vista. Non solo s'innamorò del posto, ma Imparò a Cross Creek a scrivere storie semplici, gradite alla gente. «I padroni di Cross Creek sono il vento e la pioggia, il sole e le stagioni, il mistero universale della rinascita». Mary Steenburgen (vista nella «Sex Comedy» di Wcody Alien) è opportunamente' bruttina e indisponente. Funziona bene quando si tratta di fare la signora tra i selvaggi, meno quando i selvaggi l'hanno redenta. s.r.

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