In carcere a Amburgo il venditore dei diari
In carcere a Amburgo il venditore dei diari Restano senza risposta molte domande: dove sono finiti quattro miliardi di lire? In carcere a Amburgo il venditore dei diari DAL NOSTRO CORRISPONDENTE BONN — Ormai non si sa più còme chiamarlo. Il «Caso dei diari di Hitler»? il .Caso Heidemann»? il «Caso Fischer»? ti «Caso Stern»? il «Caso Nannen»? Si potrebbe continuare, perché lo sbalorditila dossier si arricchisce ogni giorno di pagine nuove, acquistando la vistosità e l'indecifrabilità di Un bello '«scandalo all'italiana». E' un calderone in cui ribollono i misteri più diversi, giornalistici, finanziari,' giudiziari, politici. Stern significa ste'da, ma oggi è un astrò senza luce. Lo scoop del secolo s'è rivelato non soltanto un falso, ma anche una maledizione. Konrad Fischer, alias Kujau (o viceversa, non è ancora chiaro) è dunque tornato, si è messo a disposizione delle autorità ed è adesso in una prigione di Amburgo; Con un rito slmile a quello del diritto anglosassone, la Procura della città anseatica ha dovuto chiedere ad un magistrato il benestare alla sua detenzione: benestare che è stato concesso. Com'è ormai noto, il quarantaquattrenne collezionista e commerciante di reliquie naziste afferma di non aver contraffatto i «diari», ma di averli soltanto procurati al giornalista Heidemann, in cambio di 2 milioni e mezzo di marchi (un miliardo e mezzo di lire). Di questi 300 mila sarebbero rimasti nelle sue mani, a compenso della sua «mediazione», gli altri sarebbero stati consegnati a un «fornitore». E qui cominciano gli enigmi. E' questo «fornitore» il non meglio Identificato «Blgnor Lauser», che avrebbe fatto giungere i «diari» nella Repubblica-federale dall'Est europeo, via Svizzera? O è il non meno misterioso Mirdorf, che, sempresecondo Fischer-Ktijau, gli avrebbe procurato parecchi dei 60 quaderni a partire dal 78? Non si sa: come non si sa se questo Mifidorf, ammesso che esista, sta tuttora in Germania Est. Ma se Fischer-Kujau ha ricevuto soltanto 2 milioni e mezzo di marchi, dove sono finiti gli altri 7 milioni (circa quattro miliardi di lire)? La direzione dt Stern ripete di aver consegnato, in. varie riprese, a Geni Heidemann, la stupefacente somma di 9 milioni 450 mila marchi, una for* tuna non lontana dai5miliardi e mezzo di lire: fortuna che Heidemann giura di avere trasferito, nella sua interezza, a Fischer-Kujau. Non stupisce, pertanto, leggere che la polizia ha perquisito la casa di Heidemann, ad Amburgo, e sequestrato tutti t suoi esrrotti conto degli ultimi anni. Sette milioni di marchi non evaporano facilmente: anche se tutte le transazioni tra il gior-, nalista e Fischer furono in contanti, senza ricevute. ' Frattanto, Stern è «occupato» dai suoi 200 e più redattori, che protestano contro tutto e contro tutti. Condannano la pubblicazione dei falsi «dia¬ ri»; esigono le dimissioni deidirettore editoriale, il famoso e pugnace Henri Nannen, e del presidente del comitato direttivo della casa editrice, Gert Schulte-Hìllen; respingono t nuovi direttori nominati posto del due dimessisi dopo le prime esplosioni dello scan- ; dalo. Sembra un conflitto all'italiana. I due nuovi direttori sono giornalisti dalle vedute assai conservatrici e la re-] dazione teme che violino la tradizione liberale di sinistrò del settimanale. E' una battaglia che non finirà presto. Nannen, che è proprietario della testata, rifiuta di andarsene; l'intera federazione nazionale della stampa appoggia i giornalisti; gli insorti intendono rivolgersi adesso direttamente alla Bertelsmann, la grande società che controlla la casa editrice. I «diari di Hitler» non hanno cambiato la storia, ma hanno generato un terremoto. Mario Clrlello
Luoghi citati: Amburgo, Bonn, Geni Heidemann, Germania Est
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