Positano,le Sirene tra i ladroni di Francesco Santini

Pq^/^jiq je Sirene tra i ladroni . • . ... • COME SI DISTRUGGONO OTTANTA CHILOMETRI DI COSTA (E DI LEGGENDE) Pq^/^jiq je Sirene tra i ladroni . • . ... • DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE POSITANO — Il pachiderma del Vesuvio, punteggiato di metastasi edilizie, è alle spalle. Il traffico a passo d'uomo delle automobili comincia a Castellammare. In alto lo splendore verde del Falto esplode In tratti ristretti, tra palazzoni sgretolati dell'ultima speculazione tinteggiata al quarzo; Napoli haInghiottito l Comuni vesuviani e l'attacco punta sulla penisola sorrentina. Da Meta a Massa, da Sant'Agata a Positano, sino a Amalfi e a Vietri, l'ultimo paradiso italiano1 perde verde e incanto. Premono Napoli e Salerno e i clan della camorra rigenerati' dagli affari del terremoto impongono una penetrazione capillare di cantieri, di ville, dt ampliamenti, nella determinazione diffusa di distruggere ottanta chilometri dt costa, (fi storta e dileggende. C'è chi vuole cancellare l'Arcipelago del Galli e Andrea Milano, sindaco dt Posttono, dice con candore Ingenuo: «Vorremmo impiantare un grande albergo/un eliporto, una casa da gioco. Potrebbero attrarre 1 petrodollari: basta con 1 nudisti straccioni. Vogliamo turisti danarosi e notturni». L'Arcipelago del dalli, dt fronte a Posttano, cantato da ' Omero, dimora delle Sirene, s'apre su tre scogli: la Lunga, la Rotonda, l'Isola del Briganti. Il sindaco mostra il progetto: tunnel sottomarini per collegare le tre Isole, trentamila metri cubi di cemento, sui terrazzamenti concentrati sul quindici per cento del territorio che, sui tre isolotti, non supera i sessantamila metri quadrati. Il progetto, raccolto in una cartellina patinata, ha una premessa: «II rapporto uomo vegetazione», teorizza, nel presentare la relazione lo studio Mostrala, «deve assumere dimensioni religiose: solo se amerai l'albero come te stesso sopravvivrai». «Un tentativo, dice Milano, ài architettura underground». Il sindaco sogna una Posttano per Kassoghy, un casinò per miliardari. Conversa amabilmente nel bar. Beve il primo whisky del mattino, lo allunga con una bottiglia di birra. Fuori, nel violetto delle buganvillee, una comitiva svedese osserva i Galli nella nebbia azzurrina, il sindaco dice, contento agli uomini della sua amministrazione: «Se mi arrestano, mandatemi dei quattrini. In carcere, senza soldi, si vive male». Gli uomini che gli sono accanto lo rassicurano: lui non ha mal azzardato una speculazione. «Ho fatto il fesso, ammette, a quest'ora sarei ricco». Ma il sindaco ha una preoccupazione. L'ultima lettera della Soprintendenza di Salerno lo informa di un'indagine conoscitiva: diciotto cantieri abusivi su due chilometri di costa, tra Posttano e Praiano. Milano esplode: «Il problema è dei nostri politici: per due volte hanno promesso una sanatoria che poi non è arrivata. Ecco l'incentivo all'abuso: si comincia a parlare di sanatorie, sorgono le case .dalla sera al mattino. Chi costruisce esce con poco: duecentomila lire di multa, dieci giorni di carcere, pena sospesa per buona condotta Chi rimane nelle difficoltà è il sindaco. Dovrebbe confiscare; demolire, fiscalizzare. Ma come demolire, come confiscare?»: L'ultima sfida alla Costiera amalfitana assediata dal cemento l'ha lanciata il soprintendente De Cunzo, un architetto deciso e instancabile, che si divide tra Salerno e Avellino. Pressato dai mille disastri dell'Irpinia, devastata dal terremoto, e dalla Costiera di Amalfi, intaccata dai cantieri, De Cunzo, dinanzi alla vastità del fenomeno, ha deciso l'indagine campione. «Ho censito diciotto cantieri, il degrado, ammette il soprintendente, è generale. Abbiamo concentrato 11 lavoro su un breve tratto, decisi ad' andare sino In fondo». Può intervenire il ministro dei Beni,culturali. Per De Cunzo il dramma del cemento indiscriminato ha una data emblematica: il 1977, con il passaggio della tutela ambientale dallo Stato alle Regioni. Il disastro i precipitato con le subdeleghe concesse dalle Regioni al Comuni: ■ «Questa caduta di competenze dallo Stato alle Regioni, ai Comuni, dice De Cunzo, ha presupposti di ingenuità teorica. Ritenere che una piccola comunità gestisca i propri tesori e le proprie risorse culturali è inimmaginabile: sono troppi i condizionamenti, troppo vaste le pressioni».- La legge di delega riserva al potere centrale dello Stato la facoltà dèi controllo. «Può il ministro, suggerisce De Cunzo, vietare o sospendere qualsiasi opera, anche se autorizzata dalla Regione o dal Comune».' E' un potere discrezionale enorme che il giovane soprintendente di Avellino e Salerno è deciso a far esplicare al ministro dei Beni culturali. La prima segnalazione sul degrado gli è venuta dal prefetto di Salerno. Gli appelli di Italia Nostra, per anni ripetuti, sono caduti nel vuoto. Afferma Antonio Jannetto, presidente dell'associazione per la Campania: «Adesso qualche battaglia, potrà essere vinta». Conclusa «la raffica regionalista», Jannello sostiene che è il momento dei provvedimenti. «Mai un ministro, dice, è intervenuto utilizzando l'articolo 82 del decreto 616 del '77. Il ministro ha l'autorità per sospendere o Inibire lavori approvati ed autorizzati dai Comuni. Questa è la grande sfida che può fare di Ve mola un ministro diverso». Per il casinò all'Isola dei Galli l'allarme t scattato. Si serrano i ranghi contro chi vuol distruggere l'ultimo paradiso amalfitano, animato soltanto da stormi di quaglie nelle migrazioni di primavera. Elena Croce, che non ricorda più il numero degli appelli firmati per la Penisola sorrentina, si è decisa ad accettare una candidatura alla Camera «ih qualità di ecologa>. La sud battaglia sarà per il territorio: Nella Penisola vorrebbe un porto naturale. •Un vincolo assoluto, afferma, riuscirebbe a vincere la volontà molto italiana di allenare e distruggere quel che è bello». Il dissesto idrogeologico della Costiera è stato denunciato da Floriano Villa, geologo di nome, vero amico della Penisola sorrentina Per Villa la macchia mediterranea sopravvissuta al cemento non è in grado di frenare l'azione dilavante delle acque piovane.' L'urbanizzazione sconsiderata ha portato la distruzione' dei terrazzamenti che davano spazio all'agricoltura e sostegno ai versanti, l'equilibrio idrico 6 sconvolto. L'allarme di Villa è categorico: «Qualsiasi sottrazione di spazio al verde, avverte, potrebbe ingenerare catastrofi». Ricorda l'alluvione di Salerno, i morii del disastro. «Nell'Arcipelago dei Galli oggi in vendita, ammette il sindaco di Positano. i terrazzamenti potrebbero offrire basi, ottime all'architettura sotterranea: quanto al resto ci sarà da estirpare qualche cespuglio di rosmarino». Un tempo i Galli erano lucidi come sassi. Nel 1924 fu Leonide Mossine, ballerino e. coreografo, allievo di Serge Diaghilev, teorico della danza moderna ad acquistarli. La terra fu portata a spalla dai pescatori. Tra questi c'era anche il sindaco Milano, che oggi ha perso ogni memoria: •Poche piante da strappare, dice, e faremo un grande eliporto». Gli eredi di Mossine, divisi, lontani, sono pronti a vendere. «Anche noi di Positano, dice il primo cittadino, abbiamo diritto ad un casinò: e che cosa sarebbe meglio dei Galli, inaccessibili, aperti soltanto al panfili dei miliardari.arabi?». L'arcipelago diventa l'ultima spiaggia di una guerra difficile da combattere. Contro la speculazione ecco, a Meta di Sorrento, Mario Moresca, un ingegnere che si batte per difendere la spiaggia bellissima di Alimuti ridotta all'ammasso sconcio di plastica, cemento, terriccio. La spiaggia è consumata dal molo di Meta. «Ognuno vuole il suo porto turistico», dice, Morésca. Da Alimuri a Meta, da 'Sàrtt'Agnello a Plano, in una 'striscia di poche centinaia di metri, vorrebbero quattro porti turistici. La sabbia è sottratta alla spiaggia: in alto, a piombo sul mare, le falesie tufacee si sfaldano -per l'abbandono dell'agricoltura e per i nuovi abusi edilizi che sgretolano l'intera costièra sorrentina e salgono verso le colline. Il sindaco di Sorrento, duomo, ammette con rassegnazione: «Qui abbiamo abusi limitati: qualche casetta.! tre piani sono impensabili. E' la necessità: 52 casi dal '79 all'81; 46 nell'82. Dieci nei primi due mesi dell'83». Ma per chi percorra la penisola, il disastro appare generale. Gli sbancamenti mordono Massa Lubrense per quattromila vani. Vico Equense si prepara a ricevere centomila metri cubi di cemento attorno a un complesso conventuale del Seicento. Nel canalone tufaceo di Santa Maria s'alzano quattro ville. Punta delle Capanelle, dove Omero localizzò il richiamo delle Sirene, è minacciato dagli sbancamenti per l'acquedotto di Caprie nel punto dove il panorama si fa d'incanto e mostra i Faraglioni. A Sant'Agata, a ridosso della chiesa, sorge la casa squadrata dal disegno economico di un geometra del luogo. Più in alto;?-:lzn edificio orrendo è pronto sui colli di Fontanelle a ospitare una scuola mentre, verso il mare, il nuovo porto di Piano minaccia i resti di una calata romana scavata nella roccia. Dice Moresca, responsabile di Italia Nostra per la costiera sorrentina: «Oli appelli perdono di contenuto. I trentadue Comuni della Penisola vanno per proprio conto. Con i sindaci che si sono sostituiti ai soprintendenti, il caos è totale, il turismo di rapina in agguato». E a Sorrento, Ut direttrice del Musco Corredlé 'di Terranova,- Rubina Cartello, ricorda la famiglia dei Correlile che viveva in povertà pur ài non disperdere le collezioni preziose riservate alla città, «Tutto va in rovina dice la Cartello, gli ultimi Correale amavano la città e raccolsero tesori e meraviglie, porcellane e quadri. Oggi si pensa soltanto a distruggere. Il paesaggio e il patrimonio artistico sono affidati a pochi volenterosi». Francesco Santini

Persone citate: Andrea Milano, Antonio Jannetto, Correale, De Cunzo, Elena Croce, Floriano Villa, Mario Moresca, Plano, Serge Diaghilev