Monaco,leggenda da 55 anni

da 55 anni iz322!3Hìo La storia del Gran Premio è intessuta di sfide e 'di drammi da 55 anni MONTECARLO — A Montecarlo si corre dal 1929. Sovente criticato per la sua pericolosità di stretto budello ricavato lungo le strade del Principato, il circuito che da quasi 55 anni è teatro del G.P. di Monaco ha consegnato alla storia dell'automobilismo innumerevoli episodi, talvolta esaltanti, altri drammatici, che comunque hanno contribuito a costruirne la leggenda. Rievochiamone qualcuno, fra i tanti, di questa corsa. Il duello Nuvolari-Varzi (1933) — Sono gli anni dell'irriducibile rivalità — ma anche della schietta amicizia — fra Tazio Nuvolari e Achille Varzi, due dei più grandi piloti della storia. Il primo al volante della famosa Alfa Romeo «P 3», il secondo della Bugatti, si ritrovano a Montecarlo ben decisi a superarsi in un circuì^) che esalta le doti di guida. Si corre su 100 giri, poco più di 500 km, come prescriveva la Formula dell'epoca (la cilindrata era libera). I due si attaccano fin dai primi metri, e quasi a ogni giro l'uno o l'altro prende la testa. La folla impazzisce di entusiasmo. A due tornate dal termine è al comando «Nivola» e sembra doverci restare. Però, il pilota galliatese ha un ultihio guizzo, quanto basta per superare l'avversario a poche centinaia di metri dal traguardo, ma contemporaneamente il motore dell'Alfa va arrosto, 1950: groviglio di nove macchine — Dal 1947 si corre secondo questa Formula: cilindrata 1500 per i motori con compressore, 4500 per gli aspiranti. Ma quasi tutte le Case preferiscono la prima soluzione, in primo luogo Alfa Romeo, Maserati, Ferrari e là inglese Era. Sùll'Alfetta «159» sono Nino Farina (che si aggiudicherà il primo titolo di campione del mondo), Fangio, Fagioli; sulle Ferrari Ascari, Villore'si, Sommer; sulle Maserati Chiron, Gonzales, Bira, Claes, Rol. Al primo giro va al comando Fangio, seguito da Villoresi, Gonzales e Farina. Poi, nel breve rettifilo che precede la curva di Salnte-Devote, gli ultimi due si urtano, vanno di traverso e contro di loro sbattono altre sette macchine, in un groviglio pauroso. La corsa, praticamente, finisce appena cominciata: Fangio va a spasso e vince tranquillamente, precedendo Ascari —che è riuscito a evitare la collisione —, Chiron e Sommer. E' dopo questo episodio, fortunatamente, incruento, che nascono le prime polemiche sulla scarsa agibilità "del tracciato monegasco. Ma si va avanti lo stesso. . Ascari finisce in acqua — Nel 1955, vigente la Formula della cilindrata massima 2500 senza compressore (Mercedes e Lancia erano entrate in lizza nella seconda parte della precedente stagione), il G.P. di Monaco—e non è la prima volta — si risolve in una corsa a eliminazione. Dopo l'iniziale dominio delle Mercedes di Fangio e Moss, ritiratisi i due leaders si ritrova in testa Ascari sulla Lancia. Ma aU'8r giro, uscendo dalla chicane del porto, il pilota milanese va dritto contro le balle dì paglia, le supera e piomba in acqua. Si teme l'irreparabile, ma il milanese viene immediatamente ripescato, soltanto contuso. Vince, inaspettata, la Ferrari di Trintignant. Ascari perderà la vita pochi giorni dopo, provando à Monza la Ferrari sport di Castellotti. La morte di Bandini, 1967 — In questa stagione, Lorenzo Bandini è il capofila della Ferrari. In gran forma, caricatissimo, il pilota milanese arriva a Montecarlo reduce da due splendide affermazioni (in coppia con Chris Amon): la «24 ore» di Daytona e la «1000 km» di Monza, sulla Ferrari sport. Gli appassionati italiani sperano in un nuovo trionfo del binomio Bandini-Ferrarl, che sul circuito deL Principato ha in Jlm Clark (su Lotus) | l'avversario più temibile. Invece, fermato Clark da un guasto, dopo metà ! gara è al comando l'anziano Denis Hulme con la Brabham. Bandini insegue ih seconda posizione quando aU'81" giro (proprio come 13 anni prima Ascari), uscendo dalla chicane urta contro una delle bitte del porto, la macchina prende fuoco e il povero Lorenzo rimane ustionato. Morirà tre giorni dopo. 1975, il trionfo di Niki Lauda — Ma i lutti non hanno mai fermato lo sport automobilistico, e a Montecarlo si continua a correre ogni anno, una domenica di maggio. Il circuito diventa stregato per i colori della Ferrari, che per vent'anni insegue vanamente la vittoria. Fino al 1975, quando in una memorabile edizione della corsa Niki Lauda, il numero uno della Casa di Maranello, sbaraglia i team britannici, appunto da vent'anni (dopo il ricordato successo di Trintignant) abbonati al successo nel G.P. di Monaco. Ferruccio Bernabò In questo pericoloso circuito-budello che si stende fra le vie del Principato si corre dal 1929.1 campioni dell'automobilismo sportivo si sono cimentati in questa • avvincente corsa, il cui fascino rimane H§ Nella storia del Gran Premio non si contano gli incidenti spettacolari: ecco Collins finire sulle barriere UialfiradO tUttO dlOriTÌC la sua Ferrari. Siamo negli Anni 50, un periodo che può ancora essere considerato eroico per la F. 1 O Montecarlo, al porto con