Tifosi e sponsor «made in Italy» di Michele Fenu

Tifosi e sponsor «made in Italy» Il Principato di casa nostra. Tifosi e sponsor «made in Italy» MONTECARLO — Si dice, giustamente, die quello di Monaco è il terzo Gran Premio d'Italia, dopo Monza e Imola. In effetti, la maggior parte degli spettatori della corsa è composta, da sempre, di tifosi e appassionati nostrani, che arrivano nel Principato conognimezzo. 1 NoWtuìtt sono raffinati e soprattutto ricchi gentlemen.il che provoca un certo fastidio tra la gente «chic», ma la Formula 1 non è più uno spettacolare show per pochi intimi. JVon dimentichiamo che il Circo ora rappresenta la più popolare manifestazione dello sport automobilistico. Si spera, piuttosto, che i tifosi più caldi della Ferrari non si abbandonino alle incivili gesta di cui si sono resi protagonisti a Imola. Fischiare un Rosberg o un Patrese, esultare per l'uscita di pista di un rivale è sciocco e non sportiiio, e certe giustificazioni che si sono lette su alcuni giornali sono persino più stupide degli episodi in se stessi. La Ferrari, secondo noi, non, ha bisogno di 'Spinte- passionarle per correre e vincere. Il Gran Premio di Monaco è pure passerella per la Formula 1 e i suoi protagonisti. E in'questi giorni si è accesa una battaglia anche fra gli sponsor die fiancheggiano e sostengono l'attività'delle squadre: ricevimenti, presentazioni, invitici destra e a sinistra. L'occasione è valida per una rassegna di questimecenati Anni 80. E si scopre che la maggioranza è italiana. C'è chi ha fatto i conti con attenzione e il risultato è stato questo: gli sponsor di casa nostra sono ben diciotto e la cifra die investano supera ogni anno i 25 miliardi. Si può tranquillamente affermare che senza le aziende 'iliade in Italy- la Formula 1 sarebbe costretta, se non alla chiusura, 'Cèrto 'a Hlri 'notévole ridimensionamento. I generi coperti da sponsor italiani sono di tutti i tipi: alimentari, abbigliamento, cosmetici e profumi, utensili, trasporti, elettrodomestici, caffé e così via. Le etichette e i marchi di fabbrica costellano le vetture della Brabliam, dell'Alfa Romeo, della Tyrrell e della Wtlliams. C'è una squadra die i nostri mecenati vorrebbero avere e die sarebbero disposti a ricoprire d'oro (ad esempio, la Parmalat spende sei miliardi per la Brabham), ma che risponde negativamente a ogni lusinga. Quale? Ma la Ferrari, naturalmente. La Scuderia, per antica tradizione, utilizza sólo sponsor tecnici, in prima linea la Fiat, die—rapporti di Gruppo a parte —fornisce un prezioso aiuto in diversi settori (aerodinamica, elettronica, ricerche.eccj. Forse, anche per questa «purezza- la Ferrari raccoglie un tifo particolare. Ma cerchiamo di non trasformare Montecarlo in uno . stadio di calcio. Non tanto per il vezzoso Principato quanto per la Ferrari; appunto. Michele Fenu

Persone citate: Patrese, Rosberg, Tyrrell

Luoghi citati: Imola, Italia, Monaco, Montecarlo, Monza