I principali problemi dell'economia pugliese

I principali problemi dell'economia, pugliese I principali problemi dell'economia, pugliese ■ A CURA DELLA GIUNTA REGIONALE —1 La Puglia non è esente da fenomeni che interessano l'intero Mezzogiorno L'analisi dell'andamento dell'economia pugliese riferita all'ultimo decennio provoca molivi di profonda preoccupazione non disgiunti, però, da segnali positivi sulla potenzialità di recupero del sistema economico regionale. C'è innanzitutto da registrare che. nel decennio di riferi■ mento (1970-1979), la quota di partecipazione della Puglia alla formazione del reddito nazionale è rimasta pressoché costante (4,6% nel '71 e 4,7% nel 79). Vi è una diffusa tendenza al decrescere degli investimenti fissi lordi, imputabile interamente al comparto industria, con esplosione di gravi punti di crisi e con una propensione prevalente verso il terziario tradizionale e verso Investimenti in comparti industriali nei quali più ridotti sono I fattori di rischio. Si aggiunga la persistenza degli squilibri territoriali con punte di maggiore depressione nelle aree interne, Se consideriamo, infatti. indicatori di benessere particolarmente significativi (gettilo vecchi tributi locali, fenomeno demografico, struttura rete commerciale, struttura urbana, abitazioni, strutture scolastiche, strutture ricreative, risparmio postale e bancario), è possibile individuare all'interno di ogni singola provincia un numero di comuni aventi redditi, attività e consumi particolarmente irrilevanti rispetto alla media regionale e tali da poter formare delle aree particolarmente depresse. Ci si 11 lei isce a quella del Subappennino Dauno comprendente 28 comuni su 62 della provincia di Foggia, a quella dell'Alia Murgia barese con 8 comuni su 48 della provincia di Bari e a quella delle Serre Salenline comprendente 33 comuni su 97 della provincia di Lecce. La crisi dello stabijimento MONTEDISON di Brindisi che inlluenza notevolmente lo sviluppo economico dell'intera penisola salentina, i casi ANIC Manfredonia. FILDAUNIA, HARRIS Moda. la. preoccupante situazione della siderurgia italiana che coinvolge uno dei punti forti di tale seliore, localizzalo nella nostra Regione, rappresentano altri momenti significativi delle difficoltà presenti nel Sistema Puglia. Per una visione più complete della situazione pugliese può essere utile considerare le diverse situazioni delle aree territoriali nelle quali si articola il sistema industriale. Nell'area tarantina; Intatti, la carenza di una forte coesione del sistema produttivo determina condizioni di particolare vulnerabilità dell'industria locale rispello alle grandi crisi cicliche internazionali e di settore. Al modello di sviluppo polarizzalo dei centri maggiori del triangolo jonico-salentino. fa riscontro un tipo di industria, lizzazione «diffuso» spesso sommerso, a bassissimo livello di specializzazione e integrazione produttiva nell'area Pedemurgiana barese, nelia valle d'Uria e nell'area interna del la provincia di Lecce. Nel sedere agro-alimentare maggiormente rappresentalo nel Nord-Tavoliere non si riscontrano ancora adeguali momenti di verticalizzazione delle produzioni agricole cui è strettamene legato il futuro più certo del sistema industriale dauno nella prospettiva della cosiddetta rivoluzione irrigua. E' indubbio che l'intervento pubblico in generale e quello delle PP.SS. in particolare, hanno avuto un peso determinante nel processo di evoluzione bell'economia pugliese, con la realizzazione di numerose iniziative produttive e di Importanti reli infraslrutlurali. Le unità produttive industriali delle imprese pubbliche registrano un'occupazione di oltre 36.000 addetti che rappresentano circa l'11% dell'occupazione totale' nel settore secondario. Il gruppo IRI che abbraccia l'81% dell'occupazione delle imprese pubbliche con una prevalente concentrazione nell'area siderurgica, è presente sia nei sonori manifatturieri (siderurgia, meccanica cantieristica, alimentare) sia nei servizi (telecomunicazione, trasporti marittimi ed aerei, banche) sia, Infine, nelle Infrastrutture (autostrade e costruzioni). La presenza ENI. con una quota percentuale di occupati del 10%, riguarda i settori dell'energia, della chimica e del tessile. La presenza EFIM, la cui quota occupazione è pan al 9%. 0 preminente nei comparti alni,antan od aeronautico. La rilevante caduta degli investimenti dèi sistema delle PP SS., negli ultimi anni, che risulla più preoccupante per il gruppo EFiM. per il quale negli ultimi cinque anni si registra un calo occupazionale del 38%, introduce elementi di aggravamento nella crisi dell'economia pugliese. Tanto perché, nel contempo, la stagnazione degli .investimenti delle imprese pubbliche, non è stata compensala da un'azione promozionale dello sviluppo indotto. Non si sono in sostanza registrati gli efletti moltiplicativi, pure ipolizzati negli Anni Sessanta. Diversi fattori possono aver influito sullo scarso ritorno degli investimenti sul territorio pugliese. Una poco accorta politica degli acquisti e delle commesse, la carenza di laboratori di ricerca e sviluppo e Ingegnerizzazlone, una limitata autonomia del management aziendale, hanno indubbiamente concorso a limitare gli efletti indotti dell'aziono pubblica. Il recente rapporto Svimez sul Mezzogiorno conlerma gli elementi di instabilità della struttura industriale pugliese, con riferimento al ramo manifatturiero, che vengono individuati in: . — un peso «relativamente» Interiore delle piccole e medie imprese in termini di occupazione e di flusso globale; — un basso indice di diversificazione industriale: — un insoddisfacente rapporto del prodotto per addetto. • Per quanto attiene all'agricoltura, il quadro socio-strutturale è piuttosto precario a causa dell'elevato grado di instabilità dei livelli occupazionali, dell'elevato numero di aziende piccole e di piccolissime dimensioni, della costante diminuzione nel tempo della produttività, della multiforme configurazione strutturale dell'apparato distributivo, della carenza di progetti integrati per la valorizzazione ottimale delle aree già irrigue e di prossima irrigazione. Con riferimento-ai problema generale dell'occupazione si registra una fragilità nella struttura occupazionale che vede oltre la metà del lavoratori pugliesi impegnata In agricoltura, industria delle costruzioni e nella Pubblica Amministrazione (Il 56% della Puglia contro il 39% della media nazionale). Il tasso di inoccupazione in Puglia è in costante ascesa: previsioni, nelle tendenze in alto, portano a ritenere che nel proscimo quinquennio l'offerta addizionale del lavoro in Puglia registrerà più marcate tendenze rispetto all'andamento nazionale. L'economia' pugliese presenta, comunque, notevoli suscettività di sviluppo, alcuni elementi positivi vanno qui richiamati: — cresce l'interscambio con l'estero delle imprese aventi sede legale in Puglia: — emerge sempre più evidente una classe imprenditoriale locale che si apre alle correnti del commerciò internazionale: — si rafforzano e si qualificano le strutture universitario della Regione; — tende ad espandersi il potenziale scientifico, tecnico e pubblico, con una interessante apertura di spazi in diversi settori di iniziative a partecipazione pubblica e privata; — sono assenti nell'assetto sociale pugliese forme di degrado che incidono negativamente sulle dinamiche economiche. Lo stesso fenomeno dell'economia sommersa, segno comùnque di vitalità, fornisce stimoli ed occasioni per rendere ufficiale e razionalmente organizzate un'ampia gamma di attività economiche, che possono trovare un adoguato sostegno anche in un'accorta revisione della politica del lavoro Nonostante questi aspelli positivi, i caratteri sintomatologie! delta struttura dell'economia pugliese e della relativa tendenza in atto, denunciano, complessivamente, uno stato di malessere di non trascurabile entità, le cui cause profonde andrebbero ricercate in direzioni diverse. Da un lato c'è indubbiamente un certo tipo di tradizioni e di formazione umana, dalle quali si sprigionano la capaci- tè imprenditoriale e l'attitudine all'inserimento nel mondo operativo, in quello delle attività produttive più In particolare, con una tendenza relativamente più prevalente verso il Terziario tradizionale e verso investimenti In comparti Industriali nel quali più ridoni sono I fattori di rischio. , Dall'altro lato, è Indubbia la rnancala azione di propulsione dona spesa pùbblica, posto che la stessa anche se dovesso limitarsi, in maniera non del tutto efficiente, alla realizzazione di opere più strettamente connesse alla propria funzione (quali ad es. le Infrastrutture di carattere generale e specifico, le opere pubbliche e di servizi sociosanitari nonché i trasporti e le incentivazioni alle attività economiche) potrebbe collocarsi anche come un mezzo per combattere le depressioni, rendendo efficaci le proprie politiche. Strategia programmatica della Regione compatibile con le tendenze dell'economia L'Ipotesi fattibile dell'evoluzione del sistema pugliese non può che sollecitare un quadro programmatico sostanzialmente nuovo, capace di combinare ta soluzione di alcuni ' nodi storici dell'economia pugliese é l'inserimento della stessa nella dinamica produttiva delle società più avanzale. L'inversione di tendenza dell'economia regionale suppone, da un lato, la soluzione dei nodi frenanti di vecchia e nuova formazione (tra cui vanno evidenziali l'acqua, l'energia; la paralisi degli apparati pubblici), dall'altro deve rappresentare di per sé la scelta che la Puglia compie per partecipare attivamente all'attuazione degli obiettivi dell'economia nazionale. Per questo, l'ipotesi di sviluppo in questione deve tendere In termini relativi ad un maggiore incremento del reddito reale e ad un allargamento delle possibilità di occupazione qualificata L'ipotesi fattibile richiede anche l'accumulazione e l'incremento di produttività: va puntualizzato che l'accumulazione In loco, da ritenere necessaria per l'attivazione dei meccanismi autopropulsivi, si può realizzare solo se cresce quantitativamente e si quantica la partecipazione dell'imprenditoria locale al processo produttivo. L'Inversione di tendenza, pertanto, si basa sulla individuazione delle nuove occasioni di investimento nel comparti direttamente produttivi, sulla predisposizione delle condizioni necessarie per un processo di formazione del fattore umano, capace di agire in termini propulsivi e di supporto alla tipologia del nuovo corso dell'economia regionale e quindi su un maggiore e diffuso protagonismo delle energie locali lungo tutto il fronte delle possibilità operative. fScelte di fondo La strategia programmatica evidenziata, intesa come sforzo per promuovere il processo evolutivo della realtà regionale attraverso alcune scelte prioritarie, non può che tenere conto di due precisi indirizzi. Il primo riguarda l'allargamento del ventaglio produttivo e l'innovazione tecnologica, cui è strettamente legala una valida condizione di competitività. La crescita quantitativa e qualitativa della Pu-iha viene cosi ad essere fortemente condizionata dalla capacità che la stessa ha di combinare processi innovativi per «Invasione» nei settori tradizionali, con processi Innovativi legali a nuovi bellori produttivi L'innovazióne va intesa, come applicazione di nuove macchine ai processi produttivi, come creazione di nuovi prodotti o miglioramento di quelli esistenti, come attività di ricerca, sviluppo ed erogazione di servizi reali finalizzali . ad innovare I processi produttivi, a creare nuovi prodolii • ed a migliorare quelli già In atto. Il secondo indirizzo su cui basare la svolta da attualizzare nell'intero sistema economico regionale riguarda la qualità della vite. Questa va intesa come accessibilità del lavoratori a beni e servizi essenziali quali la casa, la tutèla della salute, la cultura, Il tempo libero e lo sport che garantiscano una dimensione umana alla vita che si organizza e si rivolga nell'ambito del sistema economico a sociale della collettività pugliese. Settori produttivi Le strategie della Regione, per il potenziamento del suo apparato produttivo, tengono comodi particolari obiettivi rivenienti dal raccordo Ira la pianificazione regionale di .sviluppo e le scelte economiche' della programmazione nazionale. Per quanto specificamente attiene all'obiettivo nazionale dell'incremento del reddito reale, la Regione vi concorre attraverso l'auménto di redditività e competitività in agricoltura ed Il potenziarne!ito dell'apparato industriale. L'apporto della Puglia al perseguimento della lotta all'Inflazione avviene da un lato attraverso l'Incremento di produttività nel comparti dell'agricoltura e dell'industria, con una sensibile Innovazione di prodotto e di processo, e dall'altro attraverso la revisione della rete di distribuzione con particolare riferimento ai prodotti di largo consumo. Per quanto ancora si riferisce alla politica economica diretta ad Incidere sul miglioramento della bilenca con l'estero, la Puglia deve migliorare il saldo attivo delle imprese locali; delle attività turistiche e realizzare una maggiorevalorizzazione delle produzioni agricole. L'obiettivo della' lotta alla disoccupazione viene infine perseguito in Puglia combinando l'esigenza della Innovazione tecnologica con l'espansione dei comparti produttivi, delle unità locali operative In grado di assorbire maggiore occupazione nel servizi superiori. La partecipazione allo sforzo che l'Intero Paese è chiamatola compiere per superare la ci,s, viene .colta In Puglia come occasione per porre le condizioni idonee ad Innescare un nuovo processo di sviluppo dell'economia regionale, basato sui (allori innovativi e di slabllì- tè nella struttura produttiva, nonché su metodi operativi efficaci ed efficienti nell'organizzazione o nel modo di gestione della stessa pubblica amministrazione, con riferimento all'intero sistema delle autonomie.

Persone citate: Cura, Harris Moda