Il vero scontro dc-psi di Ezio Mauro
Il vera scontro dc-jpsi Il vera scontro dc-jpsi (Segue dalla l'pagina) oggi in casa democristiana è in difficoltà) vuole conciliare il rigore con lo sviluppo: la seconda è quella tradizionalmente assistenzialista; la tersa è quella dura, die pensa ad una "gelata thatclieriana", per far scendere costi e prezzi con la deflazione e sviluppare la produttività con la minaccia della disoccupazione. Noi diciamo semplicemente die il rigore va distinto dall'lmpru-, denza, respingiamo la linea della stagnazione, che è andie la linea dell'invecchiamento dell'economia, alla fine della quale vi è la spettro della "deindustrializzazione" . e puntiamo sulla crescita possibile e desiderabllet. • Calma — risponde Bodrato —. Nessuno di noi vuole prendersi l'etichetta del partito del rigore ad ogni costo, per lasciare ai socialisti l'ctirtictta del partito dello sviluppo. Certo, non c'è dubbio che la de oggi insista di più sull'importanza di una politica di risanamento come condizione per la ripresa degli investimenti e la difesa dell'occupazione. E non c'è dubbio che i sortateli sono meno preoccupati di noi di questo problema. Ma guar¬ diamo ai fatti. La crisi non l'ha inventata la de. Nell'ultima riunione dei ministri economici dell'Ocse, a Parigi, l'Italia è stata invitata ad insistere con più efficacia nella lotta all'inflazione. Cosa propone allora il psi? Stiamo aspettando una risposta: sugli obiettivi siamo tutti d'accordo, dobbiamo intenderci sulle strategie per raggiungerli*. ■ -E' vero — aggiunge Scotti —, finora è difficile capire qual è il tipo -di risanamento che il psi propone. Siamo ancora alla battaglia delle formule, alla guerra delle etichette, nella preoccupazione di scaricare sempre su altri la colpa delle medicine amare. Ma qui il problema non è tanto di decidere se la medicina deve essere amara o dolce, ma di arrivare, finalmente, a prescrivere una ricetta, senza tentennamenti, contrasti logoranti, mediazioni inutili. Ormai dovrebbe essere chiaro a tutti che una politica economica, in questa congiuntura difficile, deve essere coerente al suo interno, non può essere tirata in Consiglio dei ministri da una parte e dall'altra. La Francia aveva tentato una logica di mediazione, poi ha dovuto scegliere*. Ma le scelte economiche, ribatte Il psi, non possono essere slegate dalle scelte e dai progetti politici più generali •Noi, ad esempio — dice Francesco Tempestini, della direzione socialista — abbiamo letto, con attenzióne la ricetta del dottor Merloni, e l'abbiamo intesa come un'operazione fiancheggiatrice del tentativo di giocare il voto del 26 giugno tutto in chiave di catastrofismo economico, neoconservatorismo e, perdié no, bipolarismo*. Sono le vecchie diffidenze politiche, dunque, ■ che alimentano i contrasti di politica economica tra de e psi? Per La Malfa, non c'è dubbio. 'Poidié non credo affatto ai ruoli che psi e desi sono assegnati, dipartito del rigore l'uno, e di partito dello sviluppo l'altro, sono convinta che le due linee economiche possono essere compatibili. Quelle die si mostrano invece sempre più inconciliabili, sono le due filosofie politiche della de e del psi. Tanto è vero che quando è venuto meno il punto diequilibrio di un governo affidato ad un terzo partito, la legista tura è caduta di colpo*. ■■ Ezio Mauro
Persone citate: Bodrato, Francesco Tempestini, La Malfa, Merloni
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