Dieci mesi decisivi di Emilio Pucci

Dieci mesi decisivi Dieci mesi decisivi (Segue dalla l'pagina) dazione degli industriali, si è mostrato perplesso. «/ partiti dt slntstra — ha precisato —, con diversa intensità e dtverse sfumature Ideologiche, hanno manifestato di recente l'abbandono delle loro posizioni contrarie all'economia di mercato. Ma non basta aver riscoperto, la funzione del mercato se poi si ostacolane\'falli la possibilità di allocare le risorse secondo le leggi del increato»-.-Slesso discorso per la democrazia cristiana che «si presenta ancora con posizioni di estremo rigore economico che convivono con espressioni dt populismo e di assistenzialismo*. Sul banco, degli imputati, comunque, non c'è la sola classe politica. Una parte di responsabilità per il disastroso stato della nostra economia, Merloni l'ha attribuita pure al sindacato, che, arroccato su battaglie di retroguardia, tende «a trasformare t patti sottoscritti in pure indicazioni politiche: il die vuol dire, in altre parole, ritenerli privi di valore vincolante*. Sui rinnovi contrattuali, gli industriali non si dichiarano intransigenti, ma «coerenti e responsabili* rispetto agli ini pegni assunti. In questo senso non è stato d'esemplo 11 governo che, ha dichiarato Merloni, per 1-contratti dell'area pubblica non si è attenuto agli accordi del 22 gennaio scorso. I leaders sindacali hanno disertato ieri l'assemblea della Confindustria e Merloni si è rammaricato per questa specie di dispetto». Neppure 11 sistema bancario «si è mosso con quell'agilità, quell'apertura dt vedute, quella lungimiranza che pure et si dovrebbe aspettare da un mondo che, come noi, è fondato sul principi delle Imprese* ; al contrario, «l'alto costo del denaro soffoca le imprese, ma ci du de anche le prospettive di sviluppò a tutta il sistema*. La mancanza dì una -cultura industriale- ha inoltre provocato il dilatamento della spesa pubblica Improduttiva al punto che dal provvedimenti in sostegno dell'Industria di questi anni «non è stata ancora erogata una lira all'indù stria privata*, sempre per la ricerca e l'innovazione tecnologica. Non è mancata infine nella relazione di Merloni (28 cartelle dattiloscritte) una pulita polemica verso gli stessi Imprenditori: «Agli errori di chi ha governato e governa la nostra economia si è aggiunta talvolta, da parte di qualcuno di noi, una perdita di aggressività, un adagiarsi passivo sull'onda della crisi, o peggio, un rifugiarsi nell'assistenzialismo*. Un comportamento che gli Industriali devono respingere se davvero vogliono as sumersl il compito di risvegliare -Questo organismo addormentato che è ti nostro sistema economico*. Chiusa l'assemblea della Confindustria nel pomeriggio si è riunita la giunta della Confindustria per nominare 1 «tre saggi» Incaricati di sondare le candidature perii successore di Merloni nel 1984.1 tre saggi sono gli stessi che tre anni fa indicarono l'attuale presidente: Antonio Coppi, Giuseppe Pichetto e Pllade niello. Le voci di una candidatura di Cesare Romiti alla -guida della Confindustria sono state intanto smentite dallo stesso amministratore, delegato della Fiat che le ha definite «una pura fantasia*: La giunta della Confindustria ha poi nominato Mario Selliniborni vicepresidente, In sostituzione del dimissionario Pietro Marzolle Emilio Pucci

Persone citate: Antonio Coppi, Cesare Romiti, Giuseppe Pichetto, Mario Selliniborni, Merloni