Sergio Rossi voleva lasciare

Sergio Rossi volevo lasciare dvv li? O ' Il presidente del Torino domenica si è sentito tradito dalla squadra Sergio Rossi volevo lasciare dvv li? O ' Ieri è stato convinto a restare - Svolta nella conduzione del club, scelte tecniche più ponderate - Bersellini ha chiesto un centravanti e una punta, ma necessita un centrocampista di rendimento - Incerta la situazione di Hernandez TORINO — / gol di Tedesco e Sorbi nella porta di Terraneo hanno dato al Pisa la salvezza, ma hanno provocato contraccolpi violenti: a Cagliari un collasso al presidente Alvaro Amarugi, già choccato dallimpietosità della Juventus, al Torino il rischio del ritiro di Sergio Rossi dopo appena un anno di presidenza. Il pericolo di vedere la navicella granata di nuovo nella burrasca e senea timoniere è sfumato solo ieri dopo una riunione di vertice alla Comau. Sergio Rossi resta, offrirà un altro tangibile contributo, ma è facile pensare che ora vorrà veder più chiaro nelle situazioni, anche quelle tecniche. La resa della squadra contro il Pisa è stata un duro colpo per il presidente granata, già deluso. L'uomo che ha portato sette miliardi alla società (fra tamponamento di vecchi buchi di bilancio e passata campagna acquisti) ed al quale ora se ne chiedono altri tre, si è sentito tradito. Gli è mancata la risposta dell'impegno, risultato a parte, ed i più o meno velati sarcasmi su un Torino «bene/attore» di altre società l'hanno mortificato. Di qui il pensiero, se non la decisione, di mollare, rientrato dopo le pressioni di alcuni collaboratori. Non si può non capire Sergio Rossi, la sua delusione per un calcio che non conosceva a fondo al di là del tifo. Il tutto aggravato dal ritiro di alcuni personaggi che promettevano aiuti per indurlo ad accettare la carica, ai tempi delle trattative con PianellL Ha capito, adesso, che è sin troppo facile parlare di giocatori con i soldi degli altri. Ha capito che non tutti i granata hanno risposto sul campo alle attenzioni della società. Terraneo afferma in proposito: «Chi dovesse dire di aver sentito il club lontano, distaccato, sarebbe in malafede». Che programmi ha, adesso, il Torino di Rossi? Intanto un esame approfondito sull'accoppiata rendimento•carattere dei giocatori. A qualcuno il finale di campionato costerà il posto. Bersellini, confermato, dovrà ri¬ pensare alle sue richieste di rafforzamento (un difensore e una punta). L'anno in più di Zaccarelli, pur autore di un campionato strepitoso, la prudenza sul rendimento di Ferri che sta appena riprendendosi, lo scarso peso di Hernandez in fase di interdizione, impongono l'acquisto di un centrocampista di peso, grinta e rendimento. L'argentino potrebbe andarsene, quindi. Non c'è tempo per attendere che esprima le qualità tecniche che indubbiamente possiede? In partenza Van de Korput, si libererebbe il posto a due stranieri. Un centrocampista e una punta? Il Torino con i suol osservatori setaccia l'Europa, insegue sempre Schachner, ma in definitiva — come è giusto — sard il bilancio a decidere. Una campagna rafforzamento non facile. Dopo l movimenti frettolosi della scorsa estate, adesso ci vuole la massima accortezza. Uno o due gioca¬ tori di sicuro valore, quindi puntare sui giovani. Era la tattica da adottare l'anno scorso, non si assume un ventino venne (ora trentenne) come Selvaggi quando già si doveva pensare al futuro, all'usura di Zaccarelli ed alle fatiche di Danova. Intanto resta inspiegabile il cedimento della squadra nelle ultime partite. L'eccessiva esaltazione dopo la vittoria nel derby (quando tutti dovevano capire che tre gol in tre minuti sono un fatto assolutamente straordinario), lo snobbare squadre ritenute più deboli (dimenticando la carica data dalla lotta per non retrocedere) possono essere cause della •scarsa concentrazione» che Bersellini sottolinea. Ma ci deve essere qualcosa d'altro, come la «tenuto» del complesso. L'anno scorso la squadra-baby di Qiacomini e Zar atti (non scordiamo il preparatore atletico) fece punti nel finale. Solo perché doveva salvarsi? Ora c'era però in ballo una Coppa Uefa, ovverà dei soldi. Eugenio Bersellini non si nasconde, ma neppure drammatizza: «Non facciamola troppo grossa con 11 problema psicologico. Parliamo anche di maturità, se hanno tenuto meglio gli anziani dei giovani. C'è chi si sente appagato più facilmente. Non scuso nessuno, ma ricordo anche il buono che abbiamo fatto nella stagione. Novt mesi di fatiche non 11 tiene nessuno, non li teneva neppure Pelé che non era solo bravo, ma anche un grande atleta». Ammette però: «Dopo Catanzaro ho avvertito che qualcosa stava cambiando. Siamo caduti In un trabocchetto che ci slamo preparati da soli». Luciano Moggi, il direttore generale, domenica sera ha avuto una decisa reazione negli spogliatoi: «Non ci potevo stare, ad una partita cosi». Ricorda anche, giustamente, te assenze di Zaccarelli e Van de Korput, il lento recupero di Ferri, il campionato ricco di infortuni di Torrisi. Ma le pur reali sfortune non placano Sergio Rossi. Vuole un Torino da battaglia, adesso. Bruno Perucca

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