La Laverda (macchine agricole) punterà sul mercato americano

La Laverda (macchine agrìcole) punterà sul mercato americano Parla Pietro Laverda, amministratore delegato dell'azienda di Breganze La Laverda (macchine agrìcole) punterà sul mercato americano Leader in Italia nelle mietitrebbie - Tra i prodotti più avanzati le macchine per vendémmia DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE ' BREGANZE — Sono ormai centodieci anni che Vasienda della famiglia Laverda costruisce macchine per l'agricoltura in questo piccolo paese vicentino: in quegli anni, quando ancora mancava l'energia elettrica e le lavorazioni dei metalli e del legno venivano fatte a mano, la Laverda realizzava sgranatovi per il mais, torchi per il mosto ed altre piccole macchine per fattoria. Una lavorazione artigianale affidata a pochi operai, una trentina, sotto la guida del fondatore, Pietro Laverda. Oggi l'azienda di Breganee è diventata un gigante: 1350 dipendenti diretti, più quelli dell'indotto, cento miliardi di fatturato, il 60-65 per cento dei quali venduto all'estero: 2000-2200 macchine costruite ogni anno; il 41 per cento del mercato italiano delle mietitrebbiatrici e il 10 per cento circa di quello europeo. Ai vertici dell'azienda ci sono sempre i Laverda, i due fratelli Pietro e Giovanni Battista anche se il capitale della società è posseduto interamente, sin dall'aprile 1981, dalla Fiat-Trattori. «Dovevamo allearci ad un grande gruppo per far fronte alla concorrenza internazionale — commenta l'amministratore delegato Pietro Laverda che porta il nome del fondatore —, sul mercato noi dobbia¬ mo confrontarci ogni giorno con colossi del calibro della New Holland (gruppo Sperry Univac), John Deere, International Harvester, Massey Ferguson, Claas. Oggi possiamo contare sulla rete della Fiat Trattori per le vendite all'estero, mentre in Italia ci affidiamo all'organizzazione della Federconsorzi». Nonostante le sfavorevoli notìzie che giungono dal mondo dell'agricoltura la Laverda è in grado di non perdere terreno: «Negli ultimi tre anni le vendite di macchine agricole hanno subito un crollo del 30 per cento — precisa Laverda —, ad esemplo, nel settore delle mietitrebbiatrici, nel quale operiamo, in Europa siamo passati da 25.000 a 17.000 e nel Nord America da 37.000 a 17.000. Per noi è già importante essere riusciti a conservare] le quote di mercato e i livelli di produzione». Oggi Laverda esporta In quaranta Paesi di tutto il mondo tra cui Libia, Argentina, Brasile, Sud Africa, persino il Giappone, dove le sue mietitrebbie provvedono alla raccolta del riso, e si appresta ad affrontare il mercato più importante, quello nordamericano. Nel nuovo stabilimento di Breganze sono stati infatti-'effettuati investimenti ché'cbnsentiranno di portare a 3000 macchine l'anno la produzione aziendale. «Il nostro obiettivo immediato — precisa Laverda — consiste nel contrastare la penetrazione degli stranieri in Italia dove controllano oltre il 55 per cento del mercato delle mietitrebbie». Afa le iniziative dell'azienda non si arrestano alla raccolta meccanica dei cereali. In Francia, ad esempio, vanno prendendo piede le macchine per la vendemmia: strani mostri che si aggirano fra i filari muovendosi su trampoli e raccolgono automaticamente i grappoli d'uva grazie a vibrazioni impresse alle viti. E poi ci sono gli spazi aperti dall'elettronica, che sta letteralmente conquistando anche il settore dell'agricoltura. Negli Stati Uniti d'America sono già in funzione prototipi di robot che provvedono alla raccolta della frutta dagli alberi, persino delle fragole da terra, grazie a sensori ottici che distinguono il frutto maturo da quello acerbo «Per ora cerchiamo di fare bene quello che sappiamo costruire con un'esperienza di oltre 50 anni — conclude Laverda —, per il futuro vedremo. La voglia di fare non manca certamente». Gianfranco Modolo

Persone citate: Gianfranco Modolo, Giovanni Battista, International Harvester, John Deere, Pietro Laverda