Questa violenza che non muore mai di Gian Paolo Ormezzano

Questa violenza che non muore mai Questa violenza che non muore mai coltellamento è diventato un fatto abituale: se non ci sono dei morti, è per caso. All'estero almeno c'è la spiegazione dell'alcool: è triste, ma può servire. Da noi, nessuna spiegazione. Io vorrei più prevenzione e anche più repressione. Contro gli interessi dell'Inter, arrivo a dire che l'Uefa ha fatto bene a colpire cosi le intemperanze dei nostri tifosi». Dice Boniperti: «Nessun incremento allarmante della violenza, e magari questo è un buon segno, considerando cosa accade nel resto del mondo. Però si deve fare di più contro la violenza, magari approfittando del momento. Ci vorrebbe anche un giornalismo più cosciente, più vigile. Comunque non c'è peggioramento, per mobilitazione un po' di poliziotti, un po' di coscienze. E vanno benino le cose nelle Coppe: le coltellate di Birmingham non sono state chiarite, la bottiglietta di Lodz è un incidente». Rivisitata, la stagione può apparire quella dei treni devastati per Pisa Sampdoria, della parcellizzazione della violenza nel campionati minori, delle grandi aggressioni agli arbitri «piccoli-, della camorra che avvelena il Napoli o inquina una partitella del Centro - Sud. L'accoltellamento è dif¬ compreso il sottoscritto, sono andati fra i tifosi più accesi, anche durante le partite. Nessun disagio, nessuna paura. Abbiamo parlato, ci siamo capiti. Nella ex terribile curva giallorossa adesso lo striscione non proclama guerre, odio. Dice soltanto: "I ragazzi della curva Sud". Abbiamo avuto problemi a Firenze: per furti di collanine, più che per teppismo calcistico». La mattonata di Torino? «Non vorrei che fosse legalizzata: sennò saprei io come vincere tutte le partite. La colpa è dell'ingresso stretto allo stadio, il torpedone che fa molte manovre, insomma l'ideale per un agguato. Torino, Avellino, anche San Siro. All'Olimpico il torpedone entra rapido, senza intoppi. Comunque la responsabilità oggettiva è da rivedere. Funziona, dico funziona senza dire che è giusta, per l'interno dello stadio, oltre non può andare». Dice Fraizzoli: «C'è un leggero incremento di violenza, e la cosa non mi meraviglia. Ormai c'è tutta un'azione per concimare questa violenza, un'azione che coinvolge tanti, anche i giornalisti. Io sono contro, contro, contro. Dico le mie cose e so che sorridono del mio rigore. Orribile. L'ac¬ Un anno fa la violenza calcistica faceva la fortuna di un attore, di un film: Abatantuono e il suo «ecceziunale-. Sembrava, questa violenza, irreversibile, fisiologica, parte e causa del divenire dell'enorme fenomeno del pallone. Cosa adesso? Tre presidenti, l'ottimista il pessimista, il così - cosi. Un bilancio di cosa è accaduto, di cosa non è accaduto, di cosa potrebbe ancora accadere. La violenza calcistica vista, guardata in tre modi diversi da tre persone «giuridicamente- eguali. L'ottimista è Dino Viola della Roma, il pessimista è Ivanoe Fraizzoli dell'Inter, il cosi - cosi è Giampiero Boniperti della Juventus. La domanda di partenza eguale per tutti: come stiamo a violenza, o caso mai a non inolenza, sulla base dei timori, delle previsioni di un anno fa? Mancano due giornate, potrebbero ancora esserci sventramenti di tifosi, ma il bilancio va tentato, anche per esorcizzare colpi di coda, rigurgiti. Dice Viola: «Mi pare che, quanto a guerra alla violenza, siamo fra la stasi e il progresso. Moderato ottimismo, dunque. Per quel che riguarda la Roma, poi, ottimismo grosso, e legittimo: ce lo siamo conquistato con un grande lavoro. I dirigenti della Roma, fuso, non fa più notizia. Poi ci sono dei fiorellini: gli ultras della Roma che -rinunciano a salire a Milano per il match con l'Inter, foriero di agguati e risse, in cambio del permesso di sfilare, il 15 maggio, isolati nello stadio, per la festa dello scudetto. Un gestaccio di qualcuno potrebbe ancora •firmare» la stagione in maniera terribile. E dunque si deve stare all'erta, poliziotti e no. Né il fatto che non ci siano aggravamenti del male deve apparire consolante: casomai, è triste non registrare miglioramenti. Comunque il lucido pragmatismo di Viola, la disperata onestà di Fraizzoli, la navigata calma di Boniperti permettono di considerare il fenomeno studiato anche se non sempre capito, accerchiato anche se non sempre contenuto. E' già qualcosa, sia rispetto allo sdegno fine a se stesso o all'allarmismo rovinologo, sia al lavoro di minimizzazione. Viola imita Kohl, il leader politico tedesco che ha riscoperto il contatto con la folla; Fraizzoli arriva persino al nobile masochismo anti - Inter; Boniperti convoca il giornalismo (compreso quello del tele - lunedi sera?) intorno al fenomeno. Qualcosa si muove, non solo i coltelli. Gian Paolo Ormezzano

Persone citate: Abatantuono, Boniperti, Dino Viola, Giampiero Boniperti, Ivanoe Fraizzoli, Kohl

Luoghi citati: Avellino, Birmingham, Firenze, Milano, Pisa, Torino