Quattrocentomila alpini in festa nel Friuli che hanno ricostruito di Giuliano Marchesini

Quattrocentomila alpini in festa nel Friuli che hanno ricostruito Penile nere da tutf Italia a Udine per la 56° adunata nazionale Quattrocentomila alpini in festa nel Friuli che hanno ricostruito La loro opera fu preziosissima nel dopo terremoto - Accolti ovunque a braccia aperte DAL NOSTRO INVIATO SPECIALE UDINE — Nei ricordi degli alpini c'è una tragedia in più: quella del terremoto che il 6 maggio del '76 mise in ginocchio il Friuli, facendo un migliaio di vittime. Udine e la sua provincia ricevono ancora; il grande conforto delle «penne nere», che hanno lavorato nei centri lacerati per rimetterli in piedi, ed ora tengono qui la loro clnquantaseiesima adunata nazionale. La citta, che celebra il suo millenario anche con queste decine di migliaia di visite affettuose, è tutta imbandierata. Il Presidente della Repubblica ha inviato un calorosissimo messaggio. «Sono idealmente vicino agli alpini d'Italia — ha scritto Pertlni — che celebrano ad Udine il loro'tradizionale raduno. Con particolare calore la città di Udine si accinge ad accogliere i suoi alpini, memore del generoso contributo offerto al soccorso e alla ricostruzione delle zone terremotate e sincera interprete dell'affetto e dell'autentica ammirazione di tutti gli italiani. Ed è con questo animo che voglio rivolgermi a voi con un augurio ed un fraterno abbraccio^. Ieri ricorreva il settimo anniversario del terremoto che stravolse i paesi del Friuli. E c'erano alpini, in quei momenti tremendi, a scavare affannosamente tra le macerie, a raggiungere gente imprigionata fra i pezzi di muro e le travi. Incontro al Friuli, gli alpini sono arrivati da tutte le parti, anche dal Canada, dall'Australia, dagli Stati Uniti. Una quantità di abbracci. A Udine, per questa adunata, c'è persi-4 no un servizio Istituito con la denominazione «alpino amico*: «veci» che si cercano, che si danno appuntamento in questo o quel posto. Una fiumana di «penne nere», in queste ore, s'è riversata nel centri friulani terremotati. Nel cerchio delle devastazioni provocate dal sismo, l'Associazione nazionale alpini allestì undici cantieri. Ed ecco il bilancio di questo lavoro: 3280 case riparate, 76 ristrutturate, 50 rifatte, 63 mila metri quadrati di tetti ricostruiti. Per l'opera svolta in Friuli, all'Ar.a è stata conferita la medaglia d'oro al merito civile. Adesso, tanti alpini sono tornati qui, per un'adunata come sempre lontana dalla retorica, ma carica di memorie, con gli striscioni che rammentano gli enormi sacrifici, quel che le «penne nere» hanno pagato sui fronti. E con questa robusta solidarietà, nei confronti dt quanti sette anni fa rimasero sconvolti nel territorio friulano. «Abbiamo ancora un cantiere dell'Ana — dice Ottorino Masarottl — a Paularo, in Carnia, dove si sta ultimando la costruzione di un centro di assistenza per anziani. Entro maggio il fabbricato sarà consegnato. E con questo finirà l'attività degli alpini nelle zone devastate dal terremoto*, Ma adesso — riprende 11 presidente della sezione udinese dell'Ana — c'è questo incontro delle penne nere con la gente, ali abitanti del paesi terremotati hanno voluto tra loro gli alpini, per ringraziare.. Li hanno ospitati dappertutto: a Buia ce ne sono duemila, e non so come abbiano fatto a trovare per tutti un posto dove dormire; a Magnano in Riviera, che è un centro molto più piccolo, ne sono arrivati circa 600, e a Maiano un migliaio. Tutta gente che è stata in questi paesi, ci ha lavorato, ha stretto amicizia. Alla cinquantaseleslma adunata, le «penne nere» dovrebbero essere oltre 300 mila, forse 400 mila. Ieri sera, si è celebrata una messa In suffragio delle vittime del terremoto, contemporaneamente, negli undici comuni friulani in cui sono sorti 1 cantieri dell'Ana. Poi, è ripreso 11 dialogo fitto tra gli abitanti del paesi e le centinaia di loro ospiti. «Nella nostra disgrazia—dice Ottorino Masarottl — abbiamo avuto una fortuna: questa solidarietà, che è stata determinante per la rinascita del Friuli.. Giuliano Marchesini

Persone citate: Maiano, Ottorino Masarottl