I vescovi: Per la visita del Papa ritornino le libertà in Polonia
I vescovi: Per la visita del Papa ritornino le libertà in Polonia «Quello di Wojtyla è diventato il pellegrinaggio della speranza nazionale» I vescovi: Per la visita del Papa ritornino le libertà in Polonia NOSTRO SERVIZIO PARTICOLARE VARSAVIA — La Chiesa tende a dare alla visita del Papa il carattere di una «missione di concordia» che possa favorire, con un ammorbidimento delle autorità in primo luogo, una distensione politica. Il 9 marzo, informando che il generale Jaruzelski e il cardinale Glemp avevano •■confermato la volontà di ospitare» il Papa, l'agenzia Pap scriveva che le due parti «operavano» in modo che la visita «contribuisca alla normalizzazione della vita nel Paese». Molto soddisfacente per il potere, la frase aveva tuttavia una porzione di ambiguità e, ora che l'invito è stato fatto e accettato, ora dunque che le autorità, per tirarsi indietro, dovrebbero assumersi la responsabilità di annullare la visita, la Chiesa dà la sua definizione della -normalizzazione della vita»: la fine dello stato di guerra. Nel comunicato pubblicato dopo la riunione, a Czestochowa. della sua conferenza plenaria, l'episcopato scrive che -il pellegrinaggio del Papa diventa oggi il pellegrinag¬ gio della speranza nazionale». I vescovi proseguono: -Nello spirito di questa speranza, si dovrebbe provvedere all'abolizione dello stato di guerra, al ristabilimento di tutte le libertà civili, alla liberazione dei prigionieri condannati dopo la proclamazione della legge marziale (...) e alla restituzione del.lavoro alle persone licenziateper le loro idee». L'episcopato insiste sulla piena libertà nella quale dovrà svolgersi la visita. Quindi -I vescovi — è scritto nel documento — sono convinti die (...) tutti i fedeli che vogliono partecipare agli incontri con il Santo Padre potranno farlo non solo senza ostacoli ma anche in condizioni degne di un avvenimento tanto importante. Ci aspettiamo quindi che le autorità amministrative, le imprese e le scuole permettano ai loro impiegati è ai giovani di partecipare (...) a tutti gli incontri con il capo della Chiesa». Come il successo delle ultime manifestazioni organizzate da Solldarnosc, questa presa di posizione dell'episcopato non scuoterà il rifiuto di aper¬ tra la Chiesa e lo stato, il primate, condannando con fermezza ogni manifestazione, aveva preso nettamente le distanze non solo dalla clandestinità ma anche da Walesa, e Solldarnosc aveva subito uno scacco quando aveva indetto uno sciopero il 10 novembre. Il 17 aprile il primate ha ricevuto il presidente di Solldarnosc e non ha condannato gli appelli alle manifestazioni del primo maggio; da tre settimane, inoltre, le sue omelie sono sèmpre più critiche nel confronti del potere.. Si dice adesso che l'episcopato potrebbe far pressioni ancora più esplicite sulle autorità per riaprire il dialogo. Riconosciute (la Chiesa), a stento tollerate (Walesa) o braccate (la clandestinità) le opposizioni fanno convergere, ognuna per conto proprio, le pressioni sul potere. Tutto ciò non è certo estraneo alle violenta irruzione, martedì, di «teppisti» sconosciuti nella chiesa di San Martino, a Varsavia, il cui rettore è amico personale del primate. Bernard Guetta Copyright ci* Monde» e per l'Italia «La Stampa» tura del potere. Il portavoce del governo aveva già dichiarato martedì che le autorità non prevedono per il momento nessuna amnistia. Sarebbe sorprendente che cambiassero idea adesso. Il meno che si possa dire tuttavia è che si trovano oggi, e per la lettera del Papa, ii comunicato dei vescovi e le manifestazioni sindacali, in una situazione politica meno comoda di quella del periodo novembre - inizio di aprile. Allora, nel periodo del negoziato sulla visita del Papa
Persone citate: Bernard Guetta, Glemp, Jaruzelski, Walesa, Wojtyla
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