Al Polo per interesse o per follia

Al Polo per interesse o per follia DUE SECOLI DI AVVENTUROSE SPEDIZIONI: FALLIMENTI, TRIONFI, SCIAGURE E BUGIE Al Polo per interesse o per follia Furono motivi economici, politici e militari a ispirare le prime missioni • Cominciò nel 1773 la Gran Bretagna: come le altre potenze di allora, cercava il mìtico passaggio a Nord-Ovest per dominare tutte le. acque navigabili del globo • Ma la scoperta più sensazionale fu, nel maggio 1831, il Polo Nord magnetico - Dal misterioso tentativo di Sir Franklin all'impresa di Amundsen; dall'odissea delT«Ornen», precipitato sui ghiacci, alla disputa tra Peary e Cook - Nel 1928 Nobile e l'epopea della «Tenda rossa» /./QUALSIASI vento che \\ \J soffiasse su di noi, da ^qualsiasi pùnto dell'orizzonte, doveva essere un. vento dal Sud.. Con queste parole Robert Peary descrisse la sensazione di trovarsi al vertice del pianeta, al Polo; Nord, nel libro che racconta la straordinaria avventura del primo uomo riuscito ad. arrivarci. Era il 5 aprile 1909.; Da quasi vent'anni l'ingegnere navale Peary si dedicava al sogno di arrivare al Polo. Se non gli fosse capitato di restare ossessionato da quest'idea, il suo destino non l'avrebbe portato mai molto lontano, era un ufficiale delle capitanerie di porto degli Stati Uniti. In The Secret of Polar Travet Peary racconta: «Est, Ovest e Nord per noi erano scomparsi, rimaneva una direzione sola ed era quella a. Sud Ecco 11 fascino del Polo, un punto immaginario intorno al quale, con pochi passi, si può passare dall'emisfero occidentale a quello orientale, dal versante americano a quello europeo o asiatico del mondo. Di visibile da tempo si sapeva che non c'era nulla di speciale, tranne gli straordinari fenomeni atmosferici delle aurore boreali che disegnano nel cielo fantastici colori, ma che si possono osservare da altre parti dell'Artico. Eppure per raggiungere questo punto gli esploratori si sono battuti per quasi due secoli e ancora oggi che gli aerei, perfino quelli di linea, sfiorano continuamente 11 Polo o addirittura lo sorvolano, mettere piede sulla banchisa al culmine del pianeta! appare un'avventura eccezionale, forse la più grande chesi possa immaginare. Domandare a un uomo perché voglia andare al Polo Nord, se uno davvero lo vuole, è la solita domanda mutile che viene regolarmente fatta per tutte le Imprese eccezionali e uniche: «Perché il Polo c'è», è la risposta prevedibile. Ma nella storia delle esplorazioni polari non è stato sempre cosi astratto 11 motivo di tanti sforzi. All'inizio ci sono stati interessi economici, politici e militari che hanno spinto Paesi allora potenti come la Gran Bretagna a cercare la via del Polo per domi' nare tutte le acque navigabili del globo. La prima spedizlo-i ne che si conosca per arrivare al Polo Nord fu quella dell'Ammiragliato bri tannico comandata da Constantine Phipps nel 1773. Vi partecipava come guardiamarina quindicenne uno del quale la storia avrebbe poi molto parlato: Horatio Nelson, che si distinse salvando alcuni uomini di una baleniera in pericolo per un assalto di trichechi, dice una relazione ufficiale. Ma il comandante Phipps non riuscì ad avanzare oltre 11 bordo della banchisa ghiacciata, poco a Nord delle isole Spltzbergen. Fu dopo la caduta di Napo- leone nel 1815 che la marina britannica riprese le esplora-zlonl polari con un obiettivo che era sempre lo stesso: 11 passaggio a Nord-Ovest, un'orma! mitica rotta che consentisse di arrivare dall'Europa all'Asia, senza circumnavigare l'America fino all'estremo Sud di Capo rtòitó C'era molta preoccupazione a quell'epoca a Londra per l'espansione della zona d'influenza russa verso f mari artici, lo Stretto di Bering e le coste americane del Pacifico settentrionale. Anche in Russia si cominciava a parlare di ricerche, per un passaggio a Nord-Est, cioè una rotta che congiungesse a Nord l'Atlantico al Pacifico, senza dover fare l'enorme giro meridionale delle terre emerse. L'idea di un conflitto futuro tra russi e anglo-americani per 11 dominio del mari artici a quel tempo non era uno del tanti esercizi di precisione strategica dell'Ammiragliato, lo si considerava possibile. Cosi numerose spedizioni si' avventurarono nella complicata geografia gelata fra la Groenlandia e il Nord del Canada, facendo procedere lentamente il disegno delle carte nautiche, ma senza trovare mal il favoloso passaggio. Buchan. Ross, ParrjrÉfOhO nomi che oggi appaiono nelle carte di queste remote regioni,'! nòmi di altrettanti capi di spedizioni con centinaia di uomini coraggiosi e non sempre fortunati da tornare indietro, almeno prima che si stabilisse che sotto 11 Circolo polare artico non c'era nessun passaggio di Nord-Ovest. La scoperta più sensazionale di tutti quei viaggi fu un'altra: la localizzazione nel maggio del 1831 del Polo magnetico Nord da parte dell'inglese James Ross, il quale scrisse queste parole per spiegare com'era 11 posto: «La natura non ha eretto monumenti per indicare il luogo che ha scelto come centro di uno dei suoi grandi oscuri poteri». Anche 11 non c'era niente, tranne che gli aghi magnetici sospesi da Ross rimanevano mattivi. Era 11 punto dove gli aghi si fermavano del tutto, dopo che per centinaia di miglia intorno, mentre si avvicinavano,'le bussole sembravano impazzite. ' !'Bteogna-''arrÌvttre al" 1846 perché si assista all'ultimo grande tentativo inglese di raggiungere 11 Pacifico dall'Atlantico, se possibile attraverso il Polo. E fu il fallimento più grande e più misterioso di tutti. Le due navi Erebus e Terror, comandate da un esperto ma non più giovane navigatore del mari settentrionali, Sir John Franklin, scomparvero letteralmente dalle acque della Baia di Baff in dove erano state viste l'ultima volta senza che se ne sia mai più saputo nulla. Soltanto tracce molto labili fecero poi ricostruire la tragedia di quasi duecento uomini sperduti nell'Artico, che mai più nessun uomo bianco vide vivi. Oli eschimesi di Resolute Bay, il luogo in cui Ambrogio Fogar ha stabilito la sua base, raccontarono poi di gruppi di uomini spettrali che si aggiravano senza meta sul ghiaccio e che venivano considerati fantasmi dagli indigeni. La storia del passaggio a Nord-Ovest finisce nel 1906, quando 11 norvegese Roald 'Amundsen, con una piccola nave costruita in modo ammirevole per resistere al ghiacci, il cutter Qjoa, riesce a passare e. in tre anni raggiunge lo Stretto di Bering partendo dalla Groenlandia. Sulla sua via, Amundsen si Imbatté in due scheletri che si suppose .fossero della spedizione naufragata mezzo secolo prima al comando di Franklin. Ma a quel punto c'era, stata una grande massa di esperienze sui viaggi polari, dovute soprattutto a due uomini del' Nord, il barone Nils Nordenskiola, uno svedese nato in Finlandia allora Botto dominio russo, e il dottor Frldtjof .Nansen, un naturalista norvegese che aveva l'appassionato appoggio di re Oscar di Svezia. Nordensktold fu 11 capo di una delle più- grandi Imprese umane, 11 viaggio della nave Vega dalla Norvegia allo Stretto di Bering nelle estati del 1878 e del 1879, che apriva il passaggio di Nord-Est, poi' utilizzato dal russi come via di comunicazione quasi normale. Oggi i sovietici Impiegano rompighiaccio atomici per navigare regolarmente lungo le coste siberiane durante i periodi dell'anno in cui i ghiacci lo consentono. Nansen fu l'esploratore che ebbe la geniale intuizione di una nave «capace di scivolare come un'anguilla fuori dagli1 amplessi del ghiaccio». Cosi fu costruita la Fram (che significa avanti in norvegese), con lo scafo rafforzato in modo che 1 ghiacci la sollevassero in alto quando 11 freddo invernale li faceva rinchiudere. In tal modo la Fram si adagiava sulla banchisa come ibernata, in attesa di tornare a galleggiare quando il ghiaccio si riapriva. ': Fu con questa nave che Nansen, quasi certamente 11 più grande degli esploratori artici, cercò di raggiungere il Polo, nel 1893, lasciandosi andare alla deriva con i ghiacci. Quando si accorse che la rotta non procedeva verso Nord, Nansen cercò di arrivarci a piedi con slitte tramate da cani e kayak copiati da quelli eschimesi. Non ci arrivò, ma piantò la bandiera norvegese a 86,13 Nord, 11 punto più vicino al Polo che un uomo aves¬ se mai raggiunto, mancavano 240 miglia. Nel 1897 ci fu il tentativo più straordinario di tutti di arrivare al Polo Nord, una delle più fantastiche vicende polari, n dottor Salomon August Andrée, funzionario dell'ufficio Brevetti di Stoccolma, esperto di palloni aerostatici, si propose di arrivare al Polo Nord o almeno di sorvolarlo, con un grande pallone a gas appositamente costruito, battezzato Ornen, cioè Aquila. Finanziato da Alfred Nobel, dal re Oscar e dalle società geografiche, il viaggio ebbe inizio dall'isola dei Danesi a Nord delle Spitzbergen l'il luglio 1897 con 11 vento che spingeva 11 pallone verso 11 Polo. Erano in tre sulla navicella e non furono mal più rivisti in vita. C'era un grande mistero che emozionava 11 mondo, attorno al volo di Andrée. Il mistero fu sciolto ben trentatré armi dopo, nel 1930, quando una baleniera norvegese si ancorò davanti alla piccola isola White per dare la caccia alle foche. Abbattendo gli animali due marinai inciamparono in oggetti Incredibili per un posto del genere, che si trova fra le Spltzbergen e la Terra di Francesco Giuseppe. Furono trovati da un battello da esplorazione artica tutti i documenti dell'Omeri, con diari, carte, lastre fotografiche e i resti di uno dei navigatori. Dai diari si potè ricostruire l'odissea degli esploratori, le lastre impressionate furono sviluppate e si videro 1 tre mentre marciavano verso Sud più di trent'anni prima, dopo che il pallone era caduto sul ghiaccio per le pessime condizioni atmosferiche. Era una spedizione quasi per-i fetta, organizzata in modo serissimo, nonostante l'eccezionalità del mezzo impiegato per i tempi. Erano morti di stenti uno dopo l'altro, lasciando tutto in ordine perfetto, convinti di' dare anche un contributo alla scienza. • Poi, finalmente-, Robert peary ci arriva. Ma non andò 'tutto cosi liscio. Al suo ritorno in America venne informato che un anno prima di lui, il 21 aprile 1908,11 dottor Frederick Cook, un etnologo che aveva [accompagnato Peary nelle Isue precedenti spedizioni, aveva toccato il Polo. Lo aveva annunciato cinque giorni prima lo stesso Cook. SI accese una disputa durata a lungo fino a quando una giuria internazionale formata di .esperti, a Copenaghen, stabili che mentre Peary era sicura¬ mente arrivato al Polo Nord, Cook poteva esserci arrivato, ma non era in grado di provarlo. La storia attribuirà, stabilmente a Peary 11 primato. Curiosamente, il libro di Cook) My Atteinment of the Fole, ebbe più successo di Stuello dello scopritore uff lciae, se ne vendettero beh 100 .mila copie, moltissime per 1" tempi. Bisogna arrivare al 1927 per trovare il primo sorvolo aereo del Polo, dovuto all'ultimo grande esploratore polare nel senso classico, l'americano Richard Byrd, famoso anche per la sua esplorazione particolareggiata del Polo Sud. Due giorni dopo quello di Byrd, l'il maggio 1927, altro sorvolo del Polo Nord, questa -volta con un dirigibile di costruzione Italiana, il Norge. Il capo della spedizione era Roald Amundsen, che cosi era 11 primo uomo che oltre ad aver navigato nel passaggio a Nord-Ovest era stato sia al Polo Sud (nel 1911) sia al Polo; Nord. La fama di Amundsen e l'entusiasmo per lui in America, dove 11 Norge era sceso, amareggiarono il costruttore italiano e pilota del dirigibile, l'ufficiale d'aviazione Umberto Nobile, che senti sottovalutato il contributo italiano alla spedizione. Nacque cosi la rivalità fra Nobile e Amundsen, che si concluse tragicamente per 11 norvegese e non soltanto per lui. Nella seconda metà degli Anni Venti, il Polo Nord divenne molto popolare in Italia, dove in precedenza aveva avuto una'certa eco la spedizione polare del Duca degli Abruzzi, un Savoia esploratore. Umberto Nobile convinse Mussolini a finanziare la spedizione del dirigibile Italia al Polo e il 23 maggio 1928 il maestoso dirigibile lasciò le Isole Spltzbergen. Non fu più rivisto. Per molti giorni sembrò ripetersi il fato di Andrée e del suoi compagni, poi fu stabilito un avventuroso contatto radio con i dieci superstiti del disastro rimasti sul ghiaccio, Gli altri erano scomparsi con l'aeronave, dalla quale si era staccata la navicella. Furono centottanta giorni di epopea della «Tenda rossa». Amundsen mori nell'incidente di un aereo partito. al soccorso. SI parlò a lungo di episodi di cannibalismo fra 1 .sopravvissuti, che furono salvati da un rompighiaccio sovietico, il Kràssin. Per quel che se ne sa, Fogar è il primo dopo cinquantacinque anni a fare riparlare gli italiani del Polo Nord. Dei precedenti conquistatori appiedati poco se ne era saputo, non sono state giudicate imprese importanti. C'è stato perfino un inglese che nel 1968 non soltanto ha raggiunto il Polo a piedi, ma ha anche attraversato l'Oceano Artico dall'America alle Spitzbergen per 3700 miglia in 476 giorni di viaggio. SI chiama Wally Herbert e nessuno oggi saprebbe ricordarlo. „. . , Franco Pierini Ecco gli itinerari delle principali esplorazioni dell'Artico 1897. Dopo la caduta sul ghiaccio del pallone di Andrée, gli esploratori montarono le tende