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Fantacronache di Stefano Reggiani Fantacronache di Stefano Reggiani Tirate fuori il pozzo I. Cosa cercava Modino. — Una voce bizzarra si è sparsa a Roma all'indomani dell'incarico esplorativo affidato al presidente del Senato Morlino. Che cosa doveva cercare l'autorevole uomo politico? La possibilità di formare un nuovo governo? Questo era escluso in partenza. Morlino in realtà (sempre secondo la voce bizzarra) avrebbe dovuto trovare, per indicarlo ai membri del governo che verrà dopo le elezioni, il punto esatto dove si apre il cosiddetto pozzo di San Patrizio, il pozzo senza' fondo dal quale raccogliere denaro per le spese pubbliche nei momenti di bisogno. Il governo uscente, nonostante la buona volontà del presidente Fanfani e le indubbie doti dei ministri Forte e Goria. non è riuscito a trovare il pozzo ed è questo, si suppone, il motivo non ultimo della chiusura anticipata delle Camere. Di un pozzo senza fondo si era parlato fin dagli Anni Sessanta a Roma, senza mai precisarne l'ubicazione e anzi suggerendo che si trattasse di una apertura ubiqua. oggi qui domani là nei cortili dei ministeri, riconoscibile soltanto dal cartello «Pesc/i:c qui». Come avrebbe fatto 11» spesa pubblica (opinano i tecnici) a crescere in questi anni fino a un deficit di 100 mila miliardi, se non ci fosse stato il pozzo cui attingere? La domanda sembra legittima. Di qui l'attesa che ha circondate le ricerche (inutili) di Morlino. Anche l'ambasciata americana sarebbe interessata alla sollecita localizzazione dpi pozzo. «L'Italia — ha dichiarato l'ambasciatore — ha mòlli' risorse nascoste. Non devi perderle di vista neppure nei più delicati momenti politici» (da una corrispondenza da Roma dell''International Herald. Tribune). II. Che ci sia ciascun lo dice. — Il ministro Goria. interrogato dai giornalisti dopo le indiscrezioni dell'Werald Tribune, ha dichiarato che il pozzo esiste solo come idea limite e che comunque lui s'è sempre astenuto dal farvi ricorso. «Non sarebbe corretto — ha precisato il ministro —predicare l'austerità e il contenimento della spesa pubblica e poi immettere nei bilanci denaro in grande quantità pescato chissà dove». Anche un comunicato del ministero delle Finanze esclude tassativamente che il governo abbia fatto ricorso in passato al cosiddetto pozzo senza fondo, posto che esista. «Già Einaudi — sottolinea il comunicato — mise sttiràwfso i tecnici dell'economia e i monetaristi dal credere die il ritrovamento del famoso pozzo avrebbe risolto i problemi dei bilanci dello Stuto. Ogni liru' trovata in quel pozzo, diceva Einaudi, sarebbe un incentivo alla svalutazione, una moneta finta». Però le polemiche non sembrano esaurite. Un monetarista della Banca d'Italia, che s'è laureato a Torino con Reviglio, ha dichiarato di aver visto il famoso pozzo in uno dei cortili interni del palazzo di via Nazionale. 11 governatore Ciampi è intervenuto con una blanda smentita: «La cosa non mi risulla». Una nota della Confindustria chiede chiarezza intorno a una «fonte incredibile di crescita della spesa pubblica». (Da un servizio di Panorama). HI. Tacere a chi serve? — E' di questi giorni la polemica sul cosiddetto pozzo senza fondo, una voragine colma di denaro nuovo di zecca, che colmerebbe i buchi della spesa pubblica. E' una polemica che non ci sorprende più di tanto. Sia il pozzo aperto, come si vuole, in un cortile della Banca d'Italia, sia collocato in uno scantinato del ministero del Tesoro, resta il fatto che l'erario ha fatto ricorso per anni a uno strumento artificiale di finanziamento, anzi ad una fonte demagogica come accade ogni volta che magia e politica si incontrano. Adesso è il momento di dire la verità. Se il pozzo esiste e viene ampiamente sfruttato, è inutile nasconderlo ai cittadini che da gran tempo ne hanno intuito la presenza e su questa ipotesi hanno fondato le loro richieste alla pubblica amministrazione. Lo Stato assistenziale, se vuole sopravvivere, deve svelare fino in fondo la fragilità dei suoi meccanismi.. (Da un commento redazionale de L'Espresso).