I capi siriani a Colombo: senza Damasco nessuna intesa possibile per il Libano di Igor Man

! capi siriani a Colombo: senza Damasco nessuna intesa possibile per ii libano I colloqui del nostro ministro col presidente Assad e il collega Khaddam ! capi siriani a Colombo: senza Damasco nessuna intesa possibile per ii libano Apprezzamento della Siria per l'opera dell'Italia - Ma la nostra diplomazia, di fronte all'intransigenza israeliana e di Damasco, è al limite delle sue possibilità • Colombo ripete quanto affermato il 19 aprile: se la situazione in Medio Oriente non esce dall'impasse, «dovremo, pensare al destino dei nostri soldati a Beirut» DM. NOSTRO INVIATO SPECIALE DAMASCO — Non siamo sull'orlo della tragedia, (cioè una guerra tra Israele e Siria) ma. certo, se la missione di Shultz fallisse ci troveremmo di fronte a una serie di incognite molto difficili poiché la crisi libanese è in un • momentum- più delicato della complessa problematica medio-orientale. Ecco, in sintesi, quanto ci ha detto il ministro Colombo al termine della sua visita a Damasco, ultima tappa del rapido viaggio in Medio Oriente che. prima di qui, lo aveva portato in Iraq e in Kuwait. Colombo — che si è tenuto in costante contatto con il segretario di 8tato americano —ha avuto due incontri con il ministro degli Esteri siriano. Khaddam (lunedi sera subito dopo il suo arrivo a Damasco e martedì mattina), e un lungo colloquio, due ore e mezzo ieri, col presidente Assad. Quest'ultimo -ha espresso apprezzamento' per L'impegno dell'Italia, in particolare e dell'Europa, in generale, auspicando tuttavia un'azione più incisiva dei Dieci, ovviamente volta a orientare gli Stati Uniti verso una politica medio-orientale più equilibrata, per non dire meno partigiana. Anche la missione Shultz. ha aggiunto Assad. è seguita dalla Siria -con molto interesse-. Non si possono non apprezzare 1 suoi sforzi, considerando i rischi politici che il capo della diplomazia americana si è assunto. Shultz sarà certamente consapevole come sia in giuoco la credibilità degli Stati Uniti nel mondo arabo. Ciò detto. Assad esprime un giudizio 'pessimistico e negativo' sull'attuale fase del negoziato tripartito. La preoccupazione di Damasco è che gli Stati Uniti facciano proprie le «istanze* di Israele per imporre al Libano un patto leonino. Damasco non potrà accettare un accordo che. oltre a violare la sovranità e l'integrità territoriale del Libano, .Paese fratello», pregiudicherebbe, in fatto, la sicurezza della Sirla. In ogni modo il presidente Assad si augura che un «eventuale incontro con Shultz. possa portare a un .chiarimento della situazione'. Meno sfumato il linguaggio del ministro degli Esteri. Khaddam. Non si può parlare di negoziato, dice in sostanza, perché quando si negozia veramente c'è sempre un certo equilibrio tra le parti. Lo stesso segretario di Stato Shultz gli ha lanciato un giorno la battuta seguente: 'Qualsiasi accordo concluso sotto la minaccia dei fucili è nullo-. Ne viene che ogni pressione esercitata sul Libano nell'interesse di Israele tocca la Siria e il mondo arabo nel suo insieme. Da qui la posizione ferma e sempre ribadita di Damasco: un «cosiddetto accordo» che avvantaggiasse Israele a danno del Libano porterà al mantenimento delle forze siriane nel Libano stesso (..che ci ha chiamati, mentre Israele lo ha invasomi. Il negoziato concerne l'avvenire della regione, oltre che quello del Libano e della Siria. E poiché quel che avviene In Libano e nel Medio Oriente non si può isolare dalla delicata congiuntura Internazionale. l'America ne tragga le dovute conseguenze. Fin qui Khaddam. Per Colombo, al punto in cui stanno le cose, occorre sforzarsi di trovare « un 'intesa provvisoria con formule di garanzia accettabili'. Non c'è solo un problema di rapporti tra Israele e 11 Libano, la via di un'intesa, ancorché provvisoria, 'Corre attraverso la Siria' di cui non si può ignorare l'esigenza di determinate garanzie. Ma se non è possibile trascurare la Siria che. evidentemente, presume di avere le chiavi di un «autentico accordo» tra Libano e Israele, come sarà possibile ignorare l'Urss che, diremo, affianca la Siria medesima, cosi come Washington affianca Gerusalemme? Proviamo a fare un esercizio diplomatico, abbiamo detto a Colombo: intrawede la possibilità del re tose rimento dell'Urss nel negoziato medio-orientale? Risposta: «Per ora non prevedo una tale eventualità'. Dopo questo viaggio di Colombo 11 nostro governo, davanti al comportamenti singolarmente analoghi di Israele e della Siria—entrambi intransigenti —, di fronte alla fragilità esplosiva del Libano stretto fra 11 martello israeliano e l'incudine siriana, dovrà giuocoforza trarre una conclusione: l'Italia è giunta al limite delle sue possibilità diplomatiche. E dovrà pensare al destino dei suoi 2100 soldati in Libano. Il 19 aprile, subito dopo l'attentato all'ambasciata Usa di Beirut. Colombo dichiarò alla commissione Esteri della Camera: «... .Voi siamo andati in Libano per favorire un rapido negoziato di pace. Se dovessimo verificarne il fallimento non potremmo non riconsiderare la nostra posizione'. A una domanda sull'argomento, ieri, poco prima della sua partenza per Roma, il ministro degli Esteri ci ha ripetuto gli stessi concetti, B 9 e 10 di maggio, a Parigi, nella riunione (di cui è stato promotore) con Shultz e i ministri degli Esteri di Francia e di Oran Bretagna. Colombo avrà, dunque, l'occasione di stabilire 11 futuro del contingente italiano, alla luce di quanto il segretario di Stato americano avrà raccolto di qui ad allora In questa fase della sua asperrima missione nel Vicino Oriente. Igor Man