Auto parlante

Àuto parlante L'AGENDA DI F. & L. Àuto parlante Numerosi sono i bambini (e certi adulti su cui nulla ha potuto il bacio della scuola d'obbligo) che pronunciano «autoparlante» in luogo di «altoparlante». Equivoco perdonabile, se si pensa alla crescente quantità di parole d'uso comune di cui «auto», nel senso di «per conto proprio, indipendentemente», forma la prima parte: da autogestione a autodifesa, da autodisciplina a autorespiratore, e cosi via autocomponendo. Senza contare che quel «coso» che blatera lassù, tra i pilastri e le arcate delle stazioni, si può al limite considerare un congegno autoparlantc; o i forse tale perché esorta i sigriori viaggiatori a «coadiuvare ■ il personale ferroviario»; cioè in pratica a autocavarscla, anziché aspettare passivamente d'essere «coadiuvati» ad arrivare in orario, magari su un vagone post-1938 e col conforto inaudito di un panino, di un caffè. Del resto questa tendenza a concedere all'utente sempre maggiore autonomia è propria di tutti i servizi pubblici italiani, la cui funzione basilare sembra consistere nel fornire stipendi, abitazioni, indennità c previdenze, nel disporre scatti, aumenti, trasferimenti ( pensioni per quanti ci lavora no; e che sarebbero dunque servizi del tutto autarchici < autosufficicnti se non ci fossero le assurde pretese della gente. Auto parlanti sono a rigore anche quei camioncini che gi rano per le nostre piazze reclamizzando (con la benedizione dell'Assessore al Baccano) comizi e cortei, svendite di lam padari e carote. Ora però apprendiamo che l'auto parlante e nata daweio, una casa fran cese già ne ha messo in vendi ta alcuni esemplari sperimcn tali: quando qualcosa non va, il guidatore non è più avvisato da una spia luminosa sul cruscotto, ma da una vera propri*<Aroce (registrata) ••che giri segnala"!» disfunzione;' 'ii guasto-; il pericolo; Per ora pare si tratti di poche frasi essenziali, come «manca olio», «benzina in riserva», «freni consumati» e simili'. Ma sulla strada dello sviluppo tecnologico si sa che i prò-' gressi sono rapidissimi, e gli esperti assicurano che entro breve tempo le vetture di serie saranno sotto costante con frollo elettronico in ogni loro parte e che quindi la «voce» fornirà informazioni anche molto complesse e articolate sullo stato del minimo bullone, filo, cavetto, rivestimento. Nessuno impazzirà più per quella vibrazione inspiegabile, per ..quel minorino misterioso. La voce, prontissima, chiarirà «Una foglia di platano s'è disgraziatamente infilata sotto i, motorino d'avviamento di cui del resto una rondella in gomma dà segni usura, con effetto d'eco sulla marmitta e di qui sul vanobagagli». E si prevede anche di meglio. Una curva presa male, un eccesso di velocità, un sorpasso spericolato, una qualsiasi infrazione al codice della strada, ed ecco il loquace computer di bordo intervenire: «No, rallenta, pensa - ai tuoi bambini!», «Ma che fai, sei impazzito?» «Stai troppo à sinistra, non vedi? Su, da bravo, rimettiti sulla tua corsia». ** Sonnolenze e distrazioni appannamenti di vetri e scivolosità di asfalti, forti venti, buche, sobbalzi, distanze tra le .placchine, e cento altre potcn ziali «situazioni di guida» saranno incorporate nell'elaboratore e per ciascuna, quando dovesse verificarsi, scatterà verbalmente un consiglio, un rimbrotto, una sfuriata. Di fronte a innovazioni di così sofisticata genialità, che per di più hanno l'umanitario scopo di accrescere la nostra sicurezza e prolungare, oltre che la vita del mezzo, anche la nòstra, uno quasi si vergogna a sollevare le piccole questioni pratiche. Per esempio: come sarà la voce di questo autange' lo custode? Impersonale, meccanica, un po' gracchiarne, come quella che dice l'ora esatta ai telefono? Nei primi tempi forse. Ma è difficile credere che un'industria premurosa fantasiosa com'è quella dell'automobile si lasci sfuggire l'occasione di offrire alla clicn tela una ricca scelta di nuovi optional!. Ci saranno — si può supporre — modelli per guidatori principianti, con una voce dalle inflessioni severe, professorali («Le faccio notare che tenere una mano sola sul volante è un errore gravissimo»). Ma per gli sportivi presterà la sua voce un qualche campione di Formula 1 («Dai, taglia quella curva, che non c'è nessuno») e per gli ecclesiastici e le suore un attore fingerà un accento polacco. Aiuterà le signore a parcheggiare («No, cara, ho detto di girarlo verso destra, non verso sinistra») Sa voce persuasiva di un Àlbertazzi, di un Berlinguer; a Napoli si venderà molto la Panda Confusionale alla Troisi, a Milano la Ritmo Dram ieri zzata. Con brechtiano distacco Strehler dirigerà gl'intellettuali nel traffico cittadino, e in autostrada Carmelo Bene rampognerà: «Or tu chi se" che vuo' sedere a scranna I per giudicar di lungi milk miglia ? con la veduta corta d'una spanna?». Le combinazioni sono infinite: da chi, masochisticamente, esigerà la voce esasperata del marito o le querule rimostranze della moglie, a chi vorrà sentirsi, .dire «Frena!» da una voce (maschile o* femminile) carica di voluttuosi sottintesi, a chi preferirà un giovialone, un compagnone indulgente («Be', la vecchina l'hai 'maciullata, ma un'altra volta sta' più attento, per poco non mettevi sotto anche il suo cane»). Eccetera. Se è ormai diffìcile entusiasmarsi per le conquiste della scienza applicata, non tutte sono però da buttar via a priori; certi piccoli perfezionamenti procurano piccoli sollievi, e in presenza di una la- metta che rade meglio, di un autobus che ti sbatacchia di meno, di un pennarello che dura di più, la posizione del saggio rassegnato al suo tempo sarà: se devo morire impiccato, tanto vale che qualcuno provveda a insaponare la corda. Ma ci pare che l'auto parlante appartenga a una categoria diversa, più sinistra, orwclliana. L'idea di quella «voce» aliena che s'intromette nel chiuso del tuo abitacolo e ti corregge, ti suggerisce, ti ammonisce, ti previene, ti guida, ti salva, dovrebbe allarmare quanto e più di un attentato alla libertà di stampa, di una limitazione del diritto di scio- Ma è per il. vostro bene! diranno, come già hanno detto e dicono in mille ambigue occasioni. Un giorno un serio studioso vorrà pur occuparsi di come, in questi ultimi vent'anni, l'ideologia dell'assistenza e della prevenzione abbia sbocconcellato ogni autentica autonomia individuale, soffocando il sentimento, l'orgoglio, dell'indipendenza privata. A colpi di leggi e leggine, di ansiosi slogan e raccomandaziotecnico-ziesche, subito riprese, infiocchettate, amplificate dall'indùstria e dai media, la grande sfacchina è riuscita a influenzare i minimi atti della nostra vita. E' una specie d'insinuante «terrorismo bianco», che fa leva sulla più irresistibile delle paure. Come non accorgersi infatti che dietro i dotti discorsi socio-scientifici gli aneliti utopico-sanitari viene in realtà agitato lo spauracchio della vecchia Catlina, come un tempo i contadini piemontesi chiamavano la morte? L'auto parlante non è che l'ultima trovata di questa tremebonda e assillante campagna di condizionamento. Piacerà forse ai molti che amano qualsiasi-novità; altri la troveranno divertente e di buona compagnia; i". più gravi ite vanteranno le doti antinfortunistiche. Finirà per imporsi, per diventare obbligatoria, come quello strumento di -controllo totale che è la «scatola nera» degli aerei. Quanto ai pochi cui, per varie ragioni, non andrà a genio di guidare avendo accanto una garrula Catlina elettronica, nessuna autorità vieterà a tali autolesionisti refrattari di prendere in spalla le loro autogambe e farsi una bella camminata autopedonale. Carlo Frutterò Franco Lncentini

Persone citate: Berlinguer, Carlo Frutterò Franco Lncentini, Carmelo Bene, Strehler, Troisi

Luoghi citati: Milano, Napoli